Londra, 2 ottobre 1888. Sono trascorsi due giorni dagli omicidi di Elizabeth Stride e di Catherine Eddowes, entrambi rivendicati dall'uomo che firma le sue missive con il nome di Jack lo Squartatore, quando nel sotterraneo della nuova centrale di polizia in fase di costruzione viene rinvenuto un torso di donna. Nei giorni successivi il prodigioso segugio Smoker trova una gamba recisa sotto al ginocchio, poi un braccio. Niente testa. Un caso del tutto analogo a un altro ancora irrisolto risalente all'anno precedente.
Il dottor Thomas Bond, chirurgo di Scotland Yard, non ha dubbi, questi omicidi non sono opera di Jack lo Squartatore, a Londra si aggirano ben due serial killer.
Si sbaglia: la città è in balia di un qualcosa di ben più orribile.
Il dottor Thomas Bond, chirurgo di Scotland Yard, non ha dubbi, questi omicidi non sono opera di Jack lo Squartatore, a Londra si aggirano ben due serial killer.
Si sbaglia: la città è in balia di un qualcosa di ben più orribile.
Grottesco
Sarah Pinborough, inglese classe 1972, ha all'attivo una trentina di titoli di vario genere (anche pubblicati con lo pseudonimo di Sarah Silverwood), ma solo di cinque esiste la traduzione italiana e questo è stato il primo.
Scritto nel 2013, titolo originale "Mayhem", ricordo il gran successo che ebbe al momento dell'uscita, ma nella mia testa lo avevo associato soltanto a Jack lo Squartatore ed ero convinta che fosse il protagonista. Dovrei smetterla di non leggere (o rileggere) le sinossi per paura degli spoiler, lì si parla chiaramente di "un'entità sovrannaturale". Non avendolo fatto mentre leggevo "Il bosco degli innocenti" mi sono ritrovata alle prese con un'altra lettura molto diversa da quello che immaginavo. In questo caso non un giallo storico puro, bensì contaminato da risvolti demoniaci che possono senz'altro entusiasmare gli amanti del genere, ma non me.
Scritto nel 2013, titolo originale "Mayhem", ricordo il gran successo che ebbe al momento dell'uscita, ma nella mia testa lo avevo associato soltanto a Jack lo Squartatore ed ero convinta che fosse il protagonista. Dovrei smetterla di non leggere (o rileggere) le sinossi per paura degli spoiler, lì si parla chiaramente di "un'entità sovrannaturale". Non avendolo fatto mentre leggevo "Il bosco degli innocenti" mi sono ritrovata alle prese con un'altra lettura molto diversa da quello che immaginavo. In questo caso non un giallo storico puro, bensì contaminato da risvolti demoniaci che possono senz'altro entusiasmare gli amanti del genere, ma non me.
La base è solida e realistica: l'autrice ha preso alcune persone realmente esistite e degli omicidi (mai risolti) realmente avvenuti, inserendo anche gli articoli apparsi all'epoca sui quotidiani. Poi ci ha aggiunto la sua fantasia e, per quello che è il mio gusto, ha rovinato tutto.
Dettaglio disturbante: in due circostanze la Pinborough mette in bocca ai suoi personaggi del 1888 la parola "smog" che in realtà venne usata per la prima volta in un articolo del 1905 (nata dalla fusione fra smoke e fog).
Bella comunque l'ambientazione che contrappone l'agiatezza e il benessere di pochi con la miseria della maggior parte delle persone ("Chi alloggiava a Bluegate Fields non firmava contratti d’affitto annuali: non aveva alcuna garanzia che la propria vita sarebbe durata tanto a lungo").
Pessima la costruzione delle prime due parti del libro (tre in totale) dove le sottotrame si mescolano in maniera confusa, un metodo che forse mira a nascondere la debolezza della storia.
Dettaglio disturbante: in due circostanze la Pinborough mette in bocca ai suoi personaggi del 1888 la parola "smog" che in realtà venne usata per la prima volta in un articolo del 1905 (nata dalla fusione fra smoke e fog).
Bella comunque l'ambientazione che contrappone l'agiatezza e il benessere di pochi con la miseria della maggior parte delle persone ("Chi alloggiava a Bluegate Fields non firmava contratti d’affitto annuali: non aveva alcuna garanzia che la propria vita sarebbe durata tanto a lungo").
Pessima la costruzione delle prime due parti del libro (tre in totale) dove le sottotrame si mescolano in maniera confusa, un metodo che forse mira a nascondere la debolezza della storia.
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