venerdì 20 giugno 2025

"Mariani allo specchio", Maria Masella

 

Genova, 11 luglio di un anno non precisato. Il commissario Mariani dovrebbe raggiungere moglie e figlia in vacanza in Corsica quando il ritrovamento di un cadavere privo di documenti lo blocca in città. L'autopsia rivela che l'uomo è stato sedato e poi ucciso con un'iniezione di aria in vena che ha provocato l'embolia fatale. Ma successivamente l'assassino ha anche infierito sul corpo con numerose coltellate.
Passano soltanto due giorni e il carico di lavoro raddoppia: il cadavere di Giovanna Vianson, 32 anni, viene trovato dal marito nella loro casa sulle alture di Manin. La donna è stata prima ferita al viso con un sfregio dall'occhio alla bocca, poi al ventre, quindi al collo e questa è stata la ferita mortale perché ha reciso la carotide. Ci sono poi stati altri otto colpi inferti quando era già morta. Infine l'assassino le ha piantato il coltello nel Monte di Venere. Giovanna era incinta di due mesi.

Incandescente

Lo è il luglio del commissario - con un'identità da scoprire, due assassini da trovare e una decisione personale da prendere - ma vale anche per la lettura.

Poi c'è chi mi prende per maniacale quando dico che mi piace leggere i libri seguendo l'ordine cronologico, cosa imprescindibile in una serie, ma valida in generale, anche nei libri seriali e questi del commissario Mariani ne sono un bell'esempio: titolo dopo titolo le storie migliorano, le trame si infittiscono, gli ingranaggi si complicano. Se all'inizio l'ambientazione genovese giocava un ruolo fondamentale per il piacere che traevo da queste letture, adesso sono proprio le vicende gialle costruite da Maria Masella a conquistarmi.

Questa inizia poche settimane dopo gli avvenimenti del libro precedente ("Celtique. Mariani, il passato ritorna") e dall'11 luglio si conclude a fine mese, portando Mariani anche in Spagna, a Malaga.
Il possibile colpevole l'ho intuito con parecchio anticipo, ma è stato comunque coinvolgente vedere come il protagonista ricostruiva i fatti.

In più la sorpresa di trovare un tema caro a Carofiglio, la denuncia verso un sistema che spesso porta chi di dovere a cercare non le prove assolute, ma quelle che confermano i sospetti. Sono due cose molto diverse.

"Se un possibile colpevole è comodo, l’uso è ormai scavare in profondità per trovare le prove sufficienti per incriminarlo"

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di giugno: città, ditta

mercoledì 18 giugno 2025

"La bocca del lupo", Remigio Zena

 

Milano, 27 febbraio 1892. Remigio Zena risponde ad Agostino Pedevilla, giardiniere e negoziante di agrumi in Genova Nervi, che gli aveva precedentemente scritto rivelandogli la sua intenzione di voler mandare a Milano la figlia Teresa per farle gestire il negozio di fiori che lui desidera aprire in quella città. Zena gli consiglia di non farlo, perché Teresa è una "testina un poco vivace" e ci sono troppi lupi in giro pronti a spalancare la bocca di fronte a una bella ragazza. Con le ragioni per dissuaderlo potrebbe scrivere un libro...

Nasce così, proprio nel 1892, "La bocca del lupo", del quale esiste anche la traduzione in genovese, "A bocca di lô". Io ho soltanto la recente (2021) edizione che minimum fax ha pubblicato nella collana Introvabili, libri che erano fuori catalogo segnalati dalle persone che lavorano per la casa editrice.

Ottocentesco

Un libro che mi sono trascinata per quasi un mese: da non amante dei classici ho sentito tutto il peso non della scrittura - Remigio Zena, alias il marchese Gaspare Invrea (1850 - 1917), mi ha sorpresa proprio per la scioltezza della sua penna - quanto per la storia che racconta. E per l'infinita antipatia che mi ha scatenato la protagonista.

