lunedì 8 luglio 2024

"Camera con balcone", Charles Exbrayat

 

Callander (orgoglio della contea di Perth), settembre 1963. Sono le otto e dieci del mattino quando Imogène McCarthery scende dal treno e, dopo tre anni, respira finalmente l'aria della sua amata terra. Arrivata a 53 anni e ormai prossima alla pensione, è lì che vuole tornare a vivere, ignorando che la maggior parte degli abitanti della cittadina non la considerano un'eroina per i fatti accaduti tre anni prima, ma una pericolosa minaccia alla tranquillità del posto e alla vita delle persone.
E, forse, non hanno tutti i torti visto che dopo appena sei ore dal suo arrivo Callander si ritrova già a fare i conti con il primo cadavere!

Scritto nel 1960, titolo originale "Imogène est de retour", è il secondo libro di una serie di sette che hanno come protagonista Imogène. A marzo avevo letto la prima puntata, "La signora in tweed", che avevo definito una letturina piacevole e divertente, mentre questa l'ho patita parecchio, trascinandomi le 204 pagine per ben nove giorni, finendo sempre per preferirgli l'altra lettura in corso prima di arrivare a ieri, quando mi sono imposta di terminarlo (avevo superato di poco la metà) per poterlo archiviare prima di partire (domani) per le meritate vacanze estive.

Non ci sono sostanziali differenze fra i due libri di Exbrayat: ad esempio lo stile è chiaramente lo stesso e quello continuo a considerarlo piacevole, ma anche le gag non sono cambiate - dettate dall'irruenza di Imogène, dai suoi continui battibecchi con il sergente McClostaugh, dai fraintendimenti reciproci - e la ripetizione continua diventa presto monotona.
Si salvano solo le esternazioni contro gli inglesi ^^

"Non avrebbe mai capito perché il buon Dio aveva ritenuto utile creare gli inglesi."

La storia gialla l'ho addirittura preferita a quella del primo libro: abbandonato il ruolo di spia, qui Imogène diventa la tipica detective dilettante di tanti libri e telefilm un po' datati, ma - a fronte di pochi sviluppi che riguardano la vicenda - ognuno dei dieci capitoli, tutti di una ventina di pagine, si dilungano nei ripetitivi siparietti sopra citati, mettendo a dura prova la voglia di proseguire la lettura.

Tanta fatica per arrivare, poi, a un finale frettoloso, liquidato con un resoconto fatto da un personaggio alla protagonista, cosa che ha sancito definitivamente la mia decisione di non procedere con gli altri libri della serie quando verranno tradotti.

Del resto se chi ha scritto la sinossi non ha neppure letto il libro ("Finché, sporgendosi dal balcone della sua stanza, non vede per caso la sagoma di un uomo senza vita": c'è scritto questo, ma le cose non vanno affatto così), non verrò certo presa dai rimorsi nel dire addio all'indomabile scozzese.

"Viva la Scozia! Abbasso gli oppressori inglesi!"

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda luglio: Francia


giovedì 4 luglio 2024

"Mariani. Il caso cuorenero", Maria Masella

  

Genova, lunedì 26 dicembre di un anno non precisato. Mariani si attiva subito e, due giorni dopo aver saputo da Francesca che Cabel Oxa non è tornato da lei a prendere gli indumenti smessi che gli aveva promesso, riesce a localizzarlo nel reparto rianimazione di Asti, ricoverato dopo essere stato picchiato con una spranga di ferro.
Oxa - che tre mesi prima era rimasto indirettamente coinvolto in un caso dell'ispettore e che poi lui aveva aiutato trovandogli lavoro in un cantiere e, come extra, facendogli anche ritinteggiare l'appartamento della moglie - è una brava persona ed è per questo che Mariani va a trovarlo in Piemonte. L'uomo è in gravi condizioni e riesce a dire soltanto due parole: cuore nero. 
Mariani non ne capisce il senso, finché quattro settimane dopo nell'eterno cantiere di fronte a Brignole viene ritrovato il cadavere di un malavitoso e le due parole pronunciate da Cabel cominciano a martellare nella testa di Mariani: perché il morto aveva proprio un cuore nero tatuato sul polso.

Scritto nel 2006, il libro è la sesta puntata della serie con protagonista il commissario Antonio Mariani. Pur raccontando, come sempre, una storia autoconclusiva, porta avanti la trama orizzontale che riguarda soprattutto (ma non solo) la vita privata del protagonista.

