domenica 2 aprile 2017

"Tutta colpa di un libro", Shelly King


Avevo chiuso la recensione de "L'amante di Lady Chatterley" scrivendo: "ora il libro di Shelly King dovrà piacermi da morire per compensare!!" e - ahimè - non c'è stata alcuna compensazione. Anzi!

La cosa più bella di questo libro è la copertina e meno male che il blog le dà un senso perchè altrimenti, avendolo letto in ebook, non ci sarebbe neppure questa piccola nota positiva...

E' uno di quei libri che mi fa rabbia perchè l'idea di base era buona, una specie di "La nave di Teseo" in piccolo: la protagonista, Maggie, si trova fra le mani una copia usata de "L'amante di Lady Chatterley" che molti anni prima Hanry e Catherine hanno trasformato in una sorta di chat scrivendosi messaggi personali ai margini, fino a diventare molto intimi pur non conoscendosi.

Una storia nella storia che però, secondo me, la King ha sviluppato male rovinandola su tre i livelli.

1 - I personaggi vengono descritti poco e male, a partire da Maggie, per la quale ho provato antipatia dalla prima all'ultima apparizione. Una donna giovane, ma comunque un'adulta (sulla trentina), che sembra non avere voglia di impegnarsi nè a livello personale nè professionale.

2 - La maggior parte degli episodi non hanno senso. Va bene che un romanzo è opera di fantasia, ma sarebbe bastato poco per rendere la narrazione più realistica e questo riguarda praticamente ogni vicenda del libro, dall'assurdità di continuare a frequentare senza motivo un bar dove il caffè è imbevibile (ok che il caffè americano fa schifo e basta, ma immagino che anche nella Silicon Valley, dove si svolge la vicenda, sia possa trovare un caffè più o meno bevile) a dettagli ben più importanti. Non faccio un grande spoiler (perchè viene spiegato all'inizio) dicendo che Maggie è un'informatica che con il suo migliore amico ha fondato un'azienda... e che poi è stata licenziata??? Negli Stati Uniti??? Ma dai...
E mi fermo qua per non spoilerare troppo!

3 - In generale è scritto male. Non per errori di ortografia o di grammatica, ma perchè alla fine ci si ritrova in mano troppi dettagli senza senso.
Quando dico che Mary Higgins Clark è la mia scrittrice preferita mi sento sempre un po' piccola perchè non sto citando Tolstoj...
Però lei mi piace (anche) perchè tutti i fili che butta qua e là nei suoi romanzi alla fine compongono la matassa e questo per me che 1) sono un'odiosa precisina, 2) ho una memoria di ferro, 3) sono una ricamatrice, è fondamentale!
Nel libro della King, invece, ci sono ami che poi alla fine non vengono pescati e che quindi non hanno nessun senso, del tutto evitabili.

Se non si fosse capito, sconsiglio la lettura.

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro che parla di libri".