giovedì 31 gennaio 2019

"9 novembre", Colleen Hoover


Los Angeles. 
E' il 9 novembre del 2009 quando scoppia un incendio a casa di Donovan O'Neill, attore televisivo arrivato all'apice del successo una decina di anni prima, ma non ancora dimenticato dal grande pubblico. Lui, invece, ha dimenticato l'SMS in cui quel mattino Fallon, la figlia 16enne, lo avvisava che quella notte avrebbe dormito da lui. Così, mentre lui riesce a scappare senza subire danni fisici, i soccorsi per la ragazzina si attivano tardi e il lato sinistro del suo corpo rimarrà segnato per sempre, distruggendole la carriera di giovane attrice e ogni sua sicurezza.
E' il 9 novembre del 2011 quando padre e figlia stanno litigando al ristorante e Ben si unisce a loro spacciandosi per il fidanzato di Fallon, che gli regge il gioco per ripicca verso il padre. Un gioco che potrebbe diventare una bellissima realtà se non fosse che lei sta per trasferirsi a New York.
I due, travolti da un feeling inaspettato, decidono di rivedersi ogni 9 novembre in quello stesso posto finchè non avranno compiuto entrambi 23 anni. Negli altri 364 giorni non avranno contatti di alcun tipo, lei cercherà di tornare a recitare grazie al teatro e lui scriverà un libro sulla loro storia...

Seconda traccia gold della mia Reading Challenge, motivo per cui ho deciso di leggere questo  libro nonostante il genere non fosse propriamente nelle mie corde. O meglio, io leggo anche romanzi rosa, ma non così rosa e faccio bene perchè questi drammoni iper romantici proprio non mi si addicono.

La scrittura è semplice e scorrevole. E la trama a suo modo è anche originale, ma se mi piacesse leggere storie surreali cederei alle insistenze di mio marito che quasi quotidianamente mi propone titoli fantasy!

La motivazione che viene data per la scelta dei due di non scambiarsi nè numero di cellulare nè indirizzo email e di bloccarsi sui vari social, vale a dire il non volere distrazioni mentre sono impegnati a perseguire i propri sogni, non ha alcuna logica, nessun 18enne lo farebbe mai, senza parlare di come un chiodo fisso distragga molto più di un'ora di telefonata.

Abbastanza improbabile anche il riuscire a mantenere fede all'impegno preso, ritrovandosi a ogni 9 novembre con attrazione e sentimenti intatti, come se fosse passato solo un giorno e non un intero anno, metodo narrativo che però ha almeno il pregio di risparmiare al lettore gli stati d'animo dei due durante le quattro stagioni trascorse senza vedersi.

Ma la grande assurdità del romanzo è il modo in cui l'autrice spazzi via due anni di drammi, di insicurezze, di disagio nell'accettare il proprio corpo straziato, ecc, di questa ragazzina con un "quanto sei bella, cazzo" detto da un perfetto sconosciuto: se la mente umana e la vita fossero così semplici avremmo tutti una tale sicurezza interiore da rendere inutili psicologi, psichiatri, Prozac e quant'altro!

Forse lo avrei giudicato un rosa meno irritante se avesse dato ai protagonisti almeno 10 (meglio ancora 20) anni in più, mentre la Hoover fa fare e dire a dei ragazzini cose che neppure a 50 anni risulterebbero credibili.

Ultima pesantezza tutti i "cazzo" con cui chiude gran parte delle frasi di Ben, immagino nel tentativo di dare più spessore alla sua enorme e inverosimile sensibilità o forse per renderlo più uomo, quando sarebbe solo bastato farlo un po' più vecchio.

Reading Challenge 2019: questo testo è la seconda traccia gold del mese di gennaio