Lundeby
(città di fantasia a circa un’ora da Oslo), inizio estate 1995.
L’ispettore Konrad Sejer arriva nel piccolo borgo norvegese in
seguito alla segnalazione della scomparsa di Raghild, una bimba di
appena sei anni. Il suo ritrovamento porterà a una macabra scoperta:
il cadavere della quindicenne Annie Sofie Holland. Qualcuno l’ha
annegata e poi abbandonata accanto a un laghetto circondato dai
boschi. Annie era giovane, ma alta e muscolosa, una sportiva. Non
dava confidenza a nessuno. Se ha deciso di seguire il suo assassino
in un luogo isolato e se non ha fatto in tempo a reagire per
difendersi significa una sola cosa: lo conosceva e si fidava di
lui...
Titolo
originario: “Lo sguardo di uno sconosciuto”. Penso che poi lo
abbiano cambiato in seguita all’uscita del film, cosa che mi fa
abbastanza storcere il naso. Già non sopporto quando non li
pubblicano con una traduzione fedele al titolo in madrelingua, ma
questo è ancora peggio.
Comunque
sia, il film l’ho visto parecchi anni fa e per questo motivo ho
affrontato la lettura con molti dubbi. Per me l’ordine giusto è:
prima il libro, poi il film o la serie TV. Però non mi sembrava di
ricordare nulla della trama, avevo solo dei flash di un Servillo con
la faccia triste intento a fumare nei pressi di uno specchio d’acqua.
E leggendo il libro ho avuto la conferma che, mentre ho una notevole
memoria coi libri che leggo (che non sono pochi), i film che vedo
(davvero pochissimi) tendo a rimuoverli in fretta, a eccezione di
quella manciata vista più e più volte che sarei in grado di
recitare a memoria.
Altra
scelta editoriale che davvero non capisco è quella di aver tradotto
soltanto sei dei dieci romanzi con protagonista l’ispettore Sejer e
di averlo fatto random, senza neppure partire dal primo!
Inconcepibile!! Frassinelli ha tradotto il secondo (che è questo),
il terzo, il quinto e l’ottavo, mentre con Sperling&Kupfer
sono usciti gli ultimi due. Mah…
Una
scelta discutibile che sconvolge la mia precisione. Ed un peccato
perché avrei voluto leggerli tutti e in ordine, mi è davvero piaciuto il modo di scrivere della Fossum,
semplice, scorrevole, sufficientemente avvincete e garbato, un
aggettivo che raramente si adatta ai thriller, invece questa autrice
è riuscita a raccontare crimini sconvolgenti e brutali con una
delicatezza davvero rara.
E
ha raccontato un bel giallo, i colpi di scena non vengono sparati col
botto (anche questo fa parte della finezza dell’autrice), ma sono
ben disseminati lungo il racconto, con un epilogo un po’ amaro e
che forse verrà ripreso nel terzo volume, che per fortuna è uno di
quelli tradotti in italiano e che senz’altro leggerò.
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia vagabonda di
febbraio "un libro ambientato in Norvegia"