Fra il romanzo precedente e questo la Masella ha creato un autentico ponte: "Giorni contati" si chiudeva il sabato sera, con Francesca sulla soglia della porta di casa del marito (i due sono momentaneamente separati: tutta la loro relazione è costellata da continui tira e molla) e questo riparte meno di quarantotto ore dopo.

Senza fare spoiler, posso tranquillamente dire che anche il finale del sesto volume lancia un ponte verso il successivo: non sono finali aperti perché - come dicevo - le vicende gialle si concludono in ogni libro, ma si tratta di prologhi anticipati che possono ricordare il "nella prossima puntata" tanto comuni quando le serie TV le chiamavamo telefilm. E se su schermo ho sempre detestato quegli spoiler, il ricorso della Masella a questo sistema mi piace, è furbo perché spinge a iniziare subito il libro successivo, cosa che farei se non avessi una Challenge da seguire con le sue tracce da rispettare ^^

Il giallo di questo caso è un po' più articolato rispetto ai precedenti e, seppur bastato su una casualità piuttosto improbabile, è comunque costruito in maniera coinvolgente e convincente.
Stona solo l'incredibile acume di Francesca: questa volta intuisce con sorprendente facilità (e avendo anche pochi elementi a disposizione)  la password di un portatile, dopo che l'ispettore esperto di informatica ci aveva lavorato inutilmente per giorni.

Francesca, insieme alla madre di Mariani, è l'unico personaggio femminile fisso della serie (ci sono anche le due figlie della coppia, ma sono due bambine piccole che fanno da tenero contorno) e non mi piace il ruolo che la Masella ha inventato per lei: ben vengano le donne indipendenti, tenaci, forti e sicure di sé, ma la tuttologia è irritante anche in Pico De Paperis!

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda luglio: Italia


lunedì 1 luglio 2024

Reading Challenge: le tracce di luglio

 

TRACCE MENSILI

Libere:
  • libri di genere ibrido
  • libri in cui c'è un matrimonio
  • libri con l'epilogo

Traccia gioco di società: Hotel, 
libri in cui i personaggi soggiornano in un hotel


Traccia vagabonda: 
  • Italia: Mariani, il caso cuorenero, Maria Masella (2 punti)
  • Francia: Camera con balcone, Charles Exbrayat (2 punti)

I miei punti di luglio: 4


domenica 30 giugno 2024

"Il primo sole dell'estate", Daniela Raimondi

 

Stellata (Ferrara), gennaio 2015. Norma Martiroli ha quasi 70 anni e lascia Londra, dove si era trasferita quando ne aveva 27, per tornare nel paesino emiliano dov'è nata per assistere la madre Elsa, giunta quasi al capolinea della sua esistenza. E' quello che ci si aspetta che una figlia faccia, anche quando quella figlia ricorda di aver ricevuto ben poche manifestazioni d'affetto dalla donna che l'ha generata e che, patendo il tradimento del marito, non ha saputo tenere separati i ruoli di moglie e di madre.
E adesso, con ben poco tempo rimasto da condividere con lei, Norma - fra una passeggiata lungo l'argine e tante serate solitarie - ne ha molto per ricordare il suo passato e quello della sua grande famiglia.

Quando nel novembre 2022 avevo letto "La casa sull'argine" avevo imputato al libro il difetto di essere un testo unico: facendo un paragone con la saga dei Cazalet, avevo scritto che avrei voluto almeno una trilogia e Daniela Raimondi mi ha in parte accontentata.

"Il primo sole dell'estate", pubblicato lo scorso anno, non è propriamente il seguito del primo romanzo, ma rappresenta la sua estensione.
Nelle 400 pagine della prima puntata veniva seguito l'ordine cronologico che abbracciava due secoli e mezzo di storia della famiglia Casadio, mentre in queste (di nuovo 400) c'è una protagonista assoluta, Norma (nipote di Neve Casadio), già narratrice dell'epilogo del libro precedente e adesso unica voce narrante, che ripercorre la sua intera vita, allargandosi anche ad altri personaggi della famiglia, non solo quelli suoi contemporanei.

La Raimondi è brava a riprendere gli aspetti principali senza annoiare chi già li conosce e senza seminare lacune in chi si approccia a lei per la prima volta, ma la cosa giusta da fare è leggere i due libri in ordine di pubblicazione.

