martedì 5 giugno 2018

"Il libro dei Baltimore", Joel Dicker


L'anno scorso ho adorato "La verità sul caso Harry Quebert" e Dicker è riuscito a coinvolgermi esattamente allo stesso modo grazie allo stile con cui gestisce i continui salti temporali e i tanti intrecci della trama: quasi in ogni capitolo c'è una svolta, ma quello successivo riporta la narrazione a un tot di anni prima o dopo. Poi il punto viene ripreso e spiegato più avanti, magari con l'aggiunta di un nuovo particolare che tiene incollati alla lettura.

Siamo di nuovo negli Stati Uniti e il presente della storia si svolge nel 2012. Il protagonista è lo stesso, Marcus Goldman, l'ex studente e amico di Harry Quebert, e questa volta ci racconta la sua storia, ma soprattutto quella di un ramo della sua famiglia: i Goldman di Baltimore.

Zio Saul, zia Anita, Hillel e Woody: avvocato di successo lui, medico lei, hanno fatto fortuna grazie alla Borsa che li ha portati a vivere in una villa bellissima in un quartiere residenziale, ad averne un'altra negli Hamptons, più un lussuoso appartamento in Florida. Ed è in questi posti che Marcus fin da bambino li raggiunge, gonfio di amore e di ammirazione per questa famiglia che, ai suoi occhi, in comune con la sua ha soltanto il cognome.

Perchè lui e i suoi genitori sono i Goldman di Montclair, una famiglia a cui non manca nulla, ma con mezzi e carisma ben più modesti rispetto ai Baltimore, come nonna Goldman non manca mai di rimarcare. 

Fin dall'inizio, però, sappiamo che il prestigio dei Baltimore avrà una fine perchè nel 2004 è avvenuta "la Tragedia"...

Amazon (e non solo) lo classifica come giallo-thriller: sicuramente "la Tragedia", a cui Dicker fa continui riferimenti, crea suspense, prima per capire cosa sia successo e dopo per capire perchè è successo, ma per me è una saga familiare a tutti gli effetti, che tocca tre generazioni risalendo fino al 1969. 
C'è tutto: amore (uomo e donna, ragazzo e ragazza, genitori e figli, fratelli, cugini) e amicizia, ammirazione e invidia, stima e gelosia, rancore e perdono. Si parla di bullismo, di maltrattamenti, di prevaricazione, ma anche di altruismo, solidarietà e cameratismo (quello buono).

E ci sono i rimpianti, quelli che fanno di questa storia una storia amara portando a riflettere su quante vite, quanti rapporti è facile rovinare per una cosa non detta in nome dell'orgoglio o per un'altra detta per rabbia oppure per l'assurda pretesa che gli altri ci capiscano anche se non diciamo cosa pensiamo, proviamo, speriamo.

Una piccola nota: la madre di Marcus, che nel libro di Quebert mi aveva irritato per la sua stupidità, qua è una donna equilibrata e una mamma affettuosa e sensata. Però il personaggio di troppo non manca: Leo, l'invadente vicino di casa di Marcus, assolutamente inutile!

Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro con un animale in copertina" (numero 48 indizi facili). 


Guest star: Gippi