martedì 30 agosto 2022

"La locanda dove il mare parla piano", Emma Sternberg



Southampton (stato di New York), maggio 2015. Linn Rosemeyer, 33 anni, guarda il Sea Whisper Inn e non riesce a credere di aver davvero ereditato quella locanda, soprattutto perché era convinta di non avere più alcun parente al mondo. Rimasta orfana di madre a dieci anni, dopo due aveva perso anche il padre e da quel momento per lei c'erano state soltanto famiglie affidatarie, dove si era sentita sempre di troppo.
Invece una parente c'era, una certa Dorothea Webber, una lontana cugina della madre che aveva lasciato la Germania a vent'anni e che era morta a 75, ignorando a sua volta l'esistenza di Linn.
E' stato mister Cunningham, cacciatore di eredi, a risalire al legame fra loro. Ventiquattro ore prima si era presentato a casa di Linn a Monaco di Baviera informandola dell'eredità.
Ma quella era stata solo la seconda sconvolgente scoperta fatta da Linn quel giorno: rientrando in anticipo dal lavoro si era trovata davanti Katha, la sua nuova adorabile collega che, nuda e in estasi, cavalcava il suo Martin, altrettanto nudo e in estasi.
Dopo averli sbattuti fuori dalla porta, Linn si era resa conto di non aver perso solo Martin (l'uomo con cui credeva di poter finalmente creare quel nucleo familiare che bramava da sempre), ma anche la casa (perché l'appartamento dove vivevano insieme da più di tre anni era dei genitori di lui) e perfino il lavoro all'agenzia di viaggi (anch'essa di proprietà dei suoceri), perché di sicuro non avrebbe potuto continuare a lavorare con Martin e Katha!
Salire sul primo volo per New York per andare a vedere di persona il lascito di Dotty era stata la sua salvezza e ora eccola negli Hampton, ad ammirare questa vecchia casa a due piani, con le finestre laccate di bianco, bovindi e frontoni romantici, un grande giardino poco curato, ma bellissimo, e al di là delle dune la spiaggia privata e quindi l'oceano.
Quello che ancora Linn non sa è che dentro alla casa ci sono cinque arzilli vecchietti: ha ereditato anche loro?

Non ho raccontato mezzo libro, come può sembrare, ma soltanto il suo incipit: con quello che Emma Sternberg (amburghese classe 1979) fa succedere nelle prime trenta pagine (scarse) avrebbe potuto tranquillamente costruirci un altro romanzo!
Invece Martin lo perdiamo di vista già dopo il primo capitolo nel quale tutto quello che dice sono un "Oh", un "Cosa?", un "Linn" e un "Non è come..." che lascia in sospeso rendendosi conto che l'essere stato sorpreso mentre impala la collega è proprio quello che sembra.

Uscendo dall'appartamento esce anche dalla storia: certo Linn ripensa a lui, Martin è il mezzo che l'autrice usa per descrivere il passato della sua protagonista e il suo bisogno di appartenere a qualcuno per smettere di sentirsi sola, abbandonata, non amata e non voluta.

Questo non è stato catalogato come romanzo rosa, ma di narrativa: tecnicamente è giusto perché il focus della vicenda sono l'eredità ricevuta e i successivi sviluppi legati alla casa e a ciò che contiene. Ma lo stile è quello dei rosa, così come le tematiche sono intrise di romanticismo, altruismo, partecipazione e tutti quei buoni sentimenti tipici nei libri a lieto fine. E ovviamente non manca il personaggio maschile (che però non ha un ruolo da protagonista) per cui perdere la testa: la Sternberg - nella migliore tradizione dei rosa - gli regala occhi incredibilmente belli, ma fortunatamente non sono "occhi assassini": quelli di Ted hanno "lo stesso colore blu della sua tuta da meccanico", che non è certo un paragone da brividi.
Per contro fa arrossire Linn ventitré volte!!

Al presente si affianca il passato fatto di ricordi, quelli di Linn e quelli dei cinque anziani, tre donne e due uomini, tutti vecchi amici della parente defunta arrivati una ventina di anni prima al Sea Whisper Inn come turisti della locanda e poi rimasti anche dopo che era stata chiusa diventando un'abitazione privata.

Pigri e sonnolenti - per volontà e soprattutto per via dell'età - si trasformano improvvisamente in professionisti indefessi delle pulizie e del fai-da-te quando c'è bisogno di rimboccarsi le maniche, ma questa non è la sola esagerazione del libro, che ad ogni modo è una lettura di svago estremamente leggera, ma con giuste considerazioni sulla famiglia (che non deve essere per forza quella tradizionale) e toccanti riflessioni sulla solitudine.

Una lettura che porta inevitabilmente a sognare di risvegliarsi proprietari di una locanda negli Hampton, grazie soprattutto al mare.

"A cosa serva una piscina vicino al mare per me è sempre stato un mistero"

Anche per me, cara Linn, e tu sei tedesca, figurati per me che sono genovese!!

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