giovedì 30 maggio 2019

"La vita perfetta", Renee Knight


Tarifa (Andalusia), 14 agosto 1993. I Ravenscroft, Catherine, Robert e il piccolo Nicholas di cinque anni, stanno trascorrendo una tranquilla vacanza al mare quando lui è costretto ad anticipare il rientro a causa del lavoro. Insiste perchè moglie e figlio non si perdano gli ultimi tre giorni di relax e divertimento, senza poter prevedere che lei tornerà a Londra con un terribile segreto.
La loro vita va avanti (perfetta, all'apparenza), finchè vent'anni dopo Catherine riceve un libro, "Un perfetto sconosciuto", e non le ci vuole molto a capire che la Charlotte protagonista del romanzo è lei e che quindi al mondo esiste almeno una persona al corrente di ciò che avvenne tanti anni prima in Spagna...

Un thriller psicologico con una partenza lenta, ma che poi si rivela una piacevole sorpresa. Il colpo di scena è di quelli che portano a ripensare a tutta la vicenda stravolgendo, in negativo e in positivo, l'idea che ci si era fatta dei vari personaggi. Non è però un finale a sorpresa in senso stretto, arriva un po' troppo presto e questo fa apparire prolissi gli ultimi capitoli, sensazione parzialmente mitigata da un ultimo "colpettino".

L'autrice è stata molto brava nell'alternare, non solo passato e presente, ma anche l'uso della prima e della terza persona, descrivendo poi benissimo ogni personaggio. Tutti scatenano sentimenti forti e opposti, prima per il come sembra, poi per il come è.
E la verità che emerge fa anche cambiare genere al romanzo, da thriller a drammatico, soprattutto se la lettrice è donna.

Reading Challenge 2019: collegamento con la traccia musicale di maggio per la parola "vita" nel titolo e il mare in copertina

mercoledì 29 maggio 2019

"Cicatrice", Sara Mesa


Spagna, giorni nostri. Sonia ha 22 anni e un noioso lavoro di inserimento dati all'archivio di Stato, mansione che ha il solo vantaggio di permetterle di navigare in rete. In un forum dedicato ai libri conosce un coetaneo che vive a 700 km da lei e che ha adottato come nickname Knut Hamsun, scrittore norvegese processato per collaborazionismo al termine della seconda guerra mondiale.
Subito lui le chiede l'invio di una foto, lei lo accontenta con una anacronistica foto tessera e Knut la ricompensa con un pacco pieno di libri: è l'inizio di un rapporto morboso fatto di regali (tutti rubati), mail, SMS, telefonate e pochissimi incontri.

Romanzo fra i più disturbanti che abbia mai letto, decisamente molto diverso da quello che mi aspettavo dalla trama, vale a dire il racconto di una passionale storia d'amore nata sul web. Invece fra Sonia e Knut non c'è nè amore nè passione, solo un rapporto morboso fra una ragazza annoiata che, neppure dopo essere diventata moglie e madre, riesce a fare a meno delle attenzioni che riceve da questo ragazzo con chiari atteggiamenti da stalker, un po' misantropo, un po' misogino e con forti repressioni nel riguardo del sesso, palesemente riconducibili al complesso di Edipo.

Un personaggio detestabile sotto ogni punto di vista, anche se a darmi più fastidio è stato l'atteggiamento di lei, la sua pochezza nel sentirsi lusingata dai doni (furti) di lui, il continuo altalenarsi fra il desiderio di compiacerlo e il non essere capace di chiudere questo rapporto malsano, trascinandolo per otto anni, nonostante la repulsione che prova per lui.

Appurato che non si trattava del romanzo rosa, o giù di lì, che credevo, apprezzo senz'altro la capacità dell'autrice nel raccontare la storia che voleva lei, ma - pregi stilistici a parte - resta comunque una storia che avrei preferito non leggere.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di maggio. Lo collego a "La ghostwriter di Babbo Natale" perchè scritti da donne

lunedì 27 maggio 2019

"La ghostwriter di Babbo Natale", Alice Basso


Torino, 24 dicembre 2006. Da gennaio Vani Sarca lavora per la casa editrice L'Erica e, grazie all'indipendenza economica raggiunta, da giugno ha finalmente potuto affittare un appartamentino dove può crogiolarsi in tutta la sua amata solitudine. E lei vorrebbe trascorrere da sola anche la vigilia di Natale, invece - oltre a ricevere la molesta visita dell'intera famiglia - si troverà anche a dover lavorare per Babbo Natale...

Secondo racconto che, come "Nascita di una ghostwriter", è un prequel dei romanzi della Basso. Anche in questo caso una storia leggera, ma più simpatica, che si sviluppa nell'arco di poche ore. Questa volta il personaggio che ritroviamo è Morgana, l'adolescente vicina di casa del primo romanzo (l'unico che per ora ho letto): soltanto 7 anni, ma con qualità tali da spingere Vani a rivedersi in lei.

Come l'altro, non imperdibile, ma godibile.
    
Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di maggio. Lo collego a "Nel guscio" per il cognome della traduttrice (Susanna Basso)

domenica 26 maggio 2019

"Nel guscio", Ian McEwan


Londra, Hamilton Terrace: è lì che sorge l'edificio georgiano che John Cairncross, giovane poeta squattrinato, ha ereditato ed è lì che ha vissuto con la bella moglie Trudy prima che lei lo cacciasse di casa invocando un periodo di tregua. Adesso a dividere il letto con Trudy è Claude, rozzo agente immobiliare, nonchè fratello di John. Ma il cattivo gusto dei due cognati va ben oltre: progettano di uccidere John per impossessarsi della casa che, nonostante il degrado in cui versa, ha un potenziale valore di 7-8 milioni di sterline.
E la triste storia ha uno spettatore insolito: il feto di 38 settimane che Trudy porta in grembo.

Dall'interno del suo guscio il colto inglesino è la voce narrante di questo breve romanzo, una geniale rivisitazione dell'Amleto di Shakespeare, che non fatico a immaginare come splendido monologo teatrale.

Alternando saccenza e irriverenza, il piccolo non nato descrive, commenta e giudica i comportamenti della madre e dello zio, quello che mangiano, quello che bevono, quello che fanno dentro e fuori dal letto e quello che complottano, angosciandolo al pensiero della sorte che attende il suo ignaro papà e anche riguardo al suo possibile futuro insieme a quei due.

Ma, grazie alle trasmissioni radio che ascolta attraverso il ventre della madre, ha già le idee chiare su politica, economia, situazione sociale, ed è consapevole della sua buona sorte: "sarei potuto venire al mondo in un luogo peggiore e in tempi di gran lunga più tetri di questi", un'ovvietà che da sola basterebbe a far sparire il razzismo degli uomini se solo tutti fossero in grado di comprenderne la logica.

Per il terzo anno di fila (ma è stato un caso) maggio mi ha regalato dei bei momenti in compagnia di McEwan, indubbiamente di un livello superiore rispetto alle mie letture abituali.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di maggio. Lo collego a "Il curioso caso di Banjamin Button" perchè entrambi gli autori sono uomini



venerdì 24 maggio 2019

"Il curioso caso di Banjamin Button", Francis Scott Fitzgerald

Blatimora, 1860. Benjamin Button nasce anziano. Con sembianze, comportamenti, interessi, ecc, di un uomo di circa settantanni. Un caso unico e inspiegabile di cui i genitori si vergognano, che i medici biasimano e di cui i conoscenti sparlano, tutti uniti solo nel provare imbarazzo. Nessuno cerca di capire la situazione del diretto interessato che comunque va avanti... andando indietro, cioè ringiovanendo.

Un piacevole racconto, una storia così particolare che avrebbe sicuramente meritato di essere un romanzo. Benjamin, sia da bambino vecchio che poi da vecchio bambino, mi ha suscitato quel livello di tenerezza che di solito solo gli animali riescono a smuovere in me.

Perchè se anche la vicenda viene raccontata quasi con divertimento, sono pesanti sia le condizioni di vita di questa persona in ogni fascia di età, che per forza di cose è sempre sbagliata, sia e soprattutto per la tristezza dell'ottusità comune nel prendere le distanze dal diverso.

Reading Challenge 2019: per questo testo uso il bonus casata che noi Lost in Austen ci siamo aggiudicate ad aprile

giovedì 23 maggio 2019

"Passione vintage", Jennifer Wolff


Blackheath, 1993. Emma e Phoebe sono due bambine di 9 anni che giocano felici in giardino. Si sono conosciute a scuola solo pochi mesi prima, dopo che Emma si è trasferita in Inghilterra dal Sudafrica con la famiglia, ma sono già amiche del cuore.
Avignone, 1943. Thérèse e Monique hanno 13 anni, anche loro si sono conosciute da poco dopo il trasferimento di Monique in Provenza da Parigi e anche loro sono amiche del cuore, ma non spensierate come le altre due, perchè sono gli anni della guerra e la famiglia di Monique è ebrea.
Londra, 2007. Adesso sono Phoebe e Thérèse ad essere diventate buone amiche, dopo essersi conosciute quando l'anziana signora ha deciso di vendere alcuni sui splendidi capi vintage al negozio che Phoebe ha aperto da pochi mesi, dopo aver lavorato per 12 anni nel reparto tessile di Sotheby's grazie alla sua laurea in storia della moda.
La grande differenza d'età è passata in secondo piano quando hanno scoperto di avere in comune due cose: il ricordo di una grande amicizia e i rimpianti per quello che non hanno fatto.

Di Isabel Wolff in passato avevo già letto anche i suoi tre precedenti romanzi, un genere chick lit più elegante e meno divertente rispetto a quello della Kinsella, ma con in comune lo stile inglese e il lieto fine: sto sempre molto attenta a non fare spoiler, ma chi si avvicina a questo genere di libri sa benissimo che si tratta di una narrativa contemporanea ben lontana dal dramma. Inoltre la parte romantica in questa storia è solo un piccolo contorno: protagoniste indiscusse sono l'amicizia e la moda vintage.

Ho trovato toccanti le vicende delle due amicizie, mi hanno commossa e fatto arrabbiare perchè i sensi di colpa delle due sono ben motivati.
Invece mi sono un po' pesate le tante e dettagliate descrizioni di abiti, tessuti, fogge, ecc, perchè non sono un'appassionata nè di moda nè di vintage.
In questo senso è un libro che saprei a chi regalare ^^

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di maggio. Lo collego a "La bambina nel bosco" perchè entrambe le autrici sono europee