lunedì 29 luglio 2024

"Due sorelle", David Foenkinos

 

"In un primo momento, Mathilde notò che Étienne aveva una strana espressione. E fu così che la storia ebbe inizio, in modo quasi banale. Non è quello che succede in tutte le tragedie?"

Parigi, giorni nostri. La tragedia per Mathilde è quella di venire lasciata da Étienne proprio quando si aspettava di ricevere la proposta di matrimonio. Aveva notato una certa tensione nel compagno, ma gli aveva creduto quando le aveva detto di essere stressato a causa del lavoro.
E invece Mathilde viene presto scaricata senza una motivazione precisa. Motivazione a cui riesce a dare un nome solo tre settimane dopo: Iris. Quella Iris che aveva lasciato Étienne per trasferirsi in Australia proprio poco prima che loro due si conoscessero. E adesso andrà a vivere con lei, obbligandola così anche a lasciare l'appartamento perché con il suo stipendio di insegnante non può permettersi di pagare l'intero l'affitto.
Sarà Agathe a ospitarla: ma cosa può venire fuori da una convivenza forzata fra due sorelle che sono legate solo dal vincolo di parentela?

Scritto nel 2019, è il quarto romanzo che leggo dell'autore e al momento è quello che mi è piaciuto di più.
Privo dell'ironia, a volte un po' forzata, che caratterizzava almeno due delle precedenti letture, "Due sorelle" racconta una storia dove il dramma nasce dalla fine della storia d'amore della protagonista spostandosi poi sul rapporto familiare.

Lo stile è fluido e veloce, le 240 pagine sono fasulle perché il libro è diviso in un'infinità di capitoli, molti formati da periodi brevissimi ("Il mattino arrivò senza soluzione di continuità con la notte. Persino il colore era quello di una seconda notte."). Ho letto la versione digitale, ma immagino che con questa struttura in quella cartacea abbondi lo spazio bianco - se, come penso, ogni capitolo inizia in una nuova pagina -  e questo spiega perché sono riuscita a finirlo in circa tre ore.

E' un libro intenso che trascina il lettore nel vortice di una testa malata, quella di Mathilde che non riesce ad accettare la separazione da Étienne.
"In meno di un minuto era riuscita a sapere dove trovare la donna che le aveva distrutto la vita. Si fermò a riflettere su quell’ultima frase: no, la responsabilità non era di quella ragazza, era Étienne che aveva deciso di lasciarla. Era lui che aveva distrutto tutto. Poi ci ripensò e tornò alla prima ipotesi: era stata Iris a rovinare tutto tornando in Francia. Mathilde non riusciva ad accettare che a volte le storie d’amore finiscono da sole. Non riusciva ad accettare di essere vittima della loro riconciliazione, anche se niente era stato fatto contro di lei e non c’era stata alcuna dichiarazione di guerra volta a scalzarla. Ai suoi occhi, il risultato era lo stesso. Si sentiva amputata di una parte della sua vita per colpa loro, e in un modo o nell’altro dovevano pagare. Non c’era alcun motivo perché fosse lei l’unica a soffrire.
Più passavano i giorni e più la rabbia aumentava. Non aveva mai provato un simile odio, le faceva quasi male al petto, era terribile. Aveva sempre detestato le storie di gelosia e violenza, e aveva sempre cercato di scacciare i pensieri negativi. Non riusciva a capire quale forza oscura la stesse assalendo, facendola sprofondare in un vortice di pensieri morbosi. Era assurdo, ma non c’era niente da fare."
Pensieri che fanno paura perché immagino che siano alla base di tante, troppe vicende reali di cui poi leggiamo l'epilogo nella cronaca nera. E Mathilde, ritrovandosi a vivere nel piccolo appartamento della sorella con il cognato e la nipotina, non riesce ad andare avanti, ma solo a trovare altre persone a cui attribuire la colpa della sua infelicità. Un libro davvero bello, con un finale sorprendente. "Il mistero di Henri Pick" "Mi è passato il mal di schiena" "Le nostre separazioni"

Reading Challenge 2024, traccia annuale Sanremo: abbino il libro a "Sorelle d'Italia" (1991)

sabato 27 luglio 2024

"David Copperfield", Charles Dickens

 

Blundeston, Suffolk (Inghilterra orientale), marzo 1820. La vita comincia in salita per il piccolo David: orfano di padre già alla nascita, viene privato della serenità e dell'amore che caratterizzano i suoi primi anni di vita quando la madre sposa in seconde nozze Edward Murdstone, uomo autoritario e intransigente, al pari della sorella Jane.
E' David, moltissimi anni dopo, a raccontarci la sua vita e quella delle persone che ha amato e odiato, in entrambi i casi sempre ricambiato.

