New York, primavera di un anno non precisato. Sloane Caraway ha quasi 34 anni ed è una bugiarda seriale. Ha iniziato a mentire da bambina quando abbelliva la propria vita per rendersi interessante agli occhi delle nuove compagne di scuola, che cambiavano in continuazione, come le case e le città dove andavano a vivere quando la madre perdeva il lavoro e dovevano ricominciare da capo altrove. Bugie innocue, ma crescendo l'abitudine è diventata vizio, poi patologia: vorrebbe controllarsi, ma non riesce a non mentire, neanche quando non ce n'è bisogno.
E così un pomeriggio al parco sente uscire dalla propria bocca un "Sono un'infermiera" (quando in realtà fa manicure e pedicure in un centro estetico di lusso e solo grazie a una licenza fasulla che ha comprato in rete per cinquanta dollari!) all'indirizzo di un papà (ma un gran bel papà) in difficoltà di fronte alla figlia in lacrime perché un'ape le ha punto il piedino.
Una piccola bugia, una delle tante di Sloan, ma questa volta sarà l'inizio di qualcosa di travolgente.
Raramente leggo libri appena usciti perché mi sembra di fare un torto a tutti quelli accumulati nel tempo. "Fidati di me" (titolo originale "Count my Lies") li ha sorpassati solo perché le iniziali dell'autrice si adattavano a una traccia annuale della Reading Challenge e il fatto che sia un thriller e che io sia in un periodo in cui leggerei solo thriller ha dato un'ulteriore spinta.
Opera prima dell'americana Sophie Stava. Nonostante non sia certo privo di difetti, ha il grandissimo pregio di catturare il lettore.
La prima delle quattro parti, che finisce poco oltre la metà delle 368 pagine totali, sembra un thriller scritto da un'altra Sophie, con una Sloan voce narrante che rimanda fin troppo ai ragionamenti e agli arrangiamenti della Becky Bloomwood dei primi I love shopping della Kinsella.
All'inizio della seconda parte cambia il narratore e arriva il vero, grande colpo di scena del libro, l'unico che sorprende, a differenza di quelli successivi piuttosto prevedibili, anche a causa di una serie di forzature indispensabili per arrivare alla conclusione scelta dalla Stava, ma il libro avrebbe meritato uno sforzo maggiore per creare un epilogo più credibile.
NB: non fate il mio errore che per vedere quanti capitoli avesse il libro ho letto i titoli dati alle quattro parti facendomi uno spoiler non da poco!
E così un pomeriggio al parco sente uscire dalla propria bocca un "Sono un'infermiera" (quando in realtà fa manicure e pedicure in un centro estetico di lusso e solo grazie a una licenza fasulla che ha comprato in rete per cinquanta dollari!) all'indirizzo di un papà (ma un gran bel papà) in difficoltà di fronte alla figlia in lacrime perché un'ape le ha punto il piedino.
Una piccola bugia, una delle tante di Sloan, ma questa volta sarà l'inizio di qualcosa di travolgente.
Catalizzante
Raramente leggo libri appena usciti perché mi sembra di fare un torto a tutti quelli accumulati nel tempo. "Fidati di me" (titolo originale "Count my Lies") li ha sorpassati solo perché le iniziali dell'autrice si adattavano a una traccia annuale della Reading Challenge e il fatto che sia un thriller e che io sia in un periodo in cui leggerei solo thriller ha dato un'ulteriore spinta.
Opera prima dell'americana Sophie Stava. Nonostante non sia certo privo di difetti, ha il grandissimo pregio di catturare il lettore.
La prima delle quattro parti, che finisce poco oltre la metà delle 368 pagine totali, sembra un thriller scritto da un'altra Sophie, con una Sloan voce narrante che rimanda fin troppo ai ragionamenti e agli arrangiamenti della Becky Bloomwood dei primi I love shopping della Kinsella.
"Ho mentito alle medie e al liceo, poi al college, e anche dopo. Piccole bugie, di solito, ma bugie in ogni caso. Dovrei smettere, ormai – sono un’adulta, santo cielo – ma non lo faccio. Non ci riesco. Desidero così disperatamente dire la cosa giusta, essere la persona giusta, che quando apro bocca esce ciò che credo vogliano sentire gli altri, che sia vero o no."
All'inizio della seconda parte cambia il narratore e arriva il vero, grande colpo di scena del libro, l'unico che sorprende, a differenza di quelli successivi piuttosto prevedibili, anche a causa di una serie di forzature indispensabili per arrivare alla conclusione scelta dalla Stava, ma il libro avrebbe meritato uno sforzo maggiore per creare un epilogo più credibile.
NB: non fate il mio errore che per vedere quanti capitoli avesse il libro ho letto i titoli dati alle quattro parti facendomi uno spoiler non da poco!
Reading Challenge 2025: traccia annuale Province italiane
