lunedì 8 aprile 2024

"La segreta causa", Maria Masella

 

Genova, agosto di un anno non precisato. Mentre moglie e figlia sono in vacanza a Finale Ligure e la madre, come ogni anno, è ospite nella casa di Lavagna della sua amica Enrica, il commissario Mariani è bloccato a Genova dal lavoro. La situazione non del tutto risolta con Francesca lo porta ad andare più spesso a Levante che a Ponente e anche l'ultimo week-end lo ha trascorso con le due signore. E' martedì quando viene a sapere dalla madre che il cadavere di Luisa Lercari è stato ritrovato in un box nei pressi del porticciolo turistico di Lavagna: 45 anni, nata a Sampierdarena, ma residente a Nervi, la Lercari era un'insegnante, ma anche una prolifica scrittrice di gialli a diffusione locale. E il sabato precedente Mariani aveva accompagnato madre e amica proprio alla presentazione dell'ultimo libro dell'autrice, dormendo per quasi tutto il tempo.
Il caso viene seguito dal tenente dei carabinieri di Lavagna Alfonso Graglia che, una volta informato della presenza del "collega" alla presentazione, non esita a chiedere la sua collaborazione, dimostrandosi poi però inspiegabilmente reticente.
Del resto Mariani non mira a essere coinvolto nella vicenda, soprattutto quando, di lì a poco, si trova a dover investigare sull'omicidio di Luigi Maccari, il giornalista de "Il lavoro" (la sezione genovese de "La Repubblica") che proprio pochi giorni prima di essere ucciso aveva intervistato la madre del commissario e la sua amica per un articolo sulla Lercari.

E questa sembrerebbe una clamorosa coincidenza, cosa che invece non è perché si capisce presto che i due casi sono collegati fra loro.

Scritto nel 2005 e terzo capitolo della serie del commissario Antonio Mariani, al momento è il migliore dei quattro che ho letto (quattro perché oltre ai primi due ho già letto anche il prequel, uscito in seguito), un giallo in piena regola, ben costruito e incalzante.

Un po' datato nello stile e nel tratteggio dei personaggi, ma sono caratteristiche dell'autrice e non mi dispiacciono (e poi mi fa sempre il regalo di trovare citato il mio quartiere di nascita, Sampierdarena), senza contare la penalizzazione a cui sottopongo i suoi libri leggendoli con vent'anni di ritardo perché se adesso fa sorridere sentir parlare di palmare e di floppy disk, nel 2003 (anno di ambientazione) e nel 2005 (anno in cui è stato scritto) li usavamo tutti prima di sostituirli con cellulari e chiavette USB.

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