lunedì 6 settembre 2021

"L'allieva", Alessia Gazzola


Roma, 12 febbraio 2010. Giulia Valenti ha solo 23 anni quando viene ritrovata cadavere nel suo lussuoso appartamento romano. Per Alice Allevi, giovane specializzanda in Medicina Legale, la vista di quel corpo senza vita è sconvolgente perchè la strada delle due ragazze si era recentemente incrociata nei camerini di un negozio. Un veloce scambio di battute, ma Giulia era riuscita lo stesso a colpire Alice e questa superficiale conoscenza contribuisce ad aumentare la sua innata curiosità, spingendola a travalicare i limiti che la sua professione e la legge impongono, rendendo ancora più vacillante la sua già precaria posizione all'interno dell'Istituto.

Dopo un mese pieno di letture impegnative, avevo bisogno di qualcosa di leggero e con Alessia Gazzola ho fatto centro. Fin troppo, ma non posso dire di essere rimasta delusa, il libro è esattamente quello che mi aspettavo, un librino (e questa volta uso il termine senza riferirlo al numero delle pagine, che sono 384) che non si può classificare nel genere giallo nè tantomeno in quello thriller come fanno arditamente sia Amazon che IBS (presumo su indicazione dell'editore), ma che è un chick lit crime, dove il rosa contamina anche la vicenda gialla, che tutto sommato non è neppure male.

La mia idea sarebbe quella di leggere tutti gli otto romanzi della serie per completare la traccia annuale della Reading Challenge che prevede la lettura proprio di otto titoli scritti da autori dello stesso sesso. Dopo le prime cinquanta pagine de "L'allieva" ho pensato che mi sarei fermata a questo, ma si è dimostrato un libro così lieve che penso di poter riuscire a procedere. Anche perchè auspico un'evoluzione nello stile di scrittura, che qui è davvero sempliciotto ("Dubito ci sia" ribatte lui, dubbioso), ma che - trattandosi di un'opera prima scritta quando l'autrice aveva 29 anni - in teoria dovrebbe essere migliorato.

Ma soprattutto spero si verifichi una crescita personale della protagonista!

Alessia Gazzola ha decisamente esagerato con lei. Si può essere distratti, pigri, sognatori, ecc, ma allo stesso tempo adulti. Alice Allevi è adulta (anche se non sono riuscita a risalire alla sua età effettiva), ma solo anagraficamente: si comporta, ragiona e parla come un'adolescente, cosa che, soprattutto in ambito lavorativo, rende il suo personaggio davvero poco credibile. Anche se non è ancora un medico fatto e finito, ma "solo" una specializzanda, non è comunque una scolaretta e se l'intento dell'autrice - facendole confondere Haiti con Tahiti o facendole chiamare manine e piedini le estremità - era quello di trasmettere la sua simpatia al lettore, quello che invece crea è una donna immatura e un po' (tanto) scemotta. Peccato.

La particolarità che, temo, verrà trascinata per tutta la serie è la distrazione di Alice, aspetto per me molto irritante in generale (e del tutto inaccettabile in un medico) e se c'è una cosa che proprio non sopporto è chi attribuisce alla sfortuna eventi determinati dalla propria disattenzione o incuria: è per questo che all'inizio della lettura ho pensato che non sarei riuscita a procedere con la serie (e anche per l'inutile sfoggio di grandi marche), ma alla fine ho dovuto riconoscere che il libro ha svolto a sufficienza la sua azione di svago. Il seguito potrebbe anche migliorare.


Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla quinta traccia annuale, "otto libri scritti da autori dello stesso sesso"