domenica 29 aprile 2018

"La ricamatrice di segreti", Kate Alcott


Dopo "Titanic. La vera storia" ho deciso di rimanere a bordo del transatlantico con questo romanzo pubblicato in occasione del centenario dall'affondamento, dove persone ed episodi reali si mescolano alla storia di pura fantasia che ha come protagonista Tess, giovane servetta normanna, che all'ultimo momento riesce ad imbarcarsi sul Titanic al seguito della realmente esistita Lady Lucile Duff Gordon, dispotica e capricciosa stilista inglese.

Tutto ciò avviene nel primo capitolo, mentre nel secondo viene liquidato il "dettaglio" dell'affondamento, il tutto, ovviamente, in modo molto veloce e sbrigativo perchè il romanzo si concentra su ciò che accadde ai sopravvissuti dopo lo sbarco a New York.
Quando ho scritto che avrei voluto leggere un testo incentrato sull'inchiesta successiva alla tragedia non pensavo certo a questo: vorrei qualcosa di non fiction, che tratti sia l'inchiesta statunitense che quella inglese.

Qua si parla solo della prima, che viene usata dall'autrice per narrare alcuni dei fatti realmente accaduti e che già avevo letto nel libro di Walter Lord. Ritroviamo, ad esempio, il telegrafista Harold Bride: Lord ci aveva raccontato in tempo reale quello che fece Bride mentre la nave stava affondando e come si comportò in seguito sulla scialuppa dove era salito; la Alcott ci dice le stesse cose, ma facendole raccontare da Bride in risposta alle domande che gli vennero poste dalla commisione d'inchiesta, presieduta dal senatore William Alden Smith.

Un sistema orginale, che ho apprezzato, nonostante stilisticamente ci sia proprio un oceano di distanza fra le capacità della Alcott e quelle di Lord e avendo letto i due libri in successione il dislivello che emerge è quasi imbarazzante. 

Ma l'aspetto peggiore è la parte romanzata che riguarda la protagonista, per l'inverosimilità dei suoi atteggiamenti (a dir poco improbabili all'epoca) e dei rapporti che l'autrice le fa instaurare (per altro nell'arco di pochissimi giorni) anche con personaggi realmente esistiti (vedi Lady Duff Gordon) passati alla storia per la loro superbia o peggio.
Ridicola la parte romantica con il marinaio Jim, una copia sbiadita del Jack del film.
Pessimo lo sviluppo attorno ai segreti del titolo, manca un climax degno di questo nome e quando si arriva al culmine in realtà non c'è nulla perchè si sapeva già tutto.
Evitabile l'inserimento della manifestazione delle suffraggette, immagino che l'intento fosse quello di sottolineare i cambiamenti in atto in quel periodo, ma buttare lì un tema così importante in maniera davvero tanto superficiale l'ho trovato proprio inutile.

Non mi aspettavo molto da questo libro, ma è riuscito a deludermi ugualmente.

Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro che costa meno di 10€" (numero 12 indizi difficili).

sabato 21 aprile 2018

"Titanic, la vera storia", Walter Lord


Anche a distanza di più di cent'anni penso siano poche le persone indifferenti al pensiero dell'affondamento del Titanic e questo anche prima del bellissimo film di Cameron. Erano anni che desideravo leggere un libro non romanzato sulla vicenda e chi ne ha letto tanti mi ha consigliato questo.

La storia è arcinota: la nave inaffondabile si inabissò nella notte fra il 14 e il 15 aprile del 1912, la sua quinta notte di viaggio, dopo essere entrata in collisione con un iceberg.
A bordo c'erano 2.223 persone e i morti furono più di 1.500.

Il libro comincia con l'impatto, che avvenne alle 23.40, e la prima metà riguarda le successive 2h e 40', quando la nave si spezzò affondando definitivamente. Grazie alle testimonianze raccolte, Walter Lord racconta dettagliatamente chi fece (o non fece) cosa, sia fra l'equipaggio che fra i passeggeri.

Passa quindi a descrivere cosa accadde e quale fosse lo stato d'animo dei sopravvissuti  a bordo delle scialuppe, fino al recupero degli stessi da parte della nave Carpathia.

Contemporaneamente spiega le reazioni a terra all'arrivo della notizia, con tutti i dubbi dovuti ai mezzi di comunicazione dell'epoca, e l'ovvia incredulità alla divulgazione.

Infine tratteggia brevemente le indagini che vennero fatte in seguito: questa è stata una parte deludente, avrei preferito informazioni più approfondite e mi piacerebbe leggere un testo più accurato sotto questo punto di vista.

Il libro mi è comunque piaciuto, certe cose le sapevo, come chiunque, ad esempio che sulle scialuppe ci sarebbe stato posto per 400 persone in più e che quelle morti inutili siano state causate non tanto dalla fretta e dall'agitazione del momento, ma dall'egoismo della classe privilegiata. Avevo un vago ricordo del fatto che sul Titanic avessero ignorato tante (ben sei) segnalazioni dei ghiacci da parte di altre navi durante quel 14 aprile, però non sapevo che furono loro a lanciare il primo SOS della storia (prima veniva lanciato un altro segnale, CQD) nè che a soli 19 km dal punto dell'impatto era ferma (proprio per il timore dei ghiacci) un'altra nave, il Californian, che avrebbe potuto arrivare in tempo per salvare tutti o quasi e che, invece, non si mosse, perchè non capì (o non volle capire).

Ricco di immagini dell'epoca, ho apprezzato lo stile di scrittura, molto scorrevole, non dimostra affatto gli anni che ha, cosa che non vale per certe osservazioni classiste e sessiste dell'autore, che però nel 1955 potevano considerarsi comuni.

Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro illustrato" (numero 32 indizi facili).