sabato 14 giugno 2025

"Jill", Philip Larkin

 

Oxford, un giovedì pomeriggio di metà ottobre del 1940. Quando John Kemp scende dal treno è intimorito quanto eccitato: a soli 17 anni ha vinto una borsa di studio di ben cento sterline che gli ha spalancato le porte del grande ateneo. Trovarsi a dividere la stanza con il ricco e sfaccendato Christopher Warner lo metterà fin dal primo momento in una condizione di inferiorità: ha meno anni di Chris, meno soldi di Chris, meno amici di Chris, meno esperienza di Chris. Pensando di rendersi più interessante si inventa una sorella molto diversa da quella che ha: così l'immaginaria e sbarazzina quindicenne Jill prende il posto della reale e banale Edith, maestra elementare di Manchester. Arricchisce il personaggio di così tanti particolari che a un certo punto se la ritrova davanti: non Jill, ma Gillian, e innamorarsi sarà per lui automatico.

Zerbino

Romanzo di esordio di Philip Larkin (1922 - 1985) pubblicato nel 1946, ma scritto due anni prima, a cavallo fra i suoi 21 e 22 anni, poi ripreso nel 1963 senza grandi stravolgimenti, come l'autore specifica nell'introduzione scritta proprio quell'anno per la nuova edizione: "
Riprendendolo nel 1963 ho fatto una serie di piccole cancellature, ma non ho aggiunto né riscritto nulla, con l’eccezione di una parola qua e là e del ripristino di qualche termine scurrile al quale l’editore originale si era opposto."

Insieme a "Una ragazza d'inverno", pubblicato l'anno successivo, è il solo titolo di narrativa dell'autore, che successivamente si dedicò soltanto alla poesia.

Scrivere così bene a poco più di vent'anni non è cosa comune, ma la giovane età di Larkin all'epoca traspare in ciò che racconta (e chissà quanto c'è di autobiografico oltre al fatto che lui stesso entrò ad Oxford nell'autunno del 1940) e nel suo protagonista, voce narrante della storia.

Gli stacchi sostituiscono egregiamente la mancata divisione in capitoli, ma la trama è molto più leggera di quanto mi aspettassi, anche in considerazione degli anni in cui è ambientata, anni di guerra, di bombardamenti, di arruolamenti, di oscuramento: c'è tutto, ma è solo un pallido contorno, un qualcosa di molto lontano dai personaggi e anche quando John si precipita a Huddlesford dopo aver saputo che la sua cittadina ha subito un grave attacco le sue paure non traspaiono in maniera toccante.

Probabilmente il mio errore è stato quello di aspettarmi un romanzo simile a "Dio di illusioni" di Donna Tart, e in effetti qualche rimando l'ho trovato, non solo l'ambientazione. Anche il divario sociale fra i ragazzi, ma le differenze sono abissali e non si limitano a quelle fra Richard Pepin e John Kemp!

L'accondiscendenza di John verso Chris e gli amici di lui è quasi più irritante dell'arroganza con cui questi lo trattano.
Porta a riflettere sull'importanza che diamo o che rischiamo di dare a persone che per noi non hanno nessuna considerazione.

Reading Challenge 2025, traccia dadi di giugno: 66