venerdì 11 febbraio 2022

"L'intestino felice", Giulia Enders

Se l'intestino è felice noi tendiamo a non accorgercene nemmeno: lo diamo per scontato, stiamo bene e basta. Viceversa se l'intestino non è felice ce ne accorgiamo immediatamente per tutti i disagi che ci causa. E se l'intestino è malato possiamo stare molto male, possiamo anche morire, com'è successo a mia madre nel 1998: tumore all'intestino diagnosticato in ritardo, non ha avuto scampo.

Ma questo saggio fa solo un piccolo accenno al cancro, concentrandosi invece sul sistema digestivo. Ad attrarmi era stata una delle tre promesse fatte nella sinossi: "Scopriremo perchè ingrassiamo, perchè ci vengono le allergie e perchè siamo tutti sempre più colpiti da intolleranze alimentari".
Io non ho allergie nè soffro di intolleranze, però ingrasso. Non ho mai pensato che dipendesse dal mio intestino, ingrasso perchè non brucio tutte le calorie che ingurgito, però, sì, in alcuni casi i batteri intestinali possono far ingrassare una persona. Così dice il libro, anche se dei tre temi questo viene sviluppato ben poco.

In generale tutto è un po' superficiale. Giulia Enders è la ragazza con il faccino simpatico che ci sorride in copertina. Classe 1990, ha pubblicato il saggio nel 2014, quindi appena ventiquattrenne e fresca di studi, non esattamente un premio Nobel, ma le va riconosciuto il coraggio per l'intraprendenza.
Per capire quanto sia valido questo testo servirebbe la recensione di qualcuno con i mezzi per giudicare seriamente quanto afferma, quindi non certo io, ma a me ha dato l'impressione di essere un compitino ben fatto, cioè che la Enders abbia condensato quanto appreso durante i suoi studi cercando di spiegare concetti difficili in parole facili.
Ma la materia è davvero dura per chi deve i propri fondamenti di medicina a "E.R." (io): finchè ha spiegato i legami fra cervello e intestino e come quest'ultimo possa influire sulla salute e sul benessere delle persone o ha trattato questioni come "Mi siedo correttamente sul water?, mi ha incuriosita e sono riuscita a seguirla abbastanza agevolmente, ma appena si è addentrata sul funzionamento dell'intestino la faccenda - fra molecole dello zucchero, enzimi, catene glucidiche, aminoacidi, ecc - si è complicata un bel po'.
Mi aspettavo qualcosa di simile alle riviste di Riza, quindi un testo divulgativo e guidato (fai questo e ottieni quello), invece la Enders si addentra in nozioni per me enormemente complesse, ad esempio le differenze fra organismi amebici, striscianti e unicellulari con orifizi buccali.

La cosa particolare è che i termini  medici sono affiancati a uno stile di scrittura forzatamente divertente, come se si stesse rivolgendo a dei bambini, impressione rafforzata dai titoli di alcuni capitoli ("Come funziona la cacca e perchè vale la pena domandarselo") e dall'inserimento nel testo di (orribili) vignette, opera della sorella Jill.




Essendo tedesca nei suoi esempi si riferisce soprattutto alla Germania, citando spesso i crauti, spiegando perchè un terzo dei tedeschi è intollerante al fruttosio, ecc, ma - oltre a scoprire cose che proprio non sapevo (che l'80% del nostro sistema immunitario si trova nell'intestino, che la saliva è sangue filtrato e che se lo stomaco fosse collegato centralmente con l'esofago e ridessimo dopo aver mangiato ci ritroveremmo a vomitare come Regan de "L'esorcista") - la parte relativa alle intolleranze alimentari è quella che ho trovato più interessante.

"Oggi la globalizzazione e il trasporto aereo garantiscono un’offerta di frutta un tempo impensabile. D’inverno troviamo ananas tropicali accanto a fragole fresche provenienti dalle serre olandesi e qualche fico secco del Marocco. Quella che oggi definiamo intolleranza alimentare forse è solo la reazione di un corpo perfettamente normale che nel corso di una sola generazione ha dovuto adattarsi a un’alimentazione mai sperimentata nel corso dei milioni di anni precedenti."

E così se circa trent'anni fa una persona su dieci era allergica a qualcosa, oggi lo è una su tre. Non solo, più sono alti gli standard igienici di un Paese e più sono diffuse le allergie e le malattie autoimmuni.

Alla fine quello che emerge - sulla pelle dei miliardi di topi da laboratorio che ogni giorno muoiono per noi - è che gli alimenti amici dell'intestino sono quelli vegetali, non certo quelli animali.

"Ormai è dimostrato che la soia protegge dal cancro alla prostata, dall’angiopatia e dai problemi alle ossa. Più del 50 per cento degli asiatici ne trae giovamento, ma solo il 25/30 per cento della popolazione occidentale. E la spiegazione non è da ricercarsi nelle differenze genetiche, bensì a livello di flora batterica intestinale. Alcuni microbi si trovano più facilmente negli intestini asiatici che ricavano da tofu e compagnia bella le sostanze più salutari."

E un onnivoro prima di sfottere un vegano perchè, a suo dire, mangia del cibo di merda dovrebbe leggersi il capitolo sulla salmonellosi: avete presente un boomerang? Ecco.

Reading Challenge 2022, traccia di febbraio: un libro con una parte del corpo umano nel titolo