giovedì 20 maggio 2021

"Saluti (poco) cordiali", Christophe Carlier



Isola al largo della Bretagna, 13 ottobre 2014. E' quello il giorno in cui Gabriel, l'anziano postino dell'isola, consegna la prima di una lunga serie di cartoline anonime. La prima arriva a Théodore che, impassibile, la legge e la strappa. La seconda è per Firmine e anche lei non ne parla a nessuno. Invece Léocadie, a cui arriva la terza, se ne lamenta al bar e da lì in poi tutti nell'isola iniziano a sentirsi possibili bersagli di quello che in breve soprannominano "il corvo".
Qualcuno che li osserva, che li giudica e che in due frasi secche dispensa a chiunque prenda di mira rimprovero e accusa.
Qualcuno che li conosce bene, ma chi può essere?

Romanzo breve di cui, per un volta, il titolo italiano è migliore di quello originale (
"Ressentiments distingués"). Tredicesimo (e attualmente penultimo) romanzo scritto dall'autore nel 2017 e vincitore del Prix Sentiers d'Auteurs nello stesso anno. Primo tradotto in italiano.

Avevo grandi aspettative perchè mi piacciono la Francia e i francesi e mi riprometto sempre di leggere più autori d'oltralpe, cosa che ogni anno finisco per non mettere in pratica. Di questo breve romanzo mi attirava tutto: oltre alla nazionalità dell'autore, anche il titolo, la copertina, la classificazione fatta da IBS nei gialli e, naturalmente, la trama.

Invece sono state 180 pagine di una noia indicibile e non mi è bastata la piccola sorpresa nel finale e la raffinata chiusura per trasformare in positivo il mio giudizio.

Per lo stile, raffinato è l'aggettivo che meglio si adatta a tutto il romanzo, Carlier scrive indubbiamente bene: però non racconta bene. I personaggi, anche quelli principali, sono talmente poco abbozzati da essere più che altro delle comparse. E dell'isola - che ci fa vivere dall'inizio dell'autunno alla fine della primavera, quando cioè è libera dalla presenza dei villeggianti e quando il clima la avvolge di tetraggine - non è riuscito a trasmettermi la suggestione a cui sicuramente mirava con le sue descrizioni.

Mi risulta difficile giudicarlo un giallo: Gwenegan, il poliziotto che da due anni vive nell'isola e che dalla sinossi sembra avere un ruolo rilevante, è la figura più inutile di tutte. Non inizia neppure un'indagine convinto che i fatti non la meritino, e tutto sommato ha ragione, non meritavano neppure un libro. O meglio, l'idea poteva anche essere carina, seppur non originalissima, ma avrebbe coinvolto di più se l'autore si fosse sforzato di inventare, e quindi di svelare, il contenuto delle cartoline anonime. Riportandone, invece, soltanto uno non permette a chi legge di entrare nel vivo degli stati d'animo degli isolani. Stupore, fastidio, curiosità: manca tutto.

Resta un libro sulla solitudine, sulla superbia e sull'arroganza. Forse un noir, ma a definirlo tale mi sembra di dargli più valore di quanto ne abbia.

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia cascata di maggio (un libro con delle ali in copertina)