sabato 30 luglio 2022

"Vicine di casa", Caroline Corcoran

Londra, dicembre 2018 (o giù di lì). Harriet e Lexie hanno rispettivamente 32 e 33 anni, fanno lavori creativi e appaganti, vivono in una bella zona di Londra e condividono le pareti di casa.
Con una curiosità degna di mia nonna, che arrivava a distendersi sul pavimento usando un bicchiere come cassa acustica per sentire meglio, le due origliano reciprocamente quello che avviene nell'altro appartamento e si spiano sui social. Non hanno mai condiviso neppure un viaggio in ascensore, ma sono convinte di sapere tutto l'una dell'altra, covando un'invidia sempre più profonda e malata.
Ma una delle due malata lo è per davvero...

Un thriller psicologico senza tante pretese che sarebbe stato molto più originale se la Corcoran avesse avuto l'idea che era venuta a me durante la lettura ripensando al suo prologo e mi dispiace non poterla spiegare, ma per farlo dovrei raccontare il vero finale.

Quello che posso dire tranquillamente è che proprio nel prologo la Corcoran informa subito il lettore che quello che ha in mano non è un testo di alta letteratura. Riferendosi a una coppia, infatti, scrive: 
"Sono sempre in due, come le barrette di un KitKat".
E' stata onesta.

Lo stile di scrittura è semplice e la storia parecchio scontata, può conquistare giusto chi di thriller non ne ha collezionati troppi, ma comunque si lascia leggere, non è certo il peggiore che mi sia capitato e, considerando che si tratta di un'opera prima, darò volentieri un'altra chance all'autrice se tradurranno anche i suoi prossimi titoli.

Questo lo sconsiglierei a due categorie di persone: a chi sta lottando contro la dipendenza dall'alcool (a occhio le due protagoniste sono ubriache o parlano di alcoolici in due terzi delle scene in cui compaiono. Il mix amaretto e Coca-Cola viene citato così tante volte che mi viene la nausea anche adesso che ne scrivo, e io non sono assolutamente astemia!) e a chi sta cercando (o ha cercato in passato) di avere un figlio senza riuscirci (io ho vissuto direttamente tutta la trafila di Lexie e la Corcoran descrive fin troppo bene quella continua altalena fra speranze e delusioni con cui ho convissuto per alcuni anni. Non mi ha fatto bene ripensarci).

Per contro è un libro che spinge a rivalutare positivamente i propri vicini di casa (anche quelli rumorosi o poco simpatici, l'importante è che non siano degli squilibrati) e che spinge a riflettere sul potere che oggigiorno i social hanno sulle persone.

"In fondo di questi tempi l'apparenza è tutto. Dietro le porte chiuse possiamo essere imperfetti, l'importante è che sembriamo felici su Facebook"

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