Il libro racconta molto più della storia d'amore fra Norma ed Elia, come la sinossi lascia intendere. C'è tanto amore, ma non è affatto un libro romantico. Abbonda il dramma, soprattutto se si sa cosa voglia dire vedere la propria madre morire per malattia o se si è sperimentato il calvario delle (inutili) cure per la fertilità.

Non manca il realismo magico, che nella penna della Raimondi non mi disturba più di tanto perché mi rimanda a Isabel Allende, e anche questa volta, purtroppo di nuovo più superficialmente di quanto mi sarebbe piaciuto, l'autrice scandisce le vicende di suoi personaggi con eventi che hanno fatto la storia, dagli assestamenti del dopoguerra al boom del miracolo italiano, dalla guerra fredda ai nostri anni di piombo, chiaramente con un riflettore puntato sull'Inghilterra, dove vive Norma, ma anche con una interessante finestra sulla rivoluzione iraniana del 1979.

Non mi aspetto una terza puntata della saga perché credo che con la seconda il cerchio sia stato egregiamente chiuso, ma non mi spiacerebbe nemmeno fra un paio d'anni ritrovarmi di nuovo sull'argine fra api e libellule.

Reading Challenge 2024, traccia annuale Sanremo: abbino il libro a "Un pezzo d'estate" (2011)

sabato 29 giugno 2024

"Gente", Alan Bennett

 

South Yorkshire (Inghilterra del Nord). Le cose certe sono tre: la prima è che l'antica magione degli Stacpoole ha urgente bisogno di restauri; la seconda che Dorothy e June, le ultime discendenti della nobile famiglia che vi alloggia dal 1456, non hanno il denaro necessario; la terza riguarda il serio disaccordo fra le due sorelle per come uscire da quella situazione.
La minore, June, arcidiacono di Huddersfield, ha già preso accordi con il National Trust: donare la dimora all'ente non impedirebbe a Dorothy di continuare ad abitarvi, ma questa sa bene che dopo la ristrutturazione si ritroverebbe con la casa piena di gente, un continuo ficcanasare nelle sue stanze in nome della storia o, più banalmente, del turismo.
Per evitare questa tragedia anche lei si è attivata, suscitando l'interesse di un vecchio amico dei tempi in cui faceva l'indossatrice. Mr Theodore adesso fa il regista e vorrebbe girare fra quelle antiche mura il suo prossimo film. La seccatura è dover fare tutto in fretta e di nascosto perché Dorothy è pressoché certa che June avrà qualcosa da ridire su "Viva la coscia"!

"Tutto deve dare un profitto e non c’è nulla che non possa essere venduto e comprato"

E' stato solo cominciando a leggere la lunga introduzione di Bennett che ho capito di aver comprato un testo teatrale e non un romanzo. Non l'ho presa bene, nonostante abbia un bellissimo ricordo della mia unica altra lettura del genere ("Casa di bambola" di Ibsen), ma se Adelphi lo avesse scritto nella sinossi dubito che avrei comprato il librino.
Pur continuando a ritenere scorretta la mancanza di chiarezza, alla fine sono rimasta soddisfatta della lettura.

L'opera, scritta nel 2012 e andata in scena per la prima volta nell'ottobre dello stesso anno, si compone di due atti.

"Una commedia per l’Inghilterra"

Così la definisce l'autore nell'introduzione già citata, la cui lettura è fondamentale per capire il contesto e, in parte, le tematiche.

"A volte ho il sospetto che le mie commedie siano solo un pretesto per scrivere le introduzioni che di solito le accompagnano. Spesso si tratta di preamboli un po’ salottieri, con piccoli scorci sulle prove, ma mi forniscono anche una sorta di podio dal quale parlare di alcuni temi che affiorano, magari in maniera più diretta di quanto sia riuscito a fare nel testo."

Perché "Gente" è principalmente frivola e divertente, con Dorothy che ha riempito due o tre stanze della soffitta con i vecchi giornali che a un certo punto della sua vita aveva smesso di leggere e che ora sta recuperando, cosa che dà vita ad alcuni divertenti siparietti. Ad esempio quando cita preoccupata un articolo letto su un quotidiano del 1982:

DOROTHY: C'è una guerra dalle parti del Sudamerica.
JUNE: Quella guerra l'abbiamo vinta.
DOROTHY: Ecco, mi hai rovinato la sorpresa.

