In primavera mi ero imbattuta nella trama di questo libro e leggendo "Emma
giunge alla soglia dei quarantotto anni" avevo pensato che sarebbe stato carino leggerlo adesso, quando sono anch'io su quella stessa soglia.
Ma l'età è l'unica cosa che mi accomuna alla protagonista: siamo in Nicaragua e lei è bellissima, ricca, ha un marito chirurgo e due figli ormai grandi e indipendenti. Emma non ha mai lavorato, ma non può definirsi una casalinga visto che in casa fa tutto la domestica, mentre lei divide il suo tempo fra palestra, estetista e amiche.
Una situazione in teoria invidiabile, nella pratica non tanto: smesso il ruolo di "madre attiva", ad Emma restano la monotonia di un matrimonio che non ha più niente da dare nè da dire con un uomo interessato solo al suo lavoro e che la considera un soprammobile o poco più, e alcuni rimpianti, come quello di essersi lasciata convincere dal marito ad abbandonare gli studi di medicina.
Finchè un giorno (ma succede nel primo capitolo) per distrazione investe un uomo che altrettanto distrattamente attraversa la strada senza guardare.
Così Ernesto entra nella sua vita, la stravolge e la cambia.
La trama, parlando di sensualità e passione, sembrava intrigante...
Invece la vera protagonista del libro è la menopausa!!
E' in preda alla paura che per lei sia arrivato questo momento che Emma guida distrattamente ed è la menopausa che la porta a fare un impietoso, e direi ben prematuro, bilancio della sua vita.
Lo scopo della Belli - attraverso Emma e nelle note finali - è chiaramente quello di dare coraggio a quelle donne che vivono male questo periodo della loro vita. Un periodo che per me non è ancora iniziato: se ci penso, ho molto timore per le vampate perchè soffro già abbastanza il caldo di mio e ricordo bene come riducevano mia madre! Ma di certo non ho mai pensato a me stessa come a una fabbrica di ovuli (anche perchè non lo sono mai stata) e pensare che ci sia bisogno di dire a una donna cose tipo "Non avere più le mestruazioni non significa perdere l'intelletto o le proprie facoltà", "Non vi è ragione di sentirsi sminuita" o addirittura "Non devi infilarti in un guscio come una lumaca in attesa della morte" sinceramente mi fa un po' rabbia e mi mette tanta tristezza.
Poi, per carità, magari ne riparliamo quando verrò anch'io sconvolta dai cambiamenti ormonali, ma dubito fortemente che mi ritroverò a ballare nuda la danza del rituale della pienezza attorno a un falò di assorbenti interni ed esterni!
Ma per favore...
Non mi è piaciuto neppure il modo in cui in tutto il libro si parli di Ernesto come di un ragazzo, una sorta di toy boy per Emma, quando all'inizio viene specificato che lui ha 37 anni, quindi ne ha sì 11 meno di lei, ma stiamo parlando di un uomo e di una donna fatti e finiti!
E non si può usare l'aggettivo "anziani" per Emma e il marito!!
Anche sullo stile ho qualcosa da (ri)dire, non mi è piaciuto come sono stati gestiti i passaggi fra i vari personaggi e soprattutto mi hanno dato fastidio certe frasi come: "Oggi è una giornata tesa per tutti i protagonisti di queste pagine"!
Lo so che sto leggendo un libro, ma una frase così a me toglie tutta la poesia!
Nonostante tutte queste critiche, il romanzo si lascia leggere (o per lo meno ho letto di peggio) e soprattutto mi ha dato la spinta per documentarmi sulla storia del Nicaragua, di cui avevo solo vaghi ricordi del sandinismo.
Reading Challenge completata.