lunedì 8 marzo 2021

"Il gioco delle ultime volte", Margherita Oggero

 

Amsterdam, 25 agosto 1989. Nicola Molino e Matteo Molinaro hanno 19 anni e si stanno godendo l'Europa grazie all'Interrail. Dopo la Francia e il Belgio sono arrivati nei Paesi Bassi senza sapere che lì le loro strade si divideranno per trent'anni.
Torino, 2019.
Nicola adesso è medico d'urgenza al Pronto Soccorso. Alla fine del turno si è trovato di fronte una ragazzina di nemmeno 17 anni, un'età a cui probabilmente non arriverà mai perchè le sue condizioni sono disperate.
Una paziente come tante, ma Nicola non riesce a togliersi dalla testa quel viso bellissimo nonostante il trauma, forse perchè
a sentire i testimoni sembra che si sia buttata volontariamente sotto al tram in arrivo...
E il lungo week-end da trascorrere a Chamois nella baita dei Ferroni, amici di sua moglie Teresa, più che una distrazione rappresenta un peso per lui. Non ha nessuna voglia di isolarsi per tre giorni con altrettante coppie di gente che non conosce e ancora non sa quanto sia sbagliato questo pensiero perchè almeno una di quelle persone la conosce benissimo!

Romanzo breve, appena 164 pagine, e particolare sotto vari punti di vista. In primis mi sorprende che Amazon lo classifichi come thriller psicologico e IBS addirittura come thriller e suspense: per me si tratta di pura narrativa contemporanea. Un libro drammatico, claustrofobico, dove il grande potenziale introspettivo non viene però approfondito come avrei voluto e come la Oggero avrebbe saputo fare benissimo se si fosse concessa un romanzo più corposo.

Un romanzo con tanti personaggi, troppi in relazione al numero delle pagine: raccontando qualcosa di tutti si finisce per forza per non andare in profondità con nessuno. Una "compagnia problematica", come viene ben descritta da uno dei componenti.

Un romanzo con un titolo fuorviante: quel gioco delle ultime volte
(a cui nella sinossi viene inspiegabilmente dato grande risalto) che viene proposto da uno dei personaggi minori e che ne coinvolge soltanto due (sempre minori), i quali raccontano due aneddoti piuttosto insignificanti sprecando un'idea attorno alla quale avrebbe potuto svilupparsi un romanzo molto articolato e coinvolgente.

Un romanzo che mi è piaciuto, molto, finchè non mi sono resa conto del fatto che, mancando dei necessari approfondimenti e sviluppi, racchiudeva molti difetti. Il principale quello di creare una grandissima aspettativa per "la spiegazione" che quando arriva si sgonfia in modo assurdo e la sinossi (tutta sbagliata, sembra di leggere un altro libro) contribuisce non poco ad aumentare la delusione per un finale che non è soltanto sbrigativo, ma riesce a essere contemporaneamente prevedibile e inverosimile.

Infine un romanzo malinconico per me che ho un'età di poco superiore a quella del protagonista e che a 19 anni, proprio come lui, ho goduto di quella cosa magnifica che era l'Interrail di allora, un biglietto che permetteva agli under 26 di viaggiare ovunque in Europa, eri tu a scrivere la destinazione sul "biglietto", salivi a bordo del treno e via, l'avventura iniziava.
E' con l'Interrail che ho fatto il mio primo viaggio da adulta, 42 ore filate di treno con molti meno cambi di quelli che sarebbero necessari adesso (all'epoca c'era un fantastico treno notturno che partiva da Genova verso le 21 e ti permetteva di svegliarti al mattino già a Francoforte) per arrivare a Bergen, in Norvegia, al seguito della mia Samp con alcuni amici, compreso quello che poi sarebbe diventato mio marito, per ridiscendere alcuni giorni dopo facendo qualche tappa, ma con la fretta di arrivare a Udine per la successiva partita di campionato. Che bei tempi che erano, quanto me li sono goduti! Mi ritrovo perfettamente con un altro dei personaggi del libro che rimpiange l'incoscienza degli anni del liceo (per me della scuola professionale) e quelli immediatamente successivi. E, a differenza di tanti, ero pienamente consapevole che quella spensieratezza sarebbe stata unica, dettaglio non da poco per vivermela come meritava.

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia compleanno di marzo (l'autrice è nata il 22 marzo 1940)