Se la Reading Challenge non prevedesse anche un abbozzo di trama nelle recensioni, probabilmente avrei evitato di scrivere queste poche righe, perché tutti conoscono la storia di David Copperfield. 

Un librone (1022 pagine nell'edizione in mio possesso) che mi sono decisa a leggere solo perché non volevo avere questa lacuna prima di affrontare "Demon Copperhead" di Barbara Kingsolver.
Facendomi sempre intimorire dai tomi, ammetto di aver preso in considerazione anche l'idea di cercare in rete un bel riassunto esaustivo di Copperfield... Ma le scorciatoie hanno sempre fatto a pugni con il mio carattere (tranne quando mi permettono di risparmiare fatica fisica ^^), così ho aspettato la prima parte delle mie ferie estive e mi sono buttata (questo è stato un errore perché ormai, con il lavoro in edicola sempre più scarso, è proprio stando in negozio che riesco a leggere tanto).

Sono felice di averlo fatto, non solo perché adesso sono pronta per Copperhead (che però non ho intenzione di leggere nell'immediato), ma anche perché Copperfield mi è piaciuto più di tanti altri classici letti in passato.

L'inizio è stato coinvolgente e straziante come mi aspettavo: leggere di David bambino che piange avvolto nel suo trapuntino quando trascorre la sua prima notte nella stanzetta in cui è stato relegato dal patrigno mi ha messo sulle spalle quel carico di tristezza che di solito provo quando le vittime sono animali ed è solo uno dei tanti esempi delle traversie che Dickens fa sperimentare al suo piccolo protagonista.

Ma quando Copperfield arriva a Dover, con mia grande sorpresa, tutto cambia. Solo adesso che ho letto il libro posso includermi in quei "tutti" sopracitati: prima ero convita che la storia fosse costellata dall'inizio alla fine di dolori e drammi, soprusi e ingiustizie di vario genere, cosa che non è. Con questo non intendo sminuire l'orfano bambino né il giovane vedovo, ma - considerando la piega che avrebbe potuto prendere la sua vita se la zia Betsey gli avesse voltato le spalle quando era adolescente o anche solo se i Copperfield non fossero stati benestanti - David ha oggettivamente avuto un'esistenza senza dubbio migliore e più facile di tanti poveri (letteralmente) bambini dell'Ottocento.

Ho comunque molto apprezzato il modo in cui Dickens - di cui in precedenza avevo letto soltanto "Canto di Natale" - ha reso degni di stima personaggi appartenenti a categorie discriminate ancora oggi (un esempio su tutti: la prostituta Martha) senza mancare mai di evidenziare gli abusi e la mancanza di umanità di chi grazie al denaro e/o alla posizione si trova ad aver quel potere tanto pericoloso quando è in mano a chi è privo di empatia.

Reading Challenge 2024, traccia stagionale crucipuzzle, estate: orfano nel testo

lunedì 8 luglio 2024

"Camera con balcone", Charles Exbrayat

 

Callander (orgoglio della contea di Perth), settembre 1963. Sono le otto e dieci del mattino quando Imogène McCarthery scende dal treno e, dopo tre anni, respira finalmente l'aria della sua amata terra. Arrivata a 53 anni e ormai prossima alla pensione, è lì che vuole tornare a vivere, ignorando che la maggior parte degli abitanti della cittadina non la considerano un'eroina per i fatti accaduti tre anni prima, ma una pericolosa minaccia alla tranquillità del posto e alla vita delle persone.
E, forse, non hanno tutti i torti visto che dopo appena sei ore dal suo arrivo Callander si ritrova già a fare i conti con il primo cadavere!

Scritto nel 1960, titolo originale "Imogène est de retour", è il secondo libro di una serie di sette che hanno come protagonista Imogène. A marzo avevo letto la prima puntata, "La signora in tweed", che avevo definito una letturina piacevole e divertente, mentre questa l'ho patita parecchio, trascinandomi le 204 pagine per ben nove giorni, finendo sempre per preferirgli l'altra lettura in corso prima di arrivare a ieri, quando mi sono imposta di terminarlo (avevo superato di poco la metà) per poterlo archiviare prima di partire (domani) per le meritate vacanze estive.

Non ci sono sostanziali differenze fra i due libri di Exbrayat: ad esempio lo stile è chiaramente lo stesso e quello continuo a considerarlo piacevole, ma anche le gag non sono cambiate - dettate dall'irruenza di Imogène, dai suoi continui battibecchi con il sergente McClostaugh, dai fraintendimenti reciproci - e la ripetizione continua diventa presto monotona.
Si salvano solo le esternazioni contro gli inglesi ^^

"Non avrebbe mai capito perché il buon Dio aveva ritenuto utile creare gli inglesi."

