Tours (Francia), settembre 2019. Per la seconda lezione François Villemin sceglie di esporre un caso particolare ai suoi allievi, "il rifugio Sandrine", che tratta di una giovane donna trovata in stato confusionale sulla spiaggia di Villers-Sur-Mer, in Normandia, nel novembre del 1986, ricoperta di sangue, non suo. Alla psichiatra dell'ospedale locale aveva raccontato una storia ricca di dettagli e di stranezze, iniziata su una piccola isola poco distante dalla costa dove sua nonna aveva vissuto dal 1949 e dove lei aveva dovuto recarsi alla sua morte per prendere le cose ricevute in eredità, trovando un ambiente ostile e dovendo scappare dal maligno della ballata di Goethe, il Re degli Elfi, quello che vive nella foresta e che uccide i bambini che la attraversano. Un mostro di cui anche la nonna aveva paura.
Una storia lunga e complessa che il docente racconta ai suoi studenti (e a noi lettori).
"Les rifuges", questo il titolo originale, scritto nel 2019, è il terzo dei sette romanzi pubblicati da Jérome Loubry (autore francese classe 1976, nato a Saint-Amand-Montrond, un piccolo comune nel Berry, dove ha ambientato una porzione della vicenda) e il primo a essere stato tradotto in italiano, tre anni fa.
Mi incuriosiva tantissimo perché su un profilo IG che seguivo veniva sempre menzionato come il thriller più amato: adesso che l'ho letto lo consiglierò anch'io agli amanti del genere, principalmente per la sua originalità.
Impossibile entrare nei dettagli senza fare spoiler, è un libro che va letto e goduto, immergendosi in un'ambientazione e in un'atmosfera che Loubry riesce a rendere cupe e claustrofobiche come la storia richiede, con una gestione dei diversi piani temporali, così comuni in tanti romanzi, che arriva a creare una struttura a scatole cinesi in cui ci si accorge di essersi persi solo a meccanismo svelato.
E per il turismo di immagini ecco la bella Villers-sur-Mer:
Reading Challenge 2024, traccia stagionale crucipuzzle, primavera: fantasma nel testo
Una storia lunga e complessa che il docente racconta ai suoi studenti (e a noi lettori).
"Les rifuges", questo il titolo originale, scritto nel 2019, è il terzo dei sette romanzi pubblicati da Jérome Loubry (autore francese classe 1976, nato a Saint-Amand-Montrond, un piccolo comune nel Berry, dove ha ambientato una porzione della vicenda) e il primo a essere stato tradotto in italiano, tre anni fa.
Mi incuriosiva tantissimo perché su un profilo IG che seguivo veniva sempre menzionato come il thriller più amato: adesso che l'ho letto lo consiglierò anch'io agli amanti del genere, principalmente per la sua originalità.
Impossibile entrare nei dettagli senza fare spoiler, è un libro che va letto e goduto, immergendosi in un'ambientazione e in un'atmosfera che Loubry riesce a rendere cupe e claustrofobiche come la storia richiede, con una gestione dei diversi piani temporali, così comuni in tanti romanzi, che arriva a creare una struttura a scatole cinesi in cui ci si accorge di essersi persi solo a meccanismo svelato.
E per il turismo di immagini ecco la bella Villers-sur-Mer:
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