Dana vive non lontano da New York, in un quartiere alla Wisteria Lane, un matrimonio che si trascina, un figlio appena partito per il college e una diasgnosi di disturbo bipolare che l'aveva spinta a tentare il suicidio ai tempi dell'università.
Ma a morire è una sua vicina di casa, un'amica, a cui qualcuno ha spaccato un pesante vaso sulla testa. Dana era a casa di Celia quel pomeriggio, così ubriache di sangria che Dana non ricorda più se ha fatto qualcosa e che cosa...
Ci sono alcune analogie con "La ragazza del treno" (che a me era piaciuto molto), la protagonista instabile e l'ambientazione, ma la storia è diversa, come è diverso lo stile di scrittura, che non ho apprezzato per via dei periodi brevi e per come si perde in descrizioni e dialoghi inutili.
Ma quello che mi è mancato è l'elemento basilare di un buon thriller: la suspance. Minima, quasi inesistente. Eppure la storia offre diversi spunti per dei colpi di scena, non solo nel finale (in definitiva l'unica cosa che mi è piaciuta), ma l'autrice li butta lì senza smuovere l'ansia di chi legge, o quanto meno non la mia.
Aggiungo anche una certa antipatia verso la protagonista femminile, ma neppure quello maschile (l'ispettore che si occupa del caso) emerge. Un personaggio banale intorno a cui la Crawford fa ruotare delle coincidenze del tutto inverosimili che, per forza di cose, contribuiscono alla mediocrità del romanzo.
Ultima nota di demerito: il titolo! Senza senso!
Reading Challenge completata.