lunedì 6 maggio 2019

"Nemesis", Danila Comastri Montanari


Pendici del Caucaso, anno 25 d.C.
La prima centuria del secondo manipolo della settima coorte della Legio III Gallica attacca un villaggio ormai popolato solo da donne, anziani e bambini - perchè uomini e ragazzi sono tutti impegnati nelle battaglie - con la convinzione (o con la scusa) che ci siano armi nascoste. Non viene trovato nulla, ma viene compiuta una vera e propria mattanza: tutti vengono barbaramente uccisi e tutto viene bruciato e raso al suolo.

Roma, anno 47 d.C.
Sono trascorsi 22 anni da quell'evento, uno dei tanti per l'esercito del grande Impero Romano, ma un ricordo indelebile per l'unica sopravvissuta al massacro, arrivata a Roma con un unico scopo: nemesis... la vendetta.

Quattordicesimo episodio della saga di Publio Aurelio Stazio, un'indagine piuttosto intricata che mescola episodi del passato a situazioni del presente. Ricco di personaggi, alcuni con nomi simili tra loro, cosa che qualche volta mi ha portata a fare confusione fra l'uno e l'altro.

Ma, come sempre con la Comastri Montanari, tutto viene spiegato, tutto ha senso. Un bel giallo storico per gli appassionati del genere, un romanzo che induce ad amare riflessioni: sono passati duemila anni, ma troppe cose non sono mai cambiate. Le guerre di interesse, l'uomo armato che, in nome di questa guerra, non si ferma neppure davanti a un piccolo bambino, l'omertà, il fastidio verso lo straniero e una considerazione paurosamente attuale: "...pochi decenni erano stati sufficienti perché si perdesse ogni memoria storica."

Attenzione a minimizzare.

Reading Challenge 2019: questo testo risponde alla Traccia di maggio "un libro con nel titolo almeno una parola straniera"