Lipsia, periodo non precisato dopo la caduta del Muro di Berlino.
Cinque donne più o meno coetanee in una fascia d'età grosso modo fra i trenta e i quarant'anni, ognuna protagonista di uno dei capitoli del libro.
Paula fa la libraia, ha una figlia di 13 anni, un ex marito e un nuovo amore grazie al quale, in un giorno di marzo, si sorprende di riuscire a essere ancora felice.
Judith è medico al pronto soccorso, ha smesso di suonare il pianoforte quando ha capito che non avrebbe eccelso, mentre continua ad andare a cavallo con la passione che la accompagna fin da quando era piccola. Uomini tanti, grazie a una app di incontri, perché non ha tempo per andare a cercarli diversamente.
Brida è una scrittrice, due figlie e un ex marito che però non è mai diventato un ex compagno di sesso, nonostante ora lui abbia una relazione fissa con un'altra.
Malika insegna violino e ha avuto un solo amore nella vita.
Jorinde fa l'attrice, anche lei divorziata, con due figli e in attesa del terzo, che potrebbe essere un ostacolo alla sua carriera.
Gli intrecci sono numerosi: due sono sorelle, altre due sono cresciute insieme, due sono pazienti della dottoressa, una è cliente della libraia e una conviveva con un uomo che poi l'ha lasciata per sposare una delle altre.
Libro non bellissimo, ma indubbiamente particolare, da classificarsi nella narrativa (anche piuttosto drammatica), mentre non c'entra proprio nulla con i romanzi rosa fra cui è stato inserito da Amazon.
Secondo romanzo (il primo ad essere stato tradotto in italiano) scritto nel 2019 da quest'autrice tedesca nata nel 1975 in un piccolissimo centro della Germania del Nord (meno di duemila abitanti) che faceva parte della DDR.
La grande lacuna è quella di non aver datato le vicende (la cui ricostruzione abbraccia periodi di tempo variabili): se l'avere un anno (meglio ancora se vengono fornite date complete di giorno e mese) è spesso un mio appagamento personale, in questo caso sarebbe stato davvero utile sapere quanto tempo è passato fra il 1989 e il presente. Di politico non c'è moltissimo, ma ci sono differenze fra i tedeschi nati da una parte o dall'altra del muro e queste cinque donne, come l'autrice, hanno vissuto il prima e il dopo.
I capitoli si chiudono lasciando in sospeso le loro esistenze: succedono delle cose e non si sa come andranno a finire. Se normalmente i finali aperti mi indispongono, in questo caso li ho trovati più tollerabili perché quello che la Krien vuole raccontare va oltre e riguarda il modo in cui le sue protagoniste riescono (o non riescono) a destreggiarsi fra vita familiare e lavorativa.
"Judith non crede nel destino. Ciò che le persone chiamano destino non è altro che la somma delle loro decisioni."
I personaggi maschili sono tutti piuttosto deboli, spesso maligni, se non proprio vendicativi, ma neanche quelli femminili brillano di chissà quali qualità (in particolare Brida, a cui è dedicato il capitolo più lungo, che - con le sue trappole per le falene, il desiderio di strappare le zampe al rospo che ha raccolto per strada per puro sfizio e il suo essere fiera cacciatrice - ho detestato profondamente).
In definitiva non sono sicura di aver capito a cosa mirasse l'autrice, in teoria il libro dovrebbe essere un inno all'indipendenza delle donne, ma con tutte le incertezze, i travagli, le frustrazioni, le rinunce e gli egoismi che ha cucito attorno a loro il messaggio che viene fuori sembra dire che senza il sostegno di un uomo non puoi essere felice e realizzata (e se fai un passo indietro in nome della famiglia tanto meglio).
Reading Challenge 2023, traccia annuale di novembre: quattro libri con una parola in comune nel titolo (ho scelto "amore")