venerdì 18 luglio 2025

"Demon Copperhead", Barbara Kingsolver



Lee County (Virginia), a cavallo del nuovo millennio. Demon Fields - poi soprannominato Copperhead per via della sua folta chioma color rame - nasce un mercoledì, partorito da una madre appena maggiorenne che all'ospedale ha preferito la casa mobile in cui vive, rinunciando così alle varie opzioni antidolorifiche che avrebbero potuto somministrarle i sanitari, sostituendole con alcool e droghe. Demon non conoscerà mai suo padre, morto qualche mese prima della sua nascita. Una partenza sfortunata. Difficile affermarsi nel mondo senza mezzi e con pochi affetti. Probabilmente andrà male. Ma potrebbe anche andare malissimo.

Retelling puro

Un'esperienza molto diversa rispetto all'unica rivisitazione letta in precedenza: la "Biancaneve" di Barthelme - vestita di latex e aperta a qualunque tipo di eccesso - ha ben poco in comune con la principessa disneyana (e immagino anche con quella dei fratelli Grimm). Era stata una lettura tragica, non per le stravaganze raccontate, ma per il modo di scrivere dell'autore, troppo sperimentale per me. 

Questa volta è successo l'opposto: ho amato a dismisura lo stile della Kingsolver, ma - pur apprezzando la grandissima capacità del far rivivere il romanzo di Dickens in chiave moderna - mi ha lasciata perplessa come la storia nuova ricalchi in tutto e per tutto quella vecchia. 

"David Copperfield" lo avevo letto a luglio dell'anno scorso mentre ero in vacanza, seguendo poi il consiglio di chi mi aveva detto di non passare subito a questo per evitare la sensazione di "già letto".
 Un anno mi è sembrato il giusto intervallo di tempo per non rischiare di perdere i molteplici riferimenti e in effetti li ho trovati tutti, anche troppi.

Cambiano nazione ed epoca, ma il percorso di Demon segue passo passo quello di David, suscitando sensazioni analoghe, specialmente nella prima parte: impossibile non provare pena e angoscia per quei poveri bambini sfortunati e non affezionarsi a loro man mano che le angherie patite si succedono.

"Se devi reggerti in piedi in un mucchietto di merda e batterti perché è l'unico posto che hai, ci puoi scommettere che ti batti con le unghie e con i denti"

Dalla Kingsolver però - avendo letto del suo impegno a favore delle persone disagiate che vivono sugli Appalachi (lei è nata nel Maryland, nel 1955), senza dimenticare il suo attivismo nelle campagne pacifiste - mi aspettavo una maggior critica sociale: descrivere le condizioni di vita di certe categorie (come si limita a fare lei) spesso non basta per far capire ai più che per giudicare bisogna sperimentare e nella vita reale ben pochi si affezionerebbero a un Demon in carne e ossa, un tossico alto quasi due metri!

Dickens, quasi due secoli prima, aveva fatto qualcosa di più 
rendendo degni di stima personaggi dei bassifondi, ad esempio c'è un abisso fra la sua prostituta e quella della Kingsolver: tre quarti del Premio Pulitzer del 2023 lo ha vinto lui.

"Ma i cattivi ragionano in un altro modo. Tutto il male che fanno sono stupidaggini di poco conto. Quello che viene fatto a loro invece vale doppio"

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