Genova, giugno di un anno non precisato. Un pacchetto di Celtique recapitato a casa di sua madre è sufficiente per far capire a Mariani chi glielo ha mandato: Luigi Mannini, che gli aveva affibbiato quel soprannome ai tempi della sua prima indagine genovese, tanti anni prima. Il commissario accetta di incontrarlo, sentendosi rivolgere una proposta netta: se troverà le prove dell'innocenza della sua compagna, accusata dell'omicidio di un industriale di Carrara, Mannini - latitante ricercato per rapina a mano armata - si costituirà. Mariani accetta, insospettito dalla velocità con cui i colleghi toscani hanno chiuso il caso. La stessa rapidità che viene richiesta a lui per archiviare l'omicidio di un senegalese, perché se un uomo di colore finisce accoltellato nel centro storico deve sicuramente trattarsi di un banale regolamento fra spacciatori. Ma Ahmed Baldé in realtà era perfettamente integrato, stimato ragioniere in una ditta di spedizioni e insegnante di italiano per altri immigrati come lui.
E' trascorso un mese dalla fine della precedente indagine ("Recita per Mariani") e per me meno tempo ancora da quella lettura. Mi piace il ritmo che ho preso con i libri della Masella, ma questo mi rende più difficile parlarne, non solo per il rischio spoiler (ad esempio l'apertura di questo dà risposta alla frase conclusiva del precedente, cosa che in questa serie succede spesso), ma soprattutto perché mi rendo conto di ripetere le stesse considerazioni. Deve essere un problema riscontrato anche dall'editore perché le sinossi sono sempre più brevi ^^
Questa è la dodicesima puntata, scritta nel 2012, collegata alle vicende di "Primo", il prequel della serie, unicamente perché ritorna il personaggio di Mannini, ma con una storia gialla che non riguarda i fatti precedenti.
Sia il caso dell'omicidio del carrarese sia quello del senegalese innescano trame poliziesche un po' datate, con indagini vecchia maniera, ma molto piacevoli da seguire.
Francesca, la moglie di Mariani, si rende di nuovo determinante con le sue imbeccate che poi portano il commissario e la sua squadra a trovare prove schiaccianti: escamotage improbabili che in principio mi irritavano, ma a cui ormai mi sono rassegnata.
E questa volta non solo viene citato il mio quartiere di nascita, ma compare anche la via dove ho abitato per i miei primi 28 anni di vita ♥
Investigativo
E' trascorso un mese dalla fine della precedente indagine ("Recita per Mariani") e per me meno tempo ancora da quella lettura. Mi piace il ritmo che ho preso con i libri della Masella, ma questo mi rende più difficile parlarne, non solo per il rischio spoiler (ad esempio l'apertura di questo dà risposta alla frase conclusiva del precedente, cosa che in questa serie succede spesso), ma soprattutto perché mi rendo conto di ripetere le stesse considerazioni. Deve essere un problema riscontrato anche dall'editore perché le sinossi sono sempre più brevi ^^
Questa è la dodicesima puntata, scritta nel 2012, collegata alle vicende di "Primo", il prequel della serie, unicamente perché ritorna il personaggio di Mannini, ma con una storia gialla che non riguarda i fatti precedenti.
Sia il caso dell'omicidio del carrarese sia quello del senegalese innescano trame poliziesche un po' datate, con indagini vecchia maniera, ma molto piacevoli da seguire.
Francesca, la moglie di Mariani, si rende di nuovo determinante con le sue imbeccate che poi portano il commissario e la sua squadra a trovare prove schiaccianti: escamotage improbabili che in principio mi irritavano, ma a cui ormai mi sono rassegnata.
E questa volta non solo viene citato il mio quartiere di nascita, ma compare anche la via dove ho abitato per i miei primi 28 anni di vita ♥
Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di giugno: città