O quando Mr Lumsden del National Trust scova in un armadio due dozzine di vasi da notte (pieni) e Dorothy gli dice che contengono urina antica.

O un altro scambio di battute fra le due sorelle a proposito della questione che dà il titolo all'opera, quell'idiosincrasia verso le persone di cui Dorothy non ha l'esclusiva...

JUNE: Alla gente non si sfugge.
DOROTHY: Credevo che ai preti dovesse piacere, la gente.
JUNE: No. Noi dobbiamo amarla. È diverso.
DOROTHY: Ma tu credi in Dio?
JUNE: Siamo la Chiesa d’Inghilterra, non è richiesto.

Ma Bennett, fra un'irriverenza e l'altra, sa essere profondo e subito porta June sulla questione morale: la loro famiglia vive in quella magione dal 1456, devono in qualche modo riparare ai danni arrecati nel corso dei secoli.

"Questa casa fu costruita con i proventi della lana, e quindi i mezzadri furono costretti a lasciare le terre alle pecore. Dopo le pecore ci fu il ferro e dopo il ferro lo zucchero, e lo zucchero significava schiavitù. E dopo gli schiavi ci fu il carbone. Va’ sulla collina della miniera, dove adesso c’è il parco industriale. Da qualche parte c’è una targa intitolata ai novantatré minatori uccisi in un’esplosione, alla vigilia della Prima guerra mondiale."

Dorothy le dice che non è stata colpa loro, ma June le dà torto:

"La miniera era nostra e il carbone pure. Le donne avvolte negli scialli si riunirono davanti ai cancelli e la gabbia venne su vuota. Tutti gli antichi rituali del lutto. Non siamo in debito per questo?"

Sì.

Reading Challenge 2024, traccia annuale Sanremo: abbino il libro a "Gente come noi" (1995)

giovedì 27 giugno 2024

"Le nostre separazioni", David Foenkinos

 

Parigi, 2001. Fritz ha 22 anni quando conosce Alice, il suo primo vero amore. Ma la loro compatibilità viene messa a dura prova dalle rispettive origini: lui figlio di hippy, lei di borghesi. Fritz minimizza perché ancora non conosce "quell'ammasso d'odio" che è il padre di lei, mentre Alice, che invece ha ben presente la scala di valori paterni, aspetta che Fritz venga assunto alle edizioni Larousse prima di presentarlo in casa. Addirittura lo pettina, perché al naturale non passerebbe mai l'esame!
Ed è proprio quello che succede perché Fritz - dopo aver ingoiato per tutta la durata del pasto non solo il cibo, ma anche un'escalation di ragionamenti sempre più estremisti - al momento del caffè, consapevole di non poter essere il genero ideale di quel bifolco, all'innocua domanda di rito, "Come vi siete conosciuti?", non si priva del piacere di sconvolgere quello che ormai considera il mancato suocero con una risposta bugiarda, ma di sicuro effetto: "In un club di scambisti".
Alice, che con il padre giustifica l'ingiustificabile, non si dimostrerà altrettanto generosa con l'umorismo di Fritz. Ma quella sarà soltanto la prima delle loro separazioni...

Terzo libro che leggo di Foenkinos dopo "Il mistero di Henri Pick" e, tre mesi fa, "Mi è passato il mal di schiena". Nessuno dei tre è un capolavoro, ma anche questa è stata una lettura piacevole.
Scritto nel 2008, il breve romanzo (159 pagine) copre vent'anni di vita del protagonista (che è la voce narrante), arrivando quindi al 2021 concentrandosi non tanto sui momenti di unione con Alice, quanto sulle cause delle varie separazioni e dei successivi stati d'animo di lui.

"Solo le candele conoscono i segreti dell'agonia"

Un libro malinconico, con un po' troppi riferimenti al cinema francese e dove non mancano spunti divertenti che ormai riconosco come tipici dello stile di Foenkinos, che questa volta regala anche perle di humor macabro (vedasi "Il capolinea", bar che pone di fianco al cimitero) grazie a un protagonista particolare, che già da ragazzo vive pensando continuamente che un giorno morirà, cosa che lo porta a godere di ogni istante di vita.

