lunedì 29 gennaio 2024

"Non ridere della vita sessuale degli altri", Nao-Cola Yamazaki

 

Giappone, giorni nostri. Le vite di Yuri e di Isogai si incrociano all'università di Arti Visive dove lei insegna disegno. Isogai ha 19 anni, venti meno di lei, ed è uno dei suoi studenti. Yuri è sposata con un uomo più maturo che da tempo non ama più. Isogai deve ancora crescere, diventare adulto.

"Yuri era la mia insegnante, una donna matura, con molta più esperienza di me. Vista dall’esterno, la nostra era la storia di una professoressa sposata che si portava a letto uno studente vent’anni più giovane di lei, tutto qui."

E probabilmente per Yuri quella relazione era davvero solo questo, ma noi non lo sapremo mai con certezza perché a raccontarcela è Isogai, l'unica voce narrante: ed è questa la caratteristica fondamentale del romanzo.
Breve (appena 144 pagine che comprendono anche un raccontino in appendice), pubblicato in Giappone nel 2004 e vincitore di tre premi nazionali prestigiosi, ne hanno tratto anche un film.
Un esordio letterario con botto per Nao-Cola Yamazaki, all'epoca ventiseienne.
La motivazione di tanto successo l'ho scoperta solo al termine, leggendo la postfazione intitolata "Non è così semplice. Come leggere questo romanzo" dove un altro scrittore giapponese, Gen’ichirō Takahashi (che non conosco, ma Wikipedia mi dice che dei suoi numerosi romanzi soltanto uno è stato tradotto in italiano, "Sayonara, gangsters", che mi respinge già solo dal titolo) spiega come nella letteratura giapponese non fosse mai successo che un'autrice donna desse voce a un protagonista maschile (una lacuna sconcertante). Da qui gli encomi per l'originalità (immagino anche per il coraggio) e i premi conseguenti.

Ma sarebbe stato così brutto scrivere le stesse cose in una prefazione, in modo da dare agli ignoranti come me gli strumenti per cogliere il valore nascosto di questo librino?!? Perché leggendolo, sapendo solo che è un titolo pluripremiato, si fa davvero fatica a capire cosa abbia suscitato tanto entusiasmo in patria!

La storia, pur non essendo comune (credo che neanche in Giappone siano tanto frequenti le liaison fra studenti e insegnanti, men che meno se quella stagionata fra i due è la donna), nell'immaginario piccante è davvero tanto banale, con lei che fa da nave scuola al ragazzino arrapato e, diciamo così, precipitoso. Peccato che la Yamazaki descriva dei rapporti sessuali eccitanti come un muro bianco, ma forse aveva già osato troppo.

E anche tutto il resto viene raccontato con uno stile piuttosto piatto e privo di trasporto (se proprio, ho apprezzato maggiormente il brevissimo racconto di chiusura, che ha per protagonista un transgender e il suo - di nuovo - infelice amore, con un titolo talmente poco professionale da avermi fatto ridere: "Carie e gentilezza"!), per cui sarebbe stato davvero fondamentale sapere "come leggere il romanzo" prima di leggerlo, l'unico modo per trovargli un valore e qualche pregio, oltre a quello di scorrere via in due ore scarse.

Reading Challenge 2024, traccia di gennaio: libri con più di 27 lettere nel titolo