martedì 23 maggio 2023

"Le spedizioni notturne delle Zefire. Ovvero, quando non tutti i ladri vengono per nuocere", Renzo Bistolfi


Sestri Ponente (Genova), notte fra il 4 e il 5 maggio 1960. Sono passate da poco le due del mattino quando Emilio Marcenaro, falegname e musicista, trova il cadavere di Luigia Merello sul marciapiede di una stradina della Contrada della Paglia. Avvicinandosi aveva visto due figure accanto a quel fagotto: erano Zefira e Richetta Magnone, le Zefire, due anziane sorelle nubili che alle persone preferiscono i gatti (e come biasimarle?!?): in casa ne hanno tredici di quelle adorabili bestiole, ma ci sono anche i figlioli adottivi, per cui ogni notte, all'una precisa, le due escono dal portone del loro palazzotto in vico Confalonieri e iniziano il giro di ronda che in circa un'ora e mezza le porta a sfamare i mici della parte bassa di Sestri. A quelli della parte alta ci pensava la Luigia e vedendola a terra le Zefire avevano capito che era morta, ma poi avevano sentito arrivare qualcuno e si erano precipitate a casa, non per paura, ma perché tanto non avrebbero potuto farci niente.

Chi, invece, potrà farci qualcosa è il maresciallo Primo Galanti, già presente nei due precedenti romanzi di Renzo Bistolfi, "Lo strano caso di Maria Scartoccio" e "Il segreto del commendator Storace". Se nella finzione sono passati tre anni dal caso di Storace, per me sono passati solo tre mesi da quella lettura e anche questa volta sono riuscita a individuare la casa delle protagoniste:


Nelle note dell'autore Bistolfi racconta come a Sestri siano davvero esistite due sorelle chiamate Zefire, ma tutto quello che avviene nel romanzo è frutto della sua fantasia.

Un'altra storia piacevole da leggere, un giallo che è davvero giallo, anche leggermente (e insolitamente) cruento.
Ma, soprattutto, una storia tenera, con queste due vecchiette adorabilmente scorbutiche, che camminano lungo i muri tenendosi per mano cercando di schivare quanta più gente possibile.
Una secca, l'altra grassoccia. Una risoluta, l'altra timorosa. Due anziane donne sole, ammesso che si sia davvero soli quando si è in coppia da una vita intera. E con tredici gatti! All'improvviso i miei cinque mi sono sembrati una miseria, ma è anche vero che io non vivo in una casa di tre piani più soffitta...

E non c'è solo l'affetto fra due sorelle e il loro amore per i gatti. Bistolfi costruisce anche un legame fra le Zefire e un altro personaggio ed è molto bravo a non diventare melenso (il rischio era altissimo), lasciando integro il piacere di aver letto qualcosa di bello.

Il romanzo (scritto nel 2019) arriva a 360 pagine perché Bistolfi ricama molto sui singoli avvenimenti, ma è il bello dei suoi romanzi, il modo in cui riesce a far entrare il lettore nella testa dei suoi personaggi, per lo più persone semplici, spesso anziane, a volte un po' ignoranti, poco scaltre e a tratti lente di comprendonio. Tutto in chiave genovese, dove il mugugno impera e dove i pensieri sono netti, inequivocabili... senza tante menate. Questa è Genova. Questo siamo noi genovesi.

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