Atene, estate di un anno non precisato. Una scrittrice parte da Hearthrow dopo aver pranzato in un club londinese con un miliardario in procinto di acquistare una rivista letteraria. E' il lavoro a portarla in Grecia, nazione che conosce bene perché vi è già stata diverse volte. Sarà docente in un corso chiamato "Come scrivere" e gli studenti, principalmente greci, al termine dovranno sviluppare un racconto in lingua inglese.
Un libro deve per forza avere una trama per essere bello? No, anche se io preferisco che la abbiano, senza mi danno l'impressione di essere esercizi di stile e, per quanto possa apprezzarli, finiscono per coinvolgermi poco e per lasciarmi ancora meno.
E nelle 188 pagine di "Resoconto" (scritto nel 2014, titolo originale "Outline") una trama vera e propria non c'è. Rachel Cusk, autrice inglese (ma nata in Canada nel 1967), della sua protagonista fornisce quattro notizie in croce, il nome proprio appare solo una volta verso la fine, il cognome mai, come l'età. Sappiamo che scrive, che è madre, che non ha una relazione in corso.
E' un libro fatto di incontri, quelli di lei con le persone che incrocia durante questa sua trasferta lavorativa, dieci capitoli per altrettante situazioni, a cominciare dal suo vicino di posto durante il volo da Londra ad Atene. Ci saranno poi Ryan, un altro docente del corso estivo; Paniotis, un vecchio amico, che le farà conoscere Angeliki, scrittrice greca reduce dalla promozione del suo ultimo lavoro in giro per la Polonia; la bella Elena; gli studenti del corso; eccetera.
Di alcuni di questi personaggi viene detto molto, ad esempio del greco conosciuto in volo (e con cui successivamente farà due gite in barca) che le racconta tutto di sé senza essere ricambiato, ma per lo più si tratta di chiacchierate fatte al tavolo di un bar o di un ristorante, dialoghi raccontati dalla protagonista che è la voce narrante. Considerazioni sull'amore, soprattutto di storie passate. Qualche citazione letteraria, molte divagazioni (non tutte interessanti), moltissimi ricordi.
Succede davvero poco, ma è la bravura stilistica della Cusk a rendere il libro interessante.
Primo romanzo di una trilogia, leggerò anche i due successivi.
Non convenzionale
Un libro deve per forza avere una trama per essere bello? No, anche se io preferisco che la abbiano, senza mi danno l'impressione di essere esercizi di stile e, per quanto possa apprezzarli, finiscono per coinvolgermi poco e per lasciarmi ancora meno.
E nelle 188 pagine di "Resoconto" (scritto nel 2014, titolo originale "Outline") una trama vera e propria non c'è. Rachel Cusk, autrice inglese (ma nata in Canada nel 1967), della sua protagonista fornisce quattro notizie in croce, il nome proprio appare solo una volta verso la fine, il cognome mai, come l'età. Sappiamo che scrive, che è madre, che non ha una relazione in corso.
E' un libro fatto di incontri, quelli di lei con le persone che incrocia durante questa sua trasferta lavorativa, dieci capitoli per altrettante situazioni, a cominciare dal suo vicino di posto durante il volo da Londra ad Atene. Ci saranno poi Ryan, un altro docente del corso estivo; Paniotis, un vecchio amico, che le farà conoscere Angeliki, scrittrice greca reduce dalla promozione del suo ultimo lavoro in giro per la Polonia; la bella Elena; gli studenti del corso; eccetera.
Di alcuni di questi personaggi viene detto molto, ad esempio del greco conosciuto in volo (e con cui successivamente farà due gite in barca) che le racconta tutto di sé senza essere ricambiato, ma per lo più si tratta di chiacchierate fatte al tavolo di un bar o di un ristorante, dialoghi raccontati dalla protagonista che è la voce narrante. Considerazioni sull'amore, soprattutto di storie passate. Qualche citazione letteraria, molte divagazioni (non tutte interessanti), moltissimi ricordi.
Succede davvero poco, ma è la bravura stilistica della Cusk a rendere il libro interessante.
Primo romanzo di una trilogia, leggerò anche i due successivi.
Reading Challenge 2025, traccia annuale Scarabeo
