domenica 14 marzo 2021

"La biblioteca di mezzanotte", Matt Haig

Bedford (Inghilterra), 27 aprile, giorni nostri. E' una serata orribile per Nora Seed: alla soglia dei 35 anni è appena stata licenziata dal negozio di strumenti musicali dove lavorava da 12. Anche la madre del ragazzino a cui dava lezioni di pianoforte una volta alla settimana le dà il benservito. Il futuro non promette nulla di buono e ogni speranza crolla quando qualcuno suona alla porta di casa dandole una terribile notizia e privandola dell'unico grande affetto che le era rimasto. Adesso non ha proprio più nessun motivo per andare avanti, l'aldilà - ammesso che esista - non può essere peggiore della sua vita terrena...
Quello che non sa è che c'è un passaggio fra la vita e la morte: e così si ritrova in una biblioteca con un infinito numero di libri le cui copertine raccolgono tutte le sfumature di verde possibile: hanno spessori diversi e ognuno racconta cosa sarebbe stata la sua vita se avese fatto delle scelte diverse. Solo un libro ha la copertina grigia, il più pesante: quello dei rimpianti.
E adesso Nora deve provare a sfogliarli sperando di trovare una dimensione felice che abbia voglia di vivere.

Ci sono volute Claudia e la Reading Challenge per spingermi a leggere un fantasy: qui non ci sono sortilegi, elfi o folletti, ma Amazon lo classifica in questo genere e per me ci sta tutto visto quanto è surreale la storia.

Una storia raccontata con uno stile di scrittura fin troppo semplice (sinceramente dall'autore - di cui ho sempre sentito parlare benissimo per "Come fermare il tempo", che ho in wish list - mi aspettavo molto di più), che i tanti rimandi filosofici non bastano a far salire di "livello" e che, anzi, ho personalmente trovato disturbanti per le ovvietà che man mano miravano a sottolineare, così come la morale del libro - seppur condivisibile - è troppo prevedibile, scontata e banale per riuscire a lasciare un segno importante in chi legge (o almeno a me non ha colpito).

Un'altra leggerezza di Haig è stata quella di cercare di dare una spiegazione logica alla sua invenzione narrativa coinvolgendo la fisica quantistica e gli universi paralleli quando avrebbe potuto continuare a giocare con la fantasia lasciando il libro nella sfera di favoletta quale è.

La protagonista - una donna inconcludente che si crogiola nell'autocommiserazione e che nella vita reale (o nel ruolo principale di un altro tipo di racconto) avrei detestato - qui svolge al meglio la sua funzione, quella di dare un senso alla necessità del "gioco" delle sliding doors con lo scopo di portare il lettore a chiedersi come avrebbe potuto essere la sua vita se nel passato avesse fatto scelte diverse. Un meccanismo in cui sarei una pessima giocatrice perchè posso definirmi una persona decisa che non subisce la pressione altrui: non che questo renda indenni dalle scelte sbagliate, ma se riguardo i 51 anni trascorsi c'è solo una cosa che farei e che non ho fatto e solo una che invece ho fatto e che starei attenta a non fare più. In definitiva non sentirei il bisogno di immergermi nei volumi di una mia personale biblioteca di mezzanotte...

Un romanzo veramente molto distante da me, ma che - nonostante finora abbia descritto solo quelli che per me sono difetti - è stata una lettura abbastanza piacevole perchè scorrevole e perchè su qualcosa io e Matt Heig la pensiamo allo stesso modo...

"Nora avrebbe desiderato vivere in un mondo privo di crudeltà, ma gli unici mondi che aveva a disposizione erano quelli dove c'erano anche gli esseri umani"

...senza mai  scordare che:

"Gli esseri umani sono soltanto una delle 9 milioni di specie che abitano la terra"

Reading Challenge 2021: questo testo è la traccia gold di marzo