Di sicuro i tira e molla di Alice e Fritz non possono competere con quelli di Nora e Claros: lei era una cugina di primo grado di mia madre, lui un collega di mio padre. Si erano sposati qualche anno prima dei miei genitori e all'inizio degli anni Sessanta avevano avuto la prima figlia. Dopo un primo divorzio (quando divorziare comportava la lunga trafila dei cinque anni) si erano risposati e nel 1970 era nata la seconda figlia. Il secondo matrimonio era durato un po' di più, ma era finito come il primo. E dopo i sessant'anni si erano sposati per la terza volta, che forse sarebbe stata quella buona se lui non fosse morto pochi anni dopo.

Turismo di immagini. Uno scorcio del Parco Nazionale delle Cévennes, a sud-est del Massiccio Centrale: 


E l'incredibile mare di Crozon, in Bretagna:


Reading Challenge 2024, traccia di giugno: libri con una persona di profilo in copertina

martedì 25 giugno 2024

"Cara Rose Gold", Stephanie Wrobel

 

Deadwick (Stati Uniti Orientali), mercoledì 22 agosto 2012. Rose Gold Watts ha 18 anni quando sale sul banco dei testimoni al processo che vede alla sbarra la madre Patty, accusata di abuso aggravato su minore.

"Lei mi affamava e mi avvelenava e ha rovinato tutta la mia infanzia"

Si può perdonare una madre che ha trasformato una bambina sana in un esserino pieno di fragilità fisiche e psicologiche?
Nessuno a Deadwisk lo ritiene possibile ed è per questo che non si capacitano di come Rose Gold accetti di ospitare Patty quando nel novembre di cinque anni dopo esce dal carcere dopo aver scontato la sua pena. Eppure...

Scritto nel 2020, è il romanzo di esordio di Stephanie Wrobel, autrice nata a Chicago nel 1987, ma residente a Londra dal 2014. Successivamente ha pubblicato altri due titoli, "Potrebbe far male" e "The Hitchcock Hotel", non ancora tradotto in italiano.

Il libro alterna i capitoli fra Rose Gold e Patty, usando entrambe come voci narranti e sfruttando i diversi piani temporali per ricostruire l'intera vicenda, ponendo il focus sulle implicazioni psicologiche dell'una e dell'altra.

Non sono due personaggi piacevoli.
Detestare Patty, madre criminale nonché donna arrogante e accentratrice, è fin troppo facile e il suo passato non basta a giustificare il suo operato, mentre aver trovato Rose Gold a tratti disturbante ed esasperante, pur suscitandomi contemporaneamente una pena infinita, è stato piuttosto imbarazzante, ma reale.

Lo stile di scrittura strizza un po' troppo l'occhio a quello dei Young Adult, ma la storia è ben costruita, una buona lettura per gli amanti dei thriller psicologici con un finale che soddisfa il lettore.

Reading Challenge 2024, traccia gioco di società di giugno, Villainous: libri in cui c'è un cattivo

venerdì 21 giugno 2024

"Giorni contati", Maria Masella

 

Genova, 27 novembre di un anno non precisato. Il commissario Antonio Mariani è appena rientrato a Genova dopo aver trascorso il fine settimana in montagna con la figlia Manu, quando viene richiesta la sua presenza al Porto Antico: il cadavere di una donna è stato rinvenuto nel parcheggio. Pia Moresco, 32 anni, residente in via Cantore, a Sampierdarena. Dalle analisi emergerà che è stata uccisa con un'iniezione di digossina, una molecola che si estrae dalle foglie della digitale e che, se usata in dosi massicce, provoca l'arresto cardiaco.
L'assassino ha usato un pennarello per scrivere il numero due sulla sua fronte e poco distante dal corpo viene trovato un piccolo cartoncino quadrato con sopra un segno lasciato dallo stesso inchiostro.
Per Mariani e i suoi collaboratori inizia la ricerca per capire il significato di quei due indizi prima di trovare un'eventuale vittima numero tre mentre cercano la numero uno.

Come mi ero ripromessa dopo aver letto ad aprile "Il cartomante di via Venti", non ho lasciato passare molto tempo prima di buttarmi sulla quinta puntata della serie del commissario Mariani (e a breve leggerò il libro successivo, ho già trovato a quale traccia abbinarlo).

Scritto nel 2006, "Giorni contati" è fedele al suo titolo: abbracciando un mese scarso che va dal 27 novembre al 24 dicembre, descrive una corsa contro il tempo per fermare quello che a tutti gli effetti è un serial killer. Perché è chiaro che verrà trovata la vittima numero uno e che gli omicidi non si fermeranno a due (e una delle donne uccise sarà una Loredana: raramente trovo mie omonime nei romanzi e quando le trovo o sono di poco spessore o fanno una brutta fine).

