domenica 20 aprile 2025

"The free", Willy Vlautin

 

Leroy Kervin si era arruolato nella Guardia Nazionale su insistenza del suo capo, che stava licenziando tutti quelli che non lo facevano. Il ragazzo era convinto che l'esercito non lo avrebbe mandato a combattere, preferendo sfruttare le sue doti di elettricista nelle basi in patria. E invece la sua Brigata era stata mandata in Iraq. Lui aveva 24 anni e sei mesi dopo il veicolo su cui viaggiava era saltato in aria centrando una mina: un compagno ucciso e due pesantemente feriti. Leroy era stato quello più fortunato, frattura alle braccia e un trauma cranico, grave al punto da farlo risvegliare in un ospedale tedesco, incapace di parlare e di camminare. Il Leroy che era partito per la guerra in realtà era morto nell'esplosione. Aveva impiegato mesi per riprendere le funzioni motorie, ma era un depresso, soggetto ad attacchi di panico, crisi di pianto.

"Non ci fu nessuna guarigione miracolosa per il nuovo Leroy Kervin"

Toccante

"The free" è la quarta meraviglia nata dalla penna di Willy Vlautin nel 2014. Autore che ormai è sul podio dei miei scrittori preferiti, scalzando Kent Haruf, che amerò sempre intensamente, ma le tematiche di Vlautin hanno una profondità e una rilevanza maggiori.

Un altro romanzo breve (256 pagine) che non si vorrebbe mai finire. Altri tre personaggi indimenticabili, con le loro disgrazie e le loro reazioni, chi non si dà per vinto e chi invece proprio non ce la fa più.

Come Leroy, che da sette anni si trova nella casa famiglia per disabili in una cittadina di provincia dello Stato di Washington dove lo avevano messo dopo la riabilitazione e che una notte, quando si rende conto di essere abbastanza lucido da provare a farla finita, si butta da una scala
 infilzandosi sulle stanghe di legno del cancelletto di sicurezza, rimediando solo nuove ferite e lo sconforto del fallimento.

Un dispiacere in più per Freddie McCall, il sorvegliante notturno del centro, che non si è accorto del girovagare di Leroy, vinto dal sonno dopo aver lavorato tutto il giorno al negozio di vernici. Un doppio lavoro reso necessario dal dover pagare le spese sanitarie per i quattro interventi subiti dalla figlia minore.

Freddie è una brava persona, non merita tutta quella sfortuna: ne è convinta Pauline Hawkins, l'infermiera del reparto, brava nel curare le ferite fisiche, ma anche quelle dell'animo.

"Sei uno stronzo"
"Non voglio fare lo stronzo"
"Se sei uno stronzo, sei uno stronzo. Non importa se lo vuoi fare o no. Lo sei e basta. Il trucco sta nel non esserlo"

Che si tratti del padre schizoide, di un anziano malato terminale o di una ragazzina scappata di casa e sfruttata da un manipolo di balordi, Pauline è presente, ma non tutti si possono salvare, lo sa lei e lo sa Vlautin, che non cede a banali romanticherie come avrebbero fatto tanti altri scrittori (nessuna storia d'amore fra Freddie, divorziato, e Pauline, single), preferendo mettere a nudo le voragini della nazione più potente del mondo a cui, per questo, è impossibile perdonare il modo in cui lascia indietro chi non riesce a inseguire e raggiungere il sogno americano.

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di aprile: vetro, retro, metro