lunedì 4 gennaio 2021

"La nostra casa è in fiamme", Greta Thunberg



Stoccolma (Svezia), 20 agosto 2018. Greta Thunberg, una ragazzina di 15 anni, inizia "lo sciopero della scuola per il clima" sedendosi davanti al Parlamento svedese e la sua protesta diventa globale. Un grido di allarme, un grido di rabbia per questa rappresentante di quel futuro che si prospetta a dir poco tragico, soprattutto per le giovani generazioni - e per quelle non ancora nate - che dovranno viverlo.

Questo libro racconta soprattutto la storia di Greta e della sua famiglia, le difficoltà personali nell'affrontare i problemi neurologici di entrambe le figlie e il percorso che ha portato Greta a diventare il personaggio che tutti conosciamo. Una piccola voce che è riuscita a farsi sentire e a scuotere gli animi delle persone comuni più di quanto siano riusciti a fare eminenti scienziati.

E questo rappresenta alla perfezione il nostro grado di ignoranza. Perchè Greta ha fatto una cosa meravigliosa, ma non è stata lei a scoprire il problema del cambiamento climatico e chiunque fosse minimamente sensibile alla questione ambientale e avesse vissuto con speranza il Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992, per poi non veder mai mettere in pratica impegni e buoni propositi, si è anche sentito un po' preso in giro di fronte a tutti quei militanti dell'ultima ora...

Ma la rabbia di Greta, e di tutti quei giovani scesi in piazza con consapevolezza e non solo per saltare un giorno di scuola, è più che giusta, noi adulti lasciamo a questi ragazzi e ai bambini non ancora nati un pianeta prossimo alla sesta estinzione di massa.

Io non ho l'età di Greta, ma sono altrettanto arrabbiata.

Con quelle aziende (poche centinaia, com'è giustamente specificato nel libro) che producono la maggior parte delle emissioni.
Con quei pochissimi uomini che hanno generato i loro patrimoni miliardari sulla pelle del pianeta (quindi sulla nostra) consci del danno che stavano causando.
Dei politici che non fanno nulla per non inimicarsi questa élite, da cui dipendono.
Dai mass media che non parlano nè abbastanza nè con i giusti toni del problema per non inimicarsi élite e politici.

E anche con quegli adulti che sono genitori, zii o nonni e che non provano neppure a riflettere sulla questione, forse perchè sanno che fare la raccolta differenziata non è abbastanza, ma che non sarebbero disposti a fare sforzi maggiori non dico per il bene comune, ma per quello dei loro discendenti.

E' qui che da sempre mi incazzo. Io ho 51 anni e al mondo mi sono rimasti solo un marito e una sorella, entrambi poco più vecchi di me. A noi basta che la Terra continui a vivacchiare come fa per altri trent'anni. Ma il mio coetaneo padre di un figlio di 25 anni ha bisogno che il pianeta sia vivibile per sessanta. Se suo figlio è a sua volta appena diventato padre gli anni per lui salgono a novanta. E così via...

Perchè io che non ho discendenti me la prendo tanto a cuore per l'ambiente e i miei amici che li hanno vivono come se non fosse un loro problema o addirittura come se non fosse un vero problema? Non sono io a essere esagerata, sono loro che preferiscono una conveniente (nel presente) cecità.

Le cifre (degli scienziati, non di Greta) parlano chiaro, si può essere più o meno pessimisti, ma il pianeta non può più aspettare che l'uomo decida di attuare una seria inversione di tendenza e la situazione è talmente al collasso che la tecnologia non potrà mai riappianarla.

E non ci sarà mai la volontà per mettere in pratica i drastici cambiamenti necessari, un giovane come Greta può nutrire della speranza, io no.

"Economia o ecologia, dobbiamo scegliere"

Appunto. E siccome "nel 2017 quarantadue individui possedevano più soldi di metà della popolazione mondiale messa insieme. L’82 per cento dell’aumento totale di ricchezza è andato all’1 per cento più ricco" chi pensiamo che farà questa scelta se non questo 1%? E abbiamo dubbi su cosa privilegerà? Crediamo davvero che noi Paesi più ricchi faremo qualcosa per mantenere fede all'impegno di equità che ci siamo assunti con l'Accordo di Parigi, e non solo, nei confronto dei Paesi più poveri?

"Quando per te è normale essere un privilegiato, la parità ti sembra un’oppressione"

Ma, oltre all'essere disillusa, sono anche in disaccordo con Greta sul suo focalizzarsi sulla questione dei voli aerei perchè è vero che sono un lusso per il 3% della popolazione mondiale, ma non è vero che "questa sia di gran lunga la cosa peggiore per il clima che si possa fare a livello individuale"!

Guardate cosa c'è al secondo posto nella classifica dei settori più inquinanti:


L'allevamento intensivo inquina più di auto e moto: dati ISPRA, eh, non Go vegan!! E qui si va ben oltre il 3% della popolazione mondiale.

E siccome i bambini non ancora nati diventeranno facilmente i nuovi adulti egoisti e irresponsabili di oggi, il mio dispiacere lo riservo ai soli esseri viventi privi di colpe, quegli animali, che hanno la sfortuna (parafrasando una frase del libro) di essere seduti con noi su ramo che stiamo segando.

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia compleanno di gennaio
(l'autrice è nata il 3 gennaio 2003)