giovedì 20 febbraio 2020

"La ragazza del lago", Karin Fossum


Lundeby (città di fantasia a circa un’ora da Oslo), inizio estate 1995. L’ispettore Konrad Sejer arriva nel piccolo borgo norvegese in seguito alla segnalazione della scomparsa di Raghild, una bimba di appena sei anni. Il suo ritrovamento porterà a una macabra scoperta: il cadavere della quindicenne Annie Sofie Holland. Qualcuno l’ha annegata e poi abbandonata accanto a un laghetto circondato dai boschi. Annie era giovane, ma alta e muscolosa, una sportiva. Non dava confidenza a nessuno. Se ha deciso di seguire il suo assassino in un luogo isolato e se non ha fatto in tempo a reagire per difendersi significa una sola cosa: lo conosceva e si fidava di lui...

Titolo originario: “Lo sguardo di uno sconosciuto”. Penso che poi lo abbiano cambiato in seguita all’uscita del film, cosa che mi fa abbastanza storcere il naso. Già non sopporto quando non li pubblicano con una traduzione fedele al titolo in madrelingua, ma questo è ancora peggio.

Comunque sia, il film l’ho visto parecchi anni fa e per questo motivo ho affrontato la lettura con molti dubbi. Per me l’ordine giusto è: prima il libro, poi il film o la serie TV. Però non mi sembrava di ricordare nulla della trama, avevo solo dei flash di un Servillo con la faccia triste intento a fumare nei pressi di uno specchio d’acqua. E leggendo il libro ho avuto la conferma che, mentre ho una notevole memoria coi libri che leggo (che non sono pochi), i film che vedo (davvero pochissimi) tendo a rimuoverli in fretta, a eccezione di quella manciata vista più e più volte che sarei in grado di recitare a memoria.

Altra scelta editoriale che davvero non capisco è quella di aver tradotto soltanto sei dei dieci romanzi con protagonista l’ispettore Sejer e di averlo fatto random, senza neppure partire dal primo! Inconcepibile!! Frassinelli ha tradotto il secondo (che è questo), il terzo, il quinto e l’ottavo, mentre con Sperling&Kupfer sono usciti gli ultimi due. Mah…

Una scelta discutibile che sconvolge la mia precisione. Ed un peccato perché avrei voluto leggerli tutti e in ordine, mi è davvero piaciuto il modo di scrivere della Fossum, semplice, scorrevole, sufficientemente avvincete e garbato, un aggettivo che raramente si adatta ai thriller, invece questa autrice è riuscita a raccontare crimini sconvolgenti e brutali con una delicatezza davvero rara.

E ha raccontato un bel giallo, i colpi di scena non vengono sparati col botto (anche questo fa parte della finezza dell’autrice), ma sono ben disseminati lungo il racconto, con un epilogo un po’ amaro e che forse verrà ripreso nel terzo volume, che per fortuna è uno di quelli tradotti in italiano e che senz’altro leggerò.

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia vagabonda di febbraio "un libro ambientato in Norvegia"