domenica 24 dicembre 2023

"I love shopping a Natale", Sophie Kinsella

 

Villaggio di Letherby, novembre di un anno non precisato. Tornati in Inghilterra dopo la parentesi californiana, Becky e Luke al caos della capitale hanno preferito la placida tranquillità della campagna londinese. Non un villaggio qualunque, ma quello dove vive Suze, l'amica di sempre di Becky, che l'ha assunta nel gift shop di Litherby Hall, l'antica magione di famiglia. In campagna la piccola Minnie potrà crescere in modo più sano e sereno e poco male se lì non ci sono negozi: il bisogno di shopping di Becky può essere soddisfatto con un semplice click!
On-line ogni giorno si trovano imperdibili occasioni e Becky non si capacita di quanto riesca a risparmiare grazie alle infinite promozioni: fare il calcolo di quanto spende per cose superflue non è da lei, quindi ben venga il vestito più piccolo di due taglie (ma è firmato!) o dover comprare tre sciarpe che non erano nemmeno in wish list se servono per ottenere la spedizione gratuita!
Ma quest'anno di cose ne dovrà comprare parecchie perché per la prima volta famiglia e amici si ritroveranno a festeggiare il Natale a casa sua. Accontentare tutti non sarà difficile, cosa ci vuole? E c'è anche tempo per cercare l'introvabile lama rivestito di lustrini argentati che tutti vogliono appendere al proprio albero e che proprio non può mancare in casa Bloomwood Brandon!

Scritto nel 2019, è il decimo (e al momento ultimo) titolo della saga di I love shopping. Se nel 2016, dopo aver letto i due precedenti, mi auguravo che non ce ne sarebbero stati altri, questa volta mi stupisco che la Kinsella negli ultimi quattro (quasi cinque) anni non abbia partorito (termine che non scelgo a caso ^^) l'undicesimo.

Gli ultimi due I love shopping (Hollywood e Las Vegas) mi avevano fatto passare la voglia di leggere altri libri della serie, ma con il Natale si ritorna pienamente nel mood Becky Bloomwood, che con le sue frivolezze, superficialità, ostinazioni e presunzioni è probabilmente il personaggio letterario (addirittura? Lo so, ma al di là dell'importanza che possono avere questi librini, Becky lo è) che mi irrita maggiormente, ma che al tempo stesso mi diverte, anche se ogni volta che leggo un libro della Kinsella mi domando se sia il suo stile a divertirmi oppure se il merito vada alla sua traduttrice italiana, Stefania Bertola.

Mi piacerebbe essere in grado di leggere la versione originale di un suo libro per capirlo, ma se conoscessi la lingua inglese la cosa che davvero farei è scrivere due righe all'autrice, giusto per ricordarle che lei ha cinque figli ed è destinata ad avere molti nipoti, per cui - se io e lei, coetanee mancate per appena diciassette giorni, teoricamente potremmo anche fregarcene dell'ambiente e delle sorti del pianeta perché, da 54enni, ci basta che resista per una trentina d'anni o giù di lì - nella pratica la sua situazione è ben diversa. Ai suoi eredi serve che la Terra non tracolli per un numero progressivo di anni che a me - se fossi madre e futura nonna - farebbe molta, molta paura.
Quindi la esorterei a evitare di prendere per il culo ambientalisti e vegani, perché quando i suoi nipoti o pronipoti si ritroveranno a fare la guerra per l'acqua forse penseranno che la nonna avrebbe trasmesso qualcosa di positivo facendo di Jess un esempio da imitare e non un personaggio burla.

Reading Challenge 2023, traccia stagionale, autunno: un libro in cui c'è un Babbo Natale