La storia gialla l'ho addirittura preferita a quella del primo libro: abbandonato il ruolo di spia, qui Imogène diventa la tipica detective dilettante di tanti libri e telefilm un po' datati, ma - a fronte di pochi sviluppi che riguardano la vicenda - ognuno dei dieci capitoli, tutti di una ventina di pagine, si dilungano nei ripetitivi siparietti sopra citati, mettendo a dura prova la voglia di proseguire la lettura.

Tanta fatica per arrivare, poi, a un finale frettoloso, liquidato con un resoconto fatto da un personaggio alla protagonista, cosa che ha sancito definitivamente la mia decisione di non procedere con gli altri libri della serie quando verranno tradotti.

Del resto se chi ha scritto la sinossi non ha neppure letto il libro ("Finché, sporgendosi dal balcone della sua stanza, non vede per caso la sagoma di un uomo senza vita": c'è scritto questo, ma le cose non vanno affatto così), non verrò certo presa dai rimorsi nel dire addio all'indomabile scozzese.

"Viva la Scozia! Abbasso gli oppressori inglesi!"

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda luglio: Francia


giovedì 4 luglio 2024

"Mariani. Il caso cuorenero", Maria Masella

  

Genova, lunedì 26 dicembre di un anno non precisato. Mariani si attiva subito e, due giorni dopo aver saputo da Francesca che Cabel Oxa non è tornato da lei a prendere gli indumenti smessi che gli aveva promesso, riesce a localizzarlo nel reparto rianimazione di Asti, ricoverato dopo essere stato picchiato con una spranga di ferro.
Oxa - che tre mesi prima era rimasto indirettamente coinvolto in un caso dell'ispettore e che poi lui aveva aiutato trovandogli lavoro in un cantiere e, come extra, facendogli anche ritinteggiare l'appartamento della moglie - è una brava persona ed è per questo che Mariani va a trovarlo in Piemonte. L'uomo è in gravi condizioni e riesce a dire soltanto due parole: cuore nero. 
Mariani non ne capisce il senso, finché quattro settimane dopo nell'eterno cantiere di fronte a Brignole viene ritrovato il cadavere di un malavitoso e le due parole pronunciate da Cabel cominciano a martellare nella testa di Mariani: perché il morto aveva proprio un cuore nero tatuato sul polso.

Scritto nel 2006, il libro è la sesta puntata della serie con protagonista il commissario Antonio Mariani. Pur raccontando, come sempre, una storia autoconclusiva, porta avanti la trama orizzontale che riguarda soprattutto (ma non solo) la vita privata del protagonista.

Fra il romanzo precedente e questo la Masella ha creato un autentico ponte: "Giorni contati" si chiudeva il sabato sera, con Francesca sulla soglia della porta di casa del marito (i due sono momentaneamente separati: tutta la loro relazione è costellata da continui tira e molla) e questo riparte meno di quarantotto ore dopo.

Senza fare spoiler, posso tranquillamente dire che anche il finale del sesto volume lancia un ponte verso il successivo: non sono finali aperti perché - come dicevo - le vicende gialle si concludono in ogni libro, ma si tratta di prologhi anticipati che possono ricordare il "nella prossima puntata" tanto comuni quando le serie TV le chiamavamo telefilm. E se su schermo ho sempre detestato quegli spoiler, il ricorso della Masella a questo sistema mi piace, è furbo perché spinge a iniziare subito il libro successivo, cosa che farei se non avessi una Challenge da seguire con le sue tracce da rispettare ^^

Il giallo di questo caso è un po' più articolato rispetto ai precedenti e, seppur bastato su una casualità piuttosto improbabile, è comunque costruito in maniera coinvolgente e convincente.
Stona solo l'incredibile acume di Francesca: questa volta intuisce con sorprendente facilità (e avendo anche pochi elementi a disposizione)  la password di un portatile, dopo che l'ispettore esperto di informatica ci aveva lavorato inutilmente per giorni.

Francesca, insieme alla madre di Mariani, è l'unico personaggio femminile fisso della serie (ci sono anche le due figlie della coppia, ma sono due bambine piccole che fanno da tenero contorno) e non mi piace il ruolo che la Masella ha inventato per lei: ben vengano le donne indipendenti, tenaci, forti e sicure di sé, ma la tuttologia è irritante anche in Pico De Paperis!

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda luglio: Italia


lunedì 1 luglio 2024

Reading Challenge: le tracce di luglio

 

TRACCE MENSILI

Libere:
  • libri di genere ibrido
  • libri in cui c'è un matrimonio
  • libri con l'epilogo

Traccia gioco di società: Hotel, 
libri in cui i personaggi soggiornano in un hotel


Traccia vagabonda: 
  • Italia: Mariani, il caso cuorenero, Maria Masella (2 punti)
  • Francia: Camera con balcone, Charles Exbrayat (2 punti)

I miei punti di luglio: 4