domenica 27 luglio 2025

"Mariani e le mezze verità", Maria Masella

 

Genova, 15 novembre di un anno non precisato. La conyza è un arbusto caratterizzato da piccoli fiori gialli. In genovese la pianta si chiama nasca e sulle alture del levante cittadino ne crescono talmente tante che la zona già dal medioevo ha preso il nome di Nasche. Ed è lì che viene ritrovato il corpo di un uomo privo di documenti: sulla cinquantina - dall'aspetto curato, vestito con abiti costosi, compresa la cravatta di seta che gli è stata annodata attorno al collo come un cappio - è chiaramente stato ucciso altrove e poi scaricato in quel luogo isolato. Il commissario Mariani segue la procedura e cercando fra le denunce di scomparsa arriva a uno studio notarile della Genova bene: Alberto Percile, 52 anni, dall'inizio del mese non si è più presentato al lavoro. La segretaria riconosce il morto dalle foto che le vengono mostrate, ma non si tratta del suo capo, bensì di un imprenditore di Lecco che ha visto alcune volte nello studio di Percile.

Zoppicante

Quattordicesima puntata della serie del commissario Antonio Mariani, scritta nel 2014, che inizia tre mesi dopo quella precedente abbracciando un periodo di circa quattro settimane.

Una storia con diversi riferimenti ad alcune vicende passate, questa è una serie che va assolutamente letta seguendo l'ordine cronologico dei titoli (ma c'è chi legge i libri seriali andando a caso?!?).

Durante la lettura - che mi ha presa moltissimo, anche per tutti i ricordi personali che la Masella riesce sempre a risvegliare (questa volta, oltre all'ospedale dove sono nata e al cimitero dove è sepolta mia madre, compare anche l'istituto Casaregis, la mia scuola delle superiori) - pensavo compiaciuta al miglioramento degli intrecci gialli degli ultimi libri letti rispetto ai primi.
E fino a tre quarti la storia funziona benissimo, avvince e coinvolge. Il genere di reato su cui Mariani si trova a indagare è particolarmente odioso, dettaglio che innesca stati d'animo intensi, pena per chi è vittima e disgusto per gli artefici. Ma sul finale, quando vengono svelati i vari passaggi, ci si trova a dover fare i conti con una coincidenza gigantesca usata per spiegare il legame fra i personaggi, davvero troppo inverosimile e quindi fastidiosa.
Peccato, soprattutto perché sarebbe bastato modificare un piccolo dettaglio cronologico per rendere tutto credibile.

Reading Challenge 2025, traccia rebus di luglio: onda e fotografia