lunedì 13 febbraio 2017

"Il segreto delle ossa", Robin Cook


Questa volta la Reading Challenge non mi ha fatto certo uscire dalla mia comfort zone perchè Robin Cook è stato per più di vent'anni il mio scrittore preferito ed è solo negli ultimi 5-6 che ho smesso di avventarmi sui suoi romanzi appena tradotti in italiano, ma questo per un mio allontanamento generale al genere medical-thriller.

Però devo ringraziare la RC perchè senza la sua spinta chissà quando mi sarei decisa a leggere "Il segreto delle ossa", scritto ben 8 anni fa: sapevo che Cook, come tanti, aveva cavalcato il successo de "Il codice Da Vinci" con un romanzo mistico, tipologia a cui sono fortemente allergica, soprattutto quando il tema viene trattato su basi fantasiose con poca attinenza alla storia.

E infatti non mi è piaciuto. 

Nella prima metà i capitoli riguardanti Jack Stapleton, l'anatomo patologo protagonista di tanti romanzi di Cook, qui alle prese con decessi causati da chiropratici, si alternano a quelli che hanno per protagonista un suo vecchio compagno di college, archeologo di fama che prima si imbatte casualmente in un importante reperto a Il Cairo e subito dopo ne trafuga un altro ancora più importante a San Pietro.
E la parte di Jack, con autopsie, ricerche e scontri verbali tipici del personaggio, è la sola ad essermi piaciuta: medical-thriller vecchio stile.
L'altra l'ho trovata piuttosto surreale nella casualità e nell'improbabilità degli eventi descritti.

Grosso modo a metà libro l'archeologo arriva a New York dove riforma il trio del college composto da lui, da Jack e da James, che negli anni è diventato l'arcivescovo di NY, altra forzatura, ma senza un ruolo del genere Cook non avrebbe potuto far accadere tutto ciò che rappresenta il nocciolo della storia.

Storia che andando avanti diventa sempre più sbrigativa, fino ad arrivare all'ultimo capitolo e all'epilogo dove il susseguirsi dei fatti descritti è così veloce da essere delirante.

In Cook ho sempre apprezzato lo scrivere romanzi denuncia contro fatti determinati dall'ignoranza e/o dall'egoismo del genere umano (ad esempio spesso ha trattato l'assurdo sistema sanitario americano. Come dice Gino Strada, non può esserci guadagno sulla salute!!) e anche in questo caso mi è piaciuto come nella prima parte abbia messo sullo stesso piano credo religioso e medicina alternativa, riconoscendo ad entrambi la sola capacità di dare speranza. Ma sembra che a un certo punto gli sia mancato il coraggio per andare dritto su questa strada aprendo al lettore tre porte: caso, medicina tradizionale o miracolo divino?

Che delusione!

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro che abbia un teschio disegnato sulla copertina".