Un'indagine (molto) vecchia maniera, come nello stile della Masella e del suo protagonista. Una lettura piacevole, di svago, con un finale - dal momento in cui risulta chiara l'identità di chi uccide a quello in cui Mariani procede all'arresto - un po' tirato per le lunghe, ma del resto è un giallo breve, 228 pagine, senza i passaggi degli ultimi capitoli sarebbe stato eccessivamente corto.

Reading Challenge 2024, traccia di giungo: libri ambientati in una città di mare

mercoledì 19 giugno 2024

"Monsieur Ladoucette e il Club dei cuori solitari", Julia Stuart

 

Amour-sur-Belle (Périgord), un anno non precisato all'inizio del nuovo millennio. Dopo cinque anni di apprendistato, un diploma prestigioso e altri diciannove anni di carriera, Guillaume Ladoucette deve arrendersi all'evidenza: a metà della sua clientela è venuta la mania dei tagli estrosi (che lui rifiuta di fare) e l'altra metà soffre di calvizie, quindi può solo rassegnarsi e chiudere il suo salone di barbiere.
Difficile trovare un'altra occupazione a 43 anni, praticamente impossibile riuscirci quando si vive in un paesino di appena trentatré abitanti. Ma a dargli l'idea è proprio il nome del villaggio dove, oltre alla popolazione, quello che di sicuro manca è l'amore.
Nasce così "Desiderio del cuore", il suo club per cuori solitari.

O Amour-sur-Belle è un paesino immaginario o è davvero minuscolo come viene descritto, tanto da non lasciare traccia in rete. Il Périgord, invece, è una bella regione che si trova a meno di cinquecento chilometri a nord dei Pirenei e a poco più di cento da Bordeaux. Nel libro sono citati tanti posticini deliziosi.

Perigueux: 


Brantôme (detta la Venezia del Périgord):


Saint-Jean-de-Cole:


Bourdeilles:


E qui si esaurisce ciò che mi è piaciuto del libro.

Scritto nel 2007, "The Matchmaker of Périgord" è il primo romanzo di Julia Stuart, autrice e giornalista inglese che ha vissuto in Francia, Spagna, Bahrain ed Egitto prima di tornare a stabilirsi a Londra. Successivamente ne ha scritto almeno altri due, entrambi tradotti in italiano, che non ho nessuna intenzione di leggere dopo la fatica che ho fatto con questo, trascinandomelo dal 27 maggio fino a ieri sera.

La storia che racconta è facilmente intuibile, con Monsieur Ladoucette che crea improbabili accoppiamenti  fra i suoi compaesani. Naturalmente a qualcuno alla fine andrà bene, ma vengono raccontate, più o meno approfonditamente, anche le vicende di ciascuno. E se trentatré abitanti per un paese sono pochissimi, in un libro tanti personaggi presentati tutti insieme nelle prime pagine - il panettiere, il postino, la droghiera, la pescivendola, il barista, l'ostetrica, il farmacista, il falegname, il dentista, il contadino, eccetera - creano un bel po' di smarrimento, almeno finché non si memorizzano i loro nomi, le loro professioni e i loro trascorsi.

"Tutti hanno il diritto di avere una possibilità in amore"

Non è propriamente un romanzo romantico e di sicuro - fra piccioni presi a calci, lepri abbattute e sventrate, oche ingozzate a forza e il vegetarianesimo trattato al pari di una malattia - l'amore che manca è quello per gli animali.

Manca però anche il divertimento che mi aspettavo: la Stuart tira qualche simpatica stoccata ai turisti inglesi innamorati della Francia, ma l'umorismo del libro si concentra nel ripetere logorroiche descrizioni di determinati oggetti e soggetti ogni volta che vengono citati: "i sandali di cuoio acquistati al supermercato perché economici", "il ponte levatoio coperto di crocchianti escrementi di piccione", "il pascolo con le vacche Limousine che facevano l'occhiolino", "l'antica seggiola con il sedile che si sollevava per nascondere il sale all'esattore delle tasse", "i capelli color mercurio tenuti raccolti da qualcosa che brillava" e potrei citare altre decine di frasi reiterate per decine e decine di volte. Non scherzo e non esagero, raramente ho letto qualcosa di più esasperante e irritante.

