Giappone, una cittadina di provincia non menzionata. E' il 13 febbraio di un anno non precisato quando il corpicino di Manami, 4 anni appena, viene ritrovato nella piscina della scuola dove la madre, Yūko Moriguchi, insegna scienze. Un mese e una settimana più tardi, al termine dell'ultimo giorno di scuola, la professoressa annuncia alla classe di aver dato le dimissioni. Ogni alunno della 1B collega la decisione alla tragedia che l'ha colpita, ma la donna annuncia di avere qualcosa da raccontare: "Manami non è morta accidentalmente, ma è stata uccisa da qualcuno di voi".
Giapponese
Nel 2007 l'autrice, nata nel 1973 nella prefettura di Hiroshima, vinse un premio con il racconto lungo intitolato "La sacerdotessa": quel racconto è poi diventato il primo capitolo di questo libro, pubblicato l'anno successivo e vincitore del premio Japan Booksellers' Award nel 2009. Esiste anche la trasposizione cinematografica con la candidatura all'Oscar come miglior film straniero del 2011.
Il libro, che fatico a considerare un thriller, ha una trama intrigante e una struttura molto particolare: ogni capitolo ha una voce narrante diversa che racconta i fatti dal suo punto di vista, con rimandi al proprio passato (che in alcuni casi ha un peso determinante), confessando (titolo azzeccatissimo) qualcosa che nessuno sa.
Un meccanismo che sposa alla perfezione lo stile giapponese, con i fatti che vengono svelati e sbrogliati poco per volta, andando a incastrarsi gli uni agli altri attraverso una narrazione così lenta che mi ha portata non solo a impiegare tantissimo tempo per arrivare alla fine (e si tratta di appena 280 pagine), ma a un certo punto anche a mettere il libro in pausa per passare a qualcos'altro (Vlautin).
Le tematiche sono forti: il bullismo nelle scuole, il carico derivante dalle aspettative delle famiglie, il fenomeno del Hikikomori e altro, il tutto intriso del rigore e della disciplina giapponesi, caratteristiche molto lontane da noi, nel bene e nel male, e probabilmente è stato proprio questo a rendermi pesante la lettura. Non negativa, ma bisognosa di una assimilazione graduale a cui non sono abituata e mi preoccupa un po' aver già comprato il solo altro titolo dell'autrice tradotto in italiano, "Veleno", ma trattandosi di una raccolta di racconti sarò in grado di gestirla meglio quando arriverà il suo momento.
Le tematiche sono forti: il bullismo nelle scuole, il carico derivante dalle aspettative delle famiglie, il fenomeno del Hikikomori e altro, il tutto intriso del rigore e della disciplina giapponesi, caratteristiche molto lontane da noi, nel bene e nel male, e probabilmente è stato proprio questo a rendermi pesante la lettura. Non negativa, ma bisognosa di una assimilazione graduale a cui non sono abituata e mi preoccupa un po' aver già comprato il solo altro titolo dell'autrice tradotto in italiano, "Veleno", ma trattandosi di una raccolta di racconti sarò in grado di gestirla meglio quando arriverà il suo momento.
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