giovedì 23 novembre 2017

"Bruges la morta", Georges Rodenbach


Il quarantenne Hugues si è trasferito a Bruges dopo la morte della moglie, avvenuta 5 anni prima. La città, descritta come malinconica e tetra, diventa per lui il luogo ideale dove crogiolarsi nel suo dolore. Ma un giorno incrocia per strada una donna identica alla defunta, riesce a conoscerla e ad instaurare con lei una relazione, fino a rendersi conto che le somiglianze si limitano all'aspetto e alla voce, perchè Jane, leggera, esuberante e calcolatrice, non ha nulla a che vedere con la seria e mite Ofelia...

La settimana scorsa, dovendo andare in centro (un'ora di treno fra andata e ritorno) e non volendo portarmi dietro "Isolina", che sto leggendo in cartaceo, ho iniziato questo romanzo perchè era il più breve fra gli ebook salvati sul cellulare. Pensavo di finirlo in fretta e invece mi ci sono arenata per alcuni giorni.

Non tanto per il mio solito problema con i classici, anzi, ho trovato la scrittura abbastanza scorrevole pur essendo un libro di fine ottocento, ma  storia e personaggi sono davvero pesanti.

Già il titolo la dice lunga...

Ma era dal 2006 che volevo leggere questo romanzo, cioè dalla mia bellissima vacanza belga di quell'estate. Sono stata a Bruges per una settimana, per la prima volta affittando una casa, cosa che cambia radicalmente (in meglio) il modo di vivere una città rispetto al soggiornare in albergo. Ero già stata in Belgio anni prima e in entrambe le occasioni ho sperimentato il clima continentale per eccellezza: il tempo cambia repentinamente più e più volte al giorno, si passa dal sole alla pioggia - fine o battente - nell'arco di pochissimi minuti. Sommando i 21 giorni totali delle due vacanze, ne ricordo solo uno senza pioggia, ma non per questo definirei Bruges (o il Belgio) cupa, non fosse altro che per il verde meraviglioso che tutta quell'acqua regala alla vegetazione! E poi a me la pioggia piace.

Comunque sia, la Bruges che ho visitato io non era nè grigia, nè triste, nè soprattutto morta. E neppure così bigotta come quella descritta da Rodenbach.

Erano altri tempi, ovvio, nel 1892, anno in cui venne scritto il libro, Bruges era quasi al termine di quattro secoli buoni di declino, mentre adesso è una splendida cittadina, secondo me poco conosciuta e considerata rispetto, non solo alla sua bellezza, ma proprio alla sua atmosfera romantica e fiabesca.

Cioè l'opposto della Bruges di Rodenbach, "dove ogni giorno somiglia a Ognisanti"!!

Il libro, con la sua equazione "alla sposa morta doveva corrispondere la città morta" perchè "il suo lutto immenso esigeva uno scenario adeguato" fa sprofondare chi legge in un'ambiente lugubre e claustrofobico; e altrettanto cupi sono tutti i personaggi, a cominciare dal protagonista, così monotono e morboso che avrebbe trovato deprimente anche Rio in pieno carnevale!

Reading Challenge 2017 completata.


Qualche scatto della mia bellissima Bruges...








martedì 14 novembre 2017

"La sposa era vestita di bianco", Mary Higgins Clark e Alafair Burke


Amanda ha 26 anni quando scompare alla vigilia del suo matrimonio da favola con Jeff. La stampa l'ha soprannominata la Sposa fuggitiva e anche la polizia sembra convinta che si sia trattato di una sparizione volontaria. Il futuro marito dopo appena un anno ha sposato quella che era la migliore amica di Amanda. Perfino il padre, la sorella e il fratello hanno espresso la volontà di andare avanti con la propria vita, limitandosi a sperare che per qualche motivo Amanda abbia voluto fare tabula rasa e ricominciare tutto da capo da sola. 

Cinque anni dopo la madre sembra essere l'unica persona a non darsi pace. Non può credere che la figlia abbia scelto di causare tutto quel dolore, pensa invece che sia stata uccisa da Jeff per interesse.
Per questo chiede a Laurie Moran (per la terza volta protagonista di un romanzo di Mary Higgins Clark), autrice della trasmissione "Under suspicion" che si occupa di casi irrisolti, di dedicare una puntata ad Amanda per risvegliare l'interesse sulla vicenda e magari risolvere il caso.

Trama tanto, troppo simile al precendente libro della serie, "Così immobile tra le mie braccia", ma non per questo meno avvincente, anche se per la prima volta con i libri di Mary ho intuito il finale molto prima che i nodi arrivassero al pettine. 

E anche questa volta mi ha lasciato molto perplessa la presenza di Alafair Burke come coautrice. Da gennaio ad oggi non ho ancora letto nessuno dei suoi romanzi, come mi ero ripromessa di fare per capire se gli stili delle due sono davvero così simili. 
Come avevo già detto per "Così immobile...", anche in questo caso storia, stile, ambientazioni, ecc, sono 100% Mary Higgins Clark e basta. 

Inoltre nella prefazione di "Così immobile..." Mary diceva che avrebbe scritto i romanzi di questa serie via via con un coautore diverso, invece è tornata la Burke.

Sono troppo cinica a pensare che l'editore lo sia davvero tanto (cinico)  e voglia, con questa accoppiata, assicurarsi che la Burke erediti i lettori della Higgins Clark? 
Il 24 dicembre Mary compirà la bellezza di 90 anni! E' vero che i suoi romanzi sono tutti molto simili, ma è anche vero che vende milioni di copie ogni volta. Sono tante le persone che, come me, da tanti anni sono abituate all'appuntamento annuale (come minimo!) con un suo libro e credo proprio che un editore scafato non voglia perdere questo zoccolo di fedelissimi.

Comunque, per quanto dietro a questa doppia firma possano esserci calcolo e avidità dei potenti, devo proprio approcciarmi alla Burke perchè l'appuntamento con Mary mi mancherà moltissimo e non mi dispiacerebbe affatto trovare un'altra scrittrice prolifica a cui appassionarmi.

Reading Challenge 2017 completata.