lunedì 27 agosto 2018

"La ragazza nella nebbia", Donato Carrisi


Avechot è un desolato paesino alpino abbandonato dal turismo montano, con una comunità talmente chiusa in sè stessa da aver sostituito la Chiesa con la sua Confraternita e dove la vita arriva a un livello di solitudine tale da rendere necessaria nel piccolo ospedale la presenza fissa di uno psichiatra per dare aiuto agli aspiranti suicidi.
Ed è con lo psichiatra che l'agente Vogel parla "nella notte in cui tutto cambiò per sempre":  è il 23 febbraio e lui non dovrebbe più essere lì perchè il suo lavoro in qualche modo è finito.
Era stato chiamato ad Avechot due mesi prima per indagare sulla sorte di Anna Lou, una ragazzina di 16 anni scomparsa nella nebbia durante il breve tragitto che separa la sua casa dalla sede della Confraternita, di cui la famiglia fa parte.
Esclusa l'ipotesi di un allontanamento volontario, tipico di tanti adolescenti, Vogel comincia a investigare seguendo il suo schema atipico che sfrutta la potenza dei media per avere più fondi e mezzi,  a beneficio della sua sete di notorietà più che per un effettivo vantaggio al caso. Un uomo che non si fa scrupoli a forzare indizi e prove per raggiungere i suoi scopi.

Un thriller davvero molto particolare, dove la parte del protagonista non spetta nè alla vittima nè al colpevole, ma all'investigatore e, soprattutto, ai media e al modo in cui ormai condizionano e controllano l'opinione pubblica.

Personaggi ben caratterizzati e perfetti, anche nella loro profonda antipatia, per un Carrisi molto diverso rispetto agli altri tre romanzi che ho letto quest'anno e forse ancora più coinvolgente per via dei riferimenti con casi di cronaca nera italiana realmente accaduti, carrozzone mediatico compreso.

Bella la narrazione su due piani temporali diversi, ravvicinati, ma nettamente divisi fra un prima e un dopo, e raccontati dal punto di vista di due personaggi.
Per mio gusto ho trovato superfluo il colpo di scena finale, una gonfiatura cinematografica che, appunto, si sposa con il film che ho recuperato subito dopo aver terminato il libro: 10 e lode per il cast e per la fedeltà al romanzo (ci vorrebbero molti più scrittori registi di sè stessi o, forse più libri scritti pensando già al film che ne verrà fuori...), ma anche in questo caso le parole battono le immagini, il film è stato scremato da alcuni particolari e di un paio sarebbe stato bene non farne a meno.
 
Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro da cui hanno tratto un film" (numero 17 indizi facili)