martedì 24 ottobre 2023

"Chi ha paura del lupo?", Karin Fossum

 

Finnemarka (area forestale a nord ovest di Oslo), 5 luglio 1996. Halldis Horn, 76 anni, vedova da sette, abita da sola in una casa isolata nel bosco. Già mattiniera per abitudine, quel giorno ha cominciato ancora prima del solito a zappare l'orto e a estirpare erbacce: i 26° di quella assolata giornata estiva sono insoliti a quella latitudine e sono destinati a salire.
Ma di tempo ne passerà ben poco prima che il giovane Kannick arrivi trafelato dall'Ufficiale Provinciale dicendo che la donna è morta: l'ha vista riversa nella veranda, con l'attrezzo con cui le hanno sfondato il cranio ancora conficcato in un occhio. E quando il ragazzo dice di aver visto Errki Johrma accanto alla casa Gurvin capisce che servono i pezzi grossi, perché Errki è un pazzo, è appena scappato dall'ospedale psichiatrico di Varden e tutti nella zona hanno paura di lui.
Da Oslo arriva, quindi, il commissario Konrad Sejer, già impegnato nella ricerca di un rapinatore di banche che quella mattina è scappato con centomila corone e un ostaggio.

Scritto nel
1997, è il terzo libro che ha per protagonista il commissario Konrad Sejer, una serie composta da quattordici titoli pubblicati fra il 1995 e il 2018, ma in italiano ne hanno tradotto soltanto sei.
Nel febbraio 2020 avevo letto (e amato) "La ragazza del lago", alias "Lo sguardo dello sconosciuto", secondo della serie (il primo è fra quelli che da noi non sono stati tradotti).
Non posso dire che "Chi ha paura del lupo?" mi sia piaciuto allo stesso modo, nel corso della lettura l'ho trovato troppo pacato, deludente per il ruolo marginale del commissario (che diventa determinante soltanto nelle ultime pagine), ma soprattutto molto diverso da quello che mi aspettavo (questo per colpa di una sinossi esagerata e in gran parte fuorviante) e con tutto il peso dei suoi ventisei anni di "vecchiaia".

Bella l'ambientazione nei boschi scandinavi e non potrebbe essere altrimenti in un posto come Finnemarka:


L'assenza di capitoli (ma ci sono moltissimi stacchi) rende la storia - che si sviluppa per oltre il 90% in un'unica giornata - molto fluente e lineare, senza però essere di quelle che rapiscono. Ma già adesso, a poco più di un giorno di distanza da quando l'ho finito, mi rendo conto che è un libro che arriva dopo, anche grazie al finale inaspettato, ma soprattutto perché solo al termine, scoprendo la vera natura dei personaggi, si capisce quanto la Fossum abbia lavorato sulla psicologia, accantonando la tensione.

Errki è "uno di quelli ai quali si dà sempre la colpa". Senza sapere se ne abbia davvero.
Scontrandosi con l'ipocrisia e l'odio degli uomini è il lupo che deve avere paura.

Reading Challenge 2023, traccia annuale di agosto: un libro con una città con la "O" nel testo (Oslo)