Siamo a Genova. Francisca Carbone, detta la Bricicca, besagnina di piazzetta della Pece Greca, nel quartiere di Ravecca, dove oggi è sempre bello fare due passi, ma che a cavallo fra Ottocento e Novecento - vivendo nella miseria come la maggior parte dei personaggi del libro - non doveva essere un paradiso: Zena, che parla di Busalla come del paesino bucolico che sicuramente doveva essere prima dell'avvento delle raffinerie (e comunque a me continua a non dispiacere, pur essendo lontano dal mare), per la Pece Greca usa descrizioni che trasmettono un oppressivo e costante senso di buio, freddo, umidità e malessere generale.

"Come si fa a non avere vergogna d'essere poveri?"

Della Bricicca - a cui sono rimaste solo tre figlie femmine dopo aver perso nell'arco di dieci mesi il marito e l'unico figlio maschio - ci viene subito detto che è stata scarcerata in anticipo dopo essere stata condannata per il lotto clandestino (nato a Genova, non a Napoli come si tende a dare per scontato).

Il libro descrive ciò che succede prima - perché la donna ha iniziato questa attività, come è stata scoperta, l'accusa, il processo, l'appello e l'incarcerazione - ma soprattutto il rapporto fra lei e le figlie ed è qui che il personaggio diventa spregevole.

L'ultimogenita, Marinetta, è una ragazzina strafottente, egoista e presuntuosa che si adatterebbe alla perfezione al mondo social dei giovani di oggi (è piuttosto impressionante l'attualità di questo soggetto una volta privato di pizzi e velette), ma la povertà e l'ignoranza della Bricicca non sono una valida giustificazione per le sue gravi mancanze verso Battistina, prima, e Angela, poi.

"I vicini non le avrebbero neppure sputato in bocca se l'avessero vista morire di sete"

Reading Challenge 2025, traccia annuale Cruciverba


lunedì 16 giugno 2025

"Il dubbio delle signorine Devoto. Ovvero, come spennare le oche senza farle gridare", Renzo Bistolfi

 

Sestri Ponente, domenica 17 luglio 1960. Sono da poco passate le 19 quando una sirena squarcia l'aria interrompendo la cena delle signorine Devoto che, insieme alla domestica Elvira, si precipitano (con la velocità consentita agli ottuagenari) al balcone, giusto in tempo per veder sfrecciare un'ambulanza della Croce Verde che va a fermarsi davanti al portone in fondo a via Privata Vassallo. La rassegna per capire chi può essersi sentito male fra gli abitanti della palazzina si ferma al suono di una seconda sirena. Questa volta si tratta dei carabinieri e se arrivano loro, per di più di domenica e con quella macaja, vuol dire che è successo qualcosa di brutto. Di molto brutto.

Arzillo

Riecco le tre signorine Devoto (Santa, Mariannin e Siria, che qui hanno rispettivamente 79, 82 e 87 anni), già 
protagoniste de "I garbati maneggi delle signorine Devoto", storia ambientata nell'estate del 1958, e semplici personaggi ne "Il coraggio della signora maestra", ambientato nel giugno 1961.

Bistolfi è tornato quindi al luglio dell'anno precedente per l'ultima apparizione delle tre anziane investigatrici dilettanti, come annunciava nelle note dell'autore. Note che aveva chiuso con un rassicurante "ma poi chissà, magari cambierò idea un'altra volta", ma purtroppo non ce n'è stato il tempo perché l'autore è morto l'anno scorso, cosa che ho scoperto solo in questo momento cercando in rete la sua data di nascita per poter rispondere a mio marito che mi chiedeva quanti anni avesse.

Bistolfi torna quindi al luglio dell'anno precedente per quella che potrebbe essere l'ultima apparizione delle tre anziane investigatrici dilettanti, come ha scritto nelle note dell'autore. Note che chiude con un rassicurante "ma poi chissà, magari cambierò idea un'altra voltae io lo spero perché - pur condividendo il suo pensiero (una concentrazione di crimini in una porzione di territorio così ristretta toglie credibilità alle storie) - le tre sorelle che si è inventato sono così piacevoli che sarebbe un peccato doverle salutare per davvero.

Pubblicato nel 2022 (ma scritto in piena pandemia), il nono romanzo del mio concittadino è un giallo in piena regola che strizza l'occhio alla narrativa (di solito avviene il contrario), con le signorine Devoto che brillano fra divertenti siparietti, acume e deduzioni che saranno fondamentali al maresciallo Galanti per risolvere un caso contrassegnato da due delitti e da un tentato omicidio.

