
New York, quartiere di Brooklyn Heights, giorni nostri. Sasha ha 35 anni, un lavoro che ama e un marito, Cord, che ama ancora di più. Quello che Sasha non ama sono le sue due cognate e, in generale, la famiglia del marito. A dirla tutta lei potrebbe anche affezionarsi a loro, se non si sentisse sempre e costantemente respinta. Perché gli Stockton sono ricchi, immensamente ricchi. Così ricchi da far parte di quell'1% della popolazione mondiale che possiede quasi la metà della ricchezza globale totale. Ed è impossibile per loro considerare di famiglia qualcuno che non appartiene alla loro élite.
Scritto nel 2023, è il romanzo di esordio di Jenny Jackson, vicepresidente e direttore editoriale della casa editrice newyorkese Knopf (l'uscita del secondo, "The Shampoo Effect", è prevista negli Stati Uniti a giugno del prossimo anno).
Com'è facile intuire dal titolo, "Pineapple Street" ha il suo fulcro nella grande casa di famiglia, una lussuosa villa sul lungofiume che i genitori di Cord hanno voluto lasciare al figlio maschio per trasferirsi in un posto più adatto a due anziani, ma che non hanno mai smesso di considerare come loro, portando via soltanto vestiti e accessori, lasciandoci invece la quantità infinita di mobili e arredi acquistati o ereditati nel corso della vita. Tutto di grande valore, tutto intoccabile.
Soprattutto per Sasha, o CD (Cacciatrice di Dote), come la chiamano di nascosto le cognate, Darley e Georgiana.
Sono loro tre le protagoniste del romanzo, una storia che in principio mi ha creato non pochi malumori prendendola per una favoletta con personaggi ricchi e privilegiati inconsapevoli di esserlo.
Ma poi le vicende delle tre donne diventano il pretesto per puntare il dito proprio su quello che è il male peggiore del nostro povero mondo.
Un messaggio che è bello trovare in un libro senza pretese.
Parenti serpenti
Scritto nel 2023, è il romanzo di esordio di Jenny Jackson, vicepresidente e direttore editoriale della casa editrice newyorkese Knopf (l'uscita del secondo, "The Shampoo Effect", è prevista negli Stati Uniti a giugno del prossimo anno).
Com'è facile intuire dal titolo, "Pineapple Street" ha il suo fulcro nella grande casa di famiglia, una lussuosa villa sul lungofiume che i genitori di Cord hanno voluto lasciare al figlio maschio per trasferirsi in un posto più adatto a due anziani, ma che non hanno mai smesso di considerare come loro, portando via soltanto vestiti e accessori, lasciandoci invece la quantità infinita di mobili e arredi acquistati o ereditati nel corso della vita. Tutto di grande valore, tutto intoccabile.
Soprattutto per Sasha, o CD (Cacciatrice di Dote), come la chiamano di nascosto le cognate, Darley e Georgiana.
Sono loro tre le protagoniste del romanzo, una storia che in principio mi ha creato non pochi malumori prendendola per una favoletta con personaggi ricchi e privilegiati inconsapevoli di esserlo.
Ma poi le vicende delle tre donne diventano il pretesto per puntare il dito proprio su quello che è il male peggiore del nostro povero mondo.
"La disuguaglianza di reddito è la questione più vergognosa dei nostri tempi. Sono preoccupato che i miei figli un giorno si guardino intorno rendendosi conto di vivere in un Paese che ha abbandonato ogni sorta di principio morale e che lascia che le persone muoiano di fame, mentre i ricchi godono di migliaia di agevolazioni fiscali."
Un messaggio che è bello trovare in un libro senza pretese.
"C’è una linea di demarcazione abbastanza netta tra la stabilità finanziaria e una ricchezza oscena."
Reading Challenge 2025, traccia rebus di novembre: sedia e riccio
