Danny e Tara progettavano di avere tanti altri figli, a Lily ne sarebbe bastato anche uno solo e ormai per lei è tardi. Ed è tutta colpa di Paul, che di figli non ne ha mai voluti.
I romanzi rosa non sono mai stati il mio genere preferito, ma non li disdegno e la maggior parte di quelli che ho letto nel corso della vita mi sono piaciuti. Addirittura uno dei libri che ho amato di più in assoluto, "I ponti di Madison County", è proprio una storia d'amore.
Preferisco quelle raccontate nei chick lit perché hanno quasi sempre una percentuale rilevante di ironia che mi diverte, mentre il romanzo rosa tradizionale segue diversi cliché incompatibili con me, come in questo caso. Victoria Lustbaster, newyorkese classe 1947, ha lavorato per anni come editor prima di diventare a sua volta autrice. Questo, scritto nel 2008, è il suo secondo romanzo e l'unico tradotto in italiano. Un libro assolutamente mediocre di cui il bel paese e il mondo intero avrebbero potuto fare a meno. Lento e pesante fin dal principio, dopo qualche capitolo mi ha portata a ricontrollare la data di pubblicazione perché lo stile sembra essere molto più vecchio di quello che è, come è antiquato il modo in cui cerca di trasmettere la passione. Forse la Lustbaster voleva essere elegante, finendo invece col risultare fredda proprio nelle parti da cui chi legge questo genere di romanzi si aspetta di provare le emozioni maggiori. Ma è proprio la storia a essere bruttina e poco coinvolgente. Sono molto suggestive le descrizioni della cittadina e delle due abitazioni principali immerse nel bosco, con il torrente che gorgheggia, gli uccellini che cantano, svariati insetti che rumoreggiano e una varietà di fiori da fare invidia al palco di Sanremo dei tempi andati. E' toccante la parte in cui viene descritta la morte della giovane Tara. Ed è apprezzabile la scelta non comune della protagonista femminile più matura dell'uomo, ma l'originalità del testo lì inizia e lì finisce.
I personaggi sono prevedibili e stereotipati, ma oltre a tutto ciò che viene sempre propinato nei romanzi rosa di basso livello (Lily e Danny si incrociano nella corsia di un supermercato colpiti dalla reciproca bellezza ed è subito colpo di fulmine; l'odiosissimo mordicchiarsi del labbro inferiore come esternazione del fuoco che divampa dentro, ma che bisogna trattenere per un motivo o per l'altro; gli occhi assassini di lui, il suo fisico scolpito nel marmo, ecc, ecc), qui vengono anche descritte situazioni che fa male ritrovare ancora in libri pubblicati in epoca moderna.
Ad esempio in una scena viene descritta una famiglia in un momento di relax: mentre il padre gioca e fa baccano con il figlio maschio in piscina, la mamma e la figlia femmina "si danno da fare a piegare i tovaglioli".
Paul è un maniaco del controllo, prepotente, egocentrico, a tratti anche aggressivo, "un uomo che quando vuole o ha bisogno di qualcosa, non chiede e non negozia, ma cerca di ottenerlo con mirata e risoluta determinazione".
Per contro Lily è indulgente e timorosa in maniera svilente per tutto il genere femminile: "Non aveva voluto un bambino prima perché non le era mai stato chiesto, ed era stata educata a fare ciò che le domandavano le persone più forti e sicure di lei, in altre parole tutti".
Se è vero che i libri hanno il potere di farci viaggiare con la fantasia, di farci vivere avventure sempre nuove e che i romanzi rosa sono quelli che per tipologia inducono maggiormente a sognare, allora mi chiedo: ma davvero c'è chi ha ancora voglia di rapportarsi con un personaggio remissivo come Lily?
Reading Challenge, traccia di agosto: un libro con una storia d'amore