Ma i grande difetto del libro è l'ambientazione nel nuovo millennio per una storia, dei personaggi, un contesto, uno stile narrativo e delle tematiche decisamente anni Cinquanta.

Reading Challenge 2024, traccia annuale marzo, Sanremo: abbino il libro a "Tutti i cuori sensibili" (1989)

lunedì 17 giugno 2024

"La collana", Matt Witten

 

Lake Luzerne (Stato di New York), aprile 2001. Delfino viola, paperella rosa, unicorno blu: è questa la sequenza di perline che Amy, 7 anni, sceglie per la sua collanina. E' domenica e cinque giorni dopo viene rapita all'uscita da scuola, portata in un capanno nel Vermont e lì violentata e uccisa. Per Susan Lentigo, la madre 35enne, si apre un baratro senza fondo che la condanna a morte dell'assassino riuscirà a colmare solo in minima parte.
Hodge Hill (North Dakota), novembre 2021. Susan è riuscita in qualche modo a sopravvivere a quei vent'anni senza Amy e ha affrontato un viaggio da incubo per assistere all'esecuzione. Ma durante quegli interminabili 2.400 chilometri è successo qualcosa, un qualcosa che non può ignorare perché le ha instillato un dubbio tremendo: forse lo Stato sta per uccidere l'uomo sbagliato.

"Un thriller ricco di colpi di scena che terrà il lettore incollato alle pagine fino all'ultima, sconvolgente rivelazione"

Così si chiude la sinossi e non posso fare a meno di confermare: questo libro mi ha rapita e ho fatto davvero fatica a metterlo da parte quando non avevo più tempo per leggere, finché ieri ho approfittato della prima giornata al mare dell'anno (mai così tardi a causa della primavera autunnale che abbiamo avuto!) per leggere d'un fiato la seconda metà.

Matt Witten, autore televisivo statunitense con all'attivo anche la pubblicazione di alcuni gialli, lo ha scritto nel settembre 2021, ma da noi è uscito soltanto a marzo di quest'anno (al momento è l'unico suo titolo tradotto in italiano). Quando lo avevo visto fra le novità lo avevo subito inserito in wish list perché è proprio il genere di thriller che mi piace leggere, ma lo avevo anche dimenticato in fretta perché oggettivamente la trama è piuttosto modesta e poco originale.

Ma nelle settimane successive ho cominciato a vederlo apparire nel gruppi FB e nei profili IG dedicati alla lettura che seguo e tutti quelli che ne parlavano ne raccomandavano la lettura, esattamente come faccio io adesso.

Leggerlo ha confermato l'impressione avuta con la trama: tanti libri ricostruiscono la storia di crimini atroci come questo avvenuti in passato per i quali il colpevole è già stato arrestato, processato e condannato, concentrandosi poi sulla possibile infondatezza delle accuse.

A rendere "La collana" non banale sono i personaggi di Witten, in particolare quello di Susan. Il modo in cui riesce a trasmettere al lettore il dramma vissuto da questa donna, la sua disperazione, il senso di vuoto che non l'ha mai abbandonata nei vent'anni successivi alla tragedia e tutte le sue fragilità ("Non penso ci sia gente condannata alla sfortuna": così Vlautin faceva dire a un suo personaggio in "Motel Life", ma se avesse anche solo letto dei disagi patiti dalla Lentigo durante il suo lungo viaggio forse non lo avrebbe scritto) possono conquistare anche chi di solito non ama leggere thriller perché questo libro va oltre, racconta la cosa peggiore che possa accadere a un essere umano e lo fa toccando il cuore.

Il libro alterna i capitoli fra passato e presente e quando la Susan del 2021 descrive il momento in cui era stata informata dalla polizia del ritrovamento del corpo della sua bambina - nonostante si sappia fin dal principio che Amy è morta - si soffre perché Witten riesce a coinvolgere così tanto da portare il lettore a sperare in qualcosa di diverso pur avendo la consapevolezza che non sia possibile.

Il suo libro mi è piaciuto così tanto che sarei quasi disposta a perdonargli di non aver controllato i giorni della settimana corrispondenti all'aprile 2001: il 7 aprile 2001, giorno in cui Amy inanella le perline per farsi la sua collana, era un sabato, non una domenica, e le date a seguire sono tutte sbagliate di un giorno. Assurdo scegliere di iniziare ogni capitolo con una data e non controllarne l'esattezza.


Reading Challenge 2024, traccia di giugno: libri con più di venti capitoli