giovedì 22 giugno 2023

"Firmino", Sam Savage

 

Boston (Massachussets), 9 novembre 1960. E' una notte piovosa e Flo, una femmina di ratto, corre lungo i muri di Sollay Square. Trema tutta, per il freddo e per la paura. Riesce a trovare riparo nello scantinato di un negozio e in un anfratto dà alla luce la sua nidiata, tredici topolini, Sweeny, Chucky, Luweena, Feenie, Mutt, Peewee, Shunt, Pudding, Elvis, Elvina, Humphrey, Honeychild e Firmino. Ma lei di capezzoli ne ha soltanto dodici e a rimetterci è proprio l'ultimo, Firmino, perché é il più piccolo e per i fratelli é facile allontanare a pedate quel suo corpicino rachitico, lasciandogli soltanto le ultime gocce di latte che non sono sufficienti. La fame spinge il topino a mangiare quello che trova: scartata la polvere perché si appiccica alla gola, si butta su quello che abbonda attorno a sé, la carta. Perché quello è lo scantinato della Pembroke Books ed è pieno di libri. E a furia di mangiarli Firmino si renderà conto che lui i libri riesce anche a leggerli.

Libro breve (186 pagine) e particolarissimo: un monologo in cui Firmino racconta la sua vita e le tribolazioni tipiche di ogni essere della sua specie (
"La vita di un ratto è breve e penosa. Il mondo fuori dal mio adorato negozio di libri era tutto un divorarsi a vicenda in una feroce competizione, un si salvi chi può. Ogni cosa era lì, pronta a colpirci a morte, implacabile. Le probabilità di sopravvivere un anno erano pari a zero.") a cui si aggiungono quelle derivanti dalla sua unicità. La capacità di capire e apprendere come gli esseri umani, senza però avere modo di comunicare con loro ("Nonostante fossi loquace sino al cicaleccio più inverosimile, ero condannato al silenzio. Il punto è che ero privo di voce. Tutte le frasi meravigliose che si libravano in volo nella mia testa come farfalle, in realtà, svolazzavano dentro una gabbia da cui non sarebbero mai uscite.Per un problema di natura fisiologica: non possiedo il tipo adatto di corde vocali.").

Firmino è brutto: lui stesso rimane sconvolto la prima volta che si guarda in uno specchio. Si descrive come 
piccolo, tozzo, peloso, con il naso appuntito, i denti gialli, senza mento e con occhi neri sporgenti, da rana (adorabile, come il disegno in copertina).
E' un ratto più triste che simpatico, la sua non è una storia divertente, e non mi aspettavo che lo fosse, ed è meno commovente di quanto pensassi (ma è straziante quando vede una chiazza di pelo in mezzo a Cambridge Street, una specie di piccolo tappeto, e un altro topo gli dice che si tratta di suo fratello Peewee, ucciso la sera prima travolto da un taxi).

"Firmino" venne pubblicato quando Sam Savage aveva 66 anni e aveva passato tutta la vita a scrivere il suo primo romanzo (
Jerry Magoon, uno dei pochissimi personaggi del libro, è chiaramente il suo alter ego). Tre anni dopo uscì il secondo (e ultimo), "Il lamento del bradipo", ma non ebbe lo stesso successo di "Firmino" che, uscito in sordina, divenne un caso letterario vincendo diversi premi.

"Firmino" è anche un tributo a Sollay Square e alla fine di un'epoca.


Dal 1838 era stata uno snodo commerciale importante per Boston, perdendo poi importanza e prestigio attorno agli anni '40 diventando dopo la guerra una sorta di baraccopoli e un quartiere a luci rosse. Negli anni '50 venne progettato l'abbattimento della piazza per riqualificare l'area, cosa che portò alla demolizione di mille edifici e ventimila sfollati. L'Old Howard Theatre dove Firmino va quasi ogni notte per mangiarsi i popcorn finiti per terra è realmente esistito. E fu l'incendio che lo colpì nel 1961 a dare il via ai lavori di abbattimento. Nei ringraziamenti Savage include quelli a George Gloss, libraio del Brattle Book Shop, che nel libro diventano Norman Shine della 
Pembroke Books.

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