lunedì 23 giugno 2025

"Corpi, scheletri e delitti. Le storie del Labanof", Cristina Cattaneo

 

"Fare il medico legale consiste nello scrutare cadaveri, scheletri o corpi viventi, vittime di violenze di qualunque genere, per raccogliere gli elementi utili a ricostruire le dinamiche di una morte, di uno stupro, di un’aggressione, o semplicemente un’identità. È una specie di archeologia del crimine."

Mestiere particolare quello di Cristina Cattaneo (Casale Monferrato, 1964), medico e antropologo con una formazione che l'ha portata a lavorare anche in Canada e nel Regno Unito.

Un lavoro che le serie televisive e i thriller che amo tanto hanno reso noto, gravandolo però di aspettative (anche da parte di addetti ai lavori, come magistrati e poliziotti) irrealizzabili nella realtà.

"Si aspettano sulla scena di un crimine efferato (per esempio quello di una prostituta sgozzata e di un sospettato con un alibi) una risposta molto precisa, come: “La vittima è deceduta tra le 10.00 e le 11.00 di ieri sera”. Impossibile. Su un cadavere ben conservato, che è di fatto il caso più semplice poiché il raffreddamento, la rigidità e altri parametri del corpo possono fornire indicazioni abbastanza chiare, il margine di errore è di almeno 4-6 ore."

Questo saggio, pubblicato nel 2019, spiega molte cose, a cominciare da 
come e perché nel 1995 è nato il Labanof (laboratorio di antropologia e odontologia forense) di cui l'autrice è direttrice, e prosegue descrivendo alcuni dei casi di cui si sono occupati, a cominciare dalle prime esperienze nell’ambito delle scienze forensi.

Visti i temi trattati è per forza di cose un testo macabro, ma la Cattaneo ha il grande pregio di non cadere mai nel morboso, a differenza di certe testate e di certe trasmissioni, pronte a perdersi in particolari che solo gli addetti ai lavori dovrebbero conoscere per assecondare le curiosità perverse che molti hanno di fronte ai crimini.
 
Evidenzia l'importanza dell'azione congiunta di varie scienze (botanica, entomologia, archeologia forense, eccetera) e sottolinea l'importanza di restituire la propria identità a ogni corpo ritrovato.

Spiega dettagliatamente i procedimenti adottati per le indagini, dai sopralluoghi alle autopsie su persone decedute per cause naturali, ma soprattutto sulle vittime di omicidi, casi che non risparmiano neppure i bambini.
Specifica che il Labanof non si occupa solo di cadaveri: vengono interpellati quando è necessario stabilire la minore o maggiore età di un soggetto o per l'identificazione di un rapinatore o per raccogliere prove nei casi di reati sessuali. E anche per stabilire l'identità di un antico scheletro, com'è successo con
 Galeazzo Maria Sforza.

Dopo questa lettura se dovessi riguardare una puntata di CSI la vedrei con occhi diversi.

"Ogni giorno, senza saperlo, condanniamo indirettamente a morte esseri viventi semplicemente per il modo in cui viviamo: la nostra economia a volte contribuisce a distruggere chi vive nel terzo mondo, la nostra apatia fa sì che il vecchio barbone muoia assiderato, la nostra dieta permette l’esistenza di allevamenti di animali che vivono male e muoiono anche peggio, dietro la nostra vanità ci sono le carcasse di milioni di animali sacrificati per un prodotto di bellezza o per una pelliccia."

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