lunedì 15 marzo 2021

"Un gatto nel cuore di Torino", Juri Bossuto


Torino, novembre 2012. Che cosa fai se un gatto compare all'improvviso nel cortile del lussuoso palazzo storico dove vivi, nel cuore della Torino bene, palazzo dove sono in corso massicci interventi di restauro che hanno trasformato detto cortile in un cantiere, per giunta proprio quando sta per arrivare l'inverno e tu sai benissimo che la pelliccetta non proteggerà adeguatamente la bestiola, bestiola che intuisci sia stata abbandonata di recente e che quindi - non avendo le capacità, l'astuzia, gli anticorpi e tutto quello che in qualche modo permette ai randagi di sopravvivere all'addiaccio - avrebbe più che mai bisogno di qualcuno disposto ad accoglierla in casa, ma tu non puoi essere quel qualcuno perchè vivi con la tua compagna in appena 40 metri quadrati di mansarda e avete già un'altra gatta (che questa sia di razza spero sia solo un caso) e lei, Mela, non tollererebbe un altro felino sotto al suo stesso tetto?

Io e mio marito non viviamo in un palazzo storico, non viviamo nella Genova bene, non viviamo in una città con inverni freddi come quelli di Torino e non viviamo in 40 mq, ma in 92 e neppure questi sono tanti, per cui è capitato anche a noi di non poter adottare non uno, ma tanti randagi perchè ne avevamo già "troppi" (adesso cinque, ma c'è stato un tempo felice in cui erano otto). E allora cosa abbiamo fatto? Ci siamo semplicemente sbattuti per trovare loro una casa.

Juri Bossuto e compagna, invece, si attivano solo per sfamare la micetta nel cortile, le allestiscono un giaciglio (un semplice trasportino con dentro una vecchia felpa) e le fanno un po' di coccole, arrivando poi a definire rapimento l'intenzione di adottare la gattina da parte di una commessa della zona e poco importa se rapimento viene scritto fra virgolette!

Ho avuto a che fare con dei "Bossuto", persone che si erano in qualche modo affezionate a Pallina, a Gippi, ecc, quando erano randagi e che erano dispiaciuti quando ce li siamo portati a casa e non li hanno più visti in giro, noncuranti del fatto che Pallina nei suoi primi otto anni di vita in strada era stata investita tre volte, morsa malamente da un cane e altro.
In casa con noi è arrivata a 22 anni: non mi si venga a parlare di libertà!

Ma questa non è la storia di Pallina, bensì quella di Era e chi ce la racconta è uno storico e commentatore politico (anche ex consigliere della Regione Piemonte), ambientalista e animalista, che ha scritto altri due libri oltre a questo, "Il gigante armato: Fenestrelle, fortezza d'Europa" e " Le catene dei Savoia", sicuramente generi più adatti al suo modo di scrivere, pesante e noioso all'inverosimile... E non sto dicendo che la storia sia pesante e noiosa (io amo la storia), ma lo è lo stile dell'autore, decisamente inadatto al tema teneri micetti.

Non che mi aspettassi un qualcosa alla Doreen Tovey (non fosse altro perchè Bossuto non è un'anziana donna che vive in un cottage immerso nella campagna inglese), ma nemmeno tutta l'inutile ampollosità e tutti quei pomposi aforismi in cui mi sono imbattuta. Uno stile che mi ha ricordato moltissimo quello di Rissotto nel suo "Peglite": di entrambi non si può certo dire che scrivano male, ma nessuno dei due ha quella fluidità che contraddistingue gli scrittori professionisti, anche quelli meno capaci.

La cosa più bella del libro è l'oggetto libro: bella la carta, bella la rilegatura, bello il font, belle le sette illustrazioni (che
inspiegabilmente spuntano solo nella prima metà) e belle le zampine che decorano un angolo di ogni pagina, ma purtroppo il contenuto non è altrettanto bello.

Peccato, soprattutto perchè io e Bossuto la pensiamo allo stesso modo su molte cose, dalla politica al giudizio sui giudici di Masterchef (
"dispensatori di mediocrità eletti a maestri da chissà chi") e condivido la conclusione a cui dice di essere giunto ("l'essere umano può spesso definirsi un pazzo criminale per come macella, distrugge, trita, strazia la Vita che popola il pianeta Terra"), sperando che sia riuscito a diventare vegano come la sua compagna e che non lo sia solo "a tratti", come ha scritto in un post di sei anni fa su FB...

Ma lo avrei stimato di più se nel novembre 2012 si fosse attivato per risparmiare a Era il glaciale (lo dice lui) inverno torinese.


Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia sorpresa di marzo