domenica 13 gennaio 2019

"Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", Fannie Flagg


Evelyn ha 48 anni, un matrimonio stanco, due figli ormai grandi, parecchi chili di troppo, una vita insoddisfacente e una suocera ospite nella casa di riposo Rose Terrace, a Birmingham, in Alabama.
Ed è lì che il 15 dicembre del 1985, in un salottino della residenza, incontra per la prima volta Ninny, un'arzilla 86enne dalla parlantina sciolta. In poco tempo l'incontro domenicale diventerà per Evelyn il momento più atteso della settimana perchè, dividendo bibite e dolcetti, Ninny le racconterà del caffè aperto nel 1929 a Whistle Stop da Idgie Threadgooge e da Ruth Jamison, della sua vita e delle infinite storie capitate ai tanti personaggi che ruotavano attorno al quel locale.

Un libro su cui mi sono arenata per quasi due settimane, non perchè non sia bello (lo è) o perchè non mi sia piaciuto, ma solo perchè, come immagino un po' tutti, avevo già visto il film. Essendo passati moltissimi anni da allora, non pensavo che la cosa mi avrebbe disturbato come invece ha fatto perchè, ricordando molto bene i fatti, mi è mancata totalmente la voglia di prendere il kindle in mano per andare avanti.

Peccato perchè il romanzo è davvero piacevole, il modo di scrivere della Flagg, scorrevole e simpatico, mi è piaciuto molto, è bravissima nel gestire i continui salti temporali senza creare confusione fra le tante date e i tanti nomi. Voglio senz'altro leggere altro di lei.

Credo che la seconda guerra mondiale avrebbe meritato qualche capitolo in più rispetto ai miseri due in cui se ne parla (magari sottraendo spazio ai numerosissimi bollettini della signora Weems, per me esasperanti già dopo il terzo), ma i temi trattati sono tanti e tutti importanti.
Una buona parte degli eventi si svolge durante la Grande Depressione, con tutto il divario e il degrado derivante da essa (da essa? Fa molto riflettere il punto in cui la Legione Americana distrugge un accampamento di giacigli di cartone per ripulire la città dai senzatetto).
C'è il maltrattamento subito dalle donne.
C'è l'omosessualità (questa parte, con l'accettazione dei fatti da parte di tutti, è molto tenera, ma è anche una bella favoletta...).
C'è soprattutto il razzismo: la Flagg, con molto garbo, tira un pugno nello stomaco quasi in ogni pagina. Voglio sperare che oggi nessuno si senta inferiore per il colore della sua pelle, ma di sicuro aumentano quelli che si sentono superiori solo perchè ce l'hanno bianca.

Reading Challenge 2019: questo testo è la prima traccia gold del mese di gennaio