E' nella primavera del 1925 che Hermann Hesse accetta l'invito a una pubblica lettura da fare in autunno a Ulm. Letture che non ama fare, almeno quanto la prospettiva di mettersi in viaggio rappresenta per lui una grande fonte di angoscia. Ma Ulm non dista molto da Blaubeuren, cittadina in cui vive un amico che ha promesso di andare a trovare, una coincidenza che sarebbe un peccato non sfruttare. In primavera, quando il viaggio era ancora lontano, gli era sembrata proprio una buona idea, ma man mano che la data della partenza si avvicina crescono tentennamenti e malumori.
Basterebbe un telegramma per dare forfait, invece alla fine parte per quella che trasforma in un'avventura durata quasi due mesi...
Esattamente dieci anni dopo aver letto "L'incisore di Bruges", un titolo che contiene una città che ho visitato, e tanto (in entrambi i casi) amato, è tornato a "fregarmi": nel librino (perchè breve, non perchè di scarsa qualità) di Pascal Quignard l'incisore lasciava Bruges fin dalle prime pagine, mentre in quest'altro librino (idem, 110 pagine appena) Hermann Hesse arriva a Norimberga solo quando il mio Kindle indicava già l'88%, vi soggiorna per un tempo brevissimo e ne resta perfino deluso. Certo specifica che "l'orribile impressione" che gli fece la città derivò soprattutto da lui e dal suo sentirsi a disagio con tutte quelle macchine e con l'inquinamento che producevano, ma a quel punto (pur condividendo totalmente il suo amore per l'antico e condannando come lui la bruttezza del moderno in architettura, e non solo) il mio rammarico nel non aver letto una storia ambientata nella città tedesca che - fra le tante visitate - aveva messo d'accordo me e mio marito trovando il giusto compromesso all'ipotetica domanda del "dove andremmo a vivere se ci trasferissimo in Germania?", bè, la mia amarezza si sarebbe un po' stemperata se almeno nelle ultime pagine avessi trovato qualche commento positivo che senza dubbio Norimberga avrebbe meritato (però cita anche Genova e quando la trovo, tanto più se inaspettatamente, è sempre una gioia per il mio cuore).
Meritato soprattutto all'epoca del viaggio di Hesse (che ha preceduto di 9 anni i bombardamenti del 30 marzo 1944 che rasero letteralmente al suolo la città), quindi nel pieno della sua autentica bellezza. Credo che in Germania solo Dresda abbia patito una sorte peggiore.
Una delle prime cose che visitai a Norimberga il 20 agosto del 2008 fu una mostra fotografica del bombardamento, il prima e il dopo: lo strazio davanti ai miei occhi era così immenso da portarmi per la prima volta nella vita a sentire un groppo alla gola per i tedeschi, nonostante tutto il male che hanno fatto alla mia famiglia partigiana.
Quell'anno la base della nostra vacanza fu Bamberga, ma un giorno solo per Norimberga sarebbe stato troppo poco, così ci tornammo il 23.
Ma di nuovo non riuscimmo a completare la visita, in particolare trovammo la casa del boia già chiusa per esserci persi a guardare questa adorabile nutria giocare lì di fianco:
E così, il 26 agosto di quattro anni dopo, da Ratisbona abbiamo raggiunto per la terza volta Norimberga, riuscendo a completare il puzzle con tutte le tessere mancanti... eccetto la casa del boia che quel giorno era chiusa!! Quella è stata l'ultima nostra vacanza tedesca, ma sono tantissimi i posti che ancora vorremmo non solo vedere, ma vivere a modo nostro, e trovandoci in zona sarà d'obbligo tornare a Norimberga, anche perchè sono passati così tanti anni che rivisiterei tutto da capo, a cominciare dalla casa di Albrecht Durer, l'unico pittore capace di suscitarmi ammirazione davanti a un dipinto.
Se con Hesse non avremmo condiviso l'opinione su questa città, saremmo stati di sicuro accomunati dal piacere per lo slow travel, ma qui non posso competere, aveva il tempo libero che io avrò solo da pensionata e soprattutto aveva una situazione economica che io non avrò mai. Grazie a questi due fattori il suo viaggio a Norimberga si trasformò in un bel tour che lo vide soggiornare presso amici e conoscenti, da Locarno a Baden, da Zurigo a Blaubeuren, da Ulm ad Augusta, da Monaco a (finalmente) Norimberga per scappare subito tornando a Monaco e quindi nel "suo" Canton Ticino.
Non posso dire di aver trovato il libro "esilarante" come viene descritto nella sinossi: due belle risate me le ha strappate, sì, ma certi suoi capricci da bambino viziato qua e là mi hanno seccato non poco, fastidio stemperato dalla sua consapevolezza di essere un privilegiato, grazie al fatto di "aver commesso, in un'incomprensibile follia giovanile, l'errore di fare di un talento una professione!".
Sembra davvero avere dubbi sulla qualità dei suoi scritti che non esenta dal globale impietoso giudizio che esprime verso la letteratura tedesca della sua epoca. Io non avevo mai letto nulla di suo, ma anche solo con questo volumetto (e soprattutto cercando su Google i suoi acquarelli) non mi sono stupita del fatto che venga osannato come scrittore e non come pittore: anche la mia amica Chiara mi ha detto "c'è di peggio", commento che non può definirsi un complimento e lei di arte pittorica dice di capirne (cosa di cui tendo a dubitare viste le cose che mi propina come pregiate ^^).
Ma Hesse scrittore vale e provo imbarazzo nello specificarlo da tanto è ovvio. Ho adorato i suoi periodi lunghissimi e non mi ha pesato l'assenza di capitoli (il testo è anche quasi del tutto privo di andate a capo), dimostrazione (per quel poco che può valere il mio personale parametro) di grande fluidità e capacità narrativa.
Del resto i Nobel per la Letteratura non subiscono giochetti editoriali come certi premi nostrani...
Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia compleanno di luglio (l'autore era nato il 2 luglio 1877)