Per quanto Bistolfi faccia autoironia (
"Gli sembrava una storia irreale e bizzarra, con personaggi sopra le righe, inventata da un romanziere poco sano di mente") costruire una vicenda credibile e godibile senza quasi uscire da un palazzo non è da tutti.


Edit: solo dopo aver pubblicato la recensione, per rispondere a mio marito che mi chiedeva l'età di Bistolfi, ho scoperto che l'autore ci ha lasciati lo scorso anno.
Addio alle signorine Devoto, al maresciallo Galanti, alla Sestri Ponente del dopoguerra, ai termini dialettali e alle tante situazioni descritte che mi facevano rivivere i racconti dell'epoca ascoltati da mia madre e dai nonni materni.
Addio a Renzo: non mi affeziono facilmente, ma a te ho voluto bene ♥

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane

sabato 14 giugno 2025

"Jill", Philip Larkin

 

Oxford, un giovedì pomeriggio di metà ottobre del 1940. Quando John Kemp scende dal treno è intimorito quanto eccitato: a soli 17 anni ha vinto una borsa di studio di ben cento sterline che gli ha spalancato le porte del grande ateneo. Trovarsi a dividere la stanza con il ricco e sfaccendato Christopher Warner lo metterà fin dal primo momento in una condizione di inferiorità: ha meno anni di Chris, meno soldi di Chris, meno amici di Chris, meno esperienza di Chris. Pensando di rendersi più interessante si inventa una sorella molto diversa da quella che ha: così l'immaginaria e sbarazzina quindicenne Jill prende il posto della reale e banale Edith, maestra elementare di Manchester. Arricchisce il personaggio di così tanti particolari che a un certo punto se la ritrova davanti: non Jill, ma Gillian, e innamorarsi sarà per lui automatico.

Zerbino

Romanzo di esordio di Philip Larkin (1922 - 1985) pubblicato nel 1946, ma scritto due anni prima, a cavallo fra i suoi 21 e 22 anni, poi ripreso nel 1963 senza grandi stravolgimenti, come l'autore specifica nell'introduzione scritta proprio quell'anno per la nuova edizione: "
Riprendendolo nel 1963 ho fatto una serie di piccole cancellature, ma non ho aggiunto né riscritto nulla, con l’eccezione di una parola qua e là e del ripristino di qualche termine scurrile al quale l’editore originale si era opposto."

Insieme a "Una ragazza d'inverno", pubblicato l'anno successivo, è il solo titolo di narrativa dell'autore, che successivamente si dedicò soltanto alla poesia.

Scrivere così bene a poco più di vent'anni non è cosa comune, ma la giovane età di Larkin all'epoca traspare in ciò che racconta (e chissà quanto c'è di autobiografico oltre al fatto che lui stesso entrò ad Oxford nell'autunno del 1940) e nel suo protagonista, voce narrante della storia.

Gli stacchi sostituiscono egregiamente la mancata divisione in capitoli, ma la trama è molto più leggera di quanto mi aspettassi, anche in considerazione degli anni in cui è ambientata, anni di guerra, di bombardamenti, di arruolamenti, di oscuramento: c'è tutto, ma è solo un pallido contorno, un qualcosa di molto lontano dai personaggi e anche quando John si precipita a Huddlesford dopo aver saputo che la sua cittadina ha subito un grave attacco le sue paure non traspaiono in maniera toccante.

Probabilmente il mio errore è stato quello di aspettarmi un romanzo simile a "Dio di illusioni" di Donna Tart, e in effetti qualche rimando l'ho trovato, non solo l'ambientazione. Anche il divario sociale fra i ragazzi, ma le differenze sono abissali e non si limitano a quelle fra Richard Pepin e John Kemp!

L'accondiscendenza di John verso Chris e gli amici di lui è quasi più irritante dell'arroganza con cui questi lo trattano.
Porta a riflettere sull'importanza che diamo o che rischiamo di dare a persone che per noi non hanno nessuna considerazione.

Reading Challenge 2025, traccia dadi di giugno: 66

mercoledì 11 giugno 2025

"Celtique. Mariani, il passato ritorna", Maria Masella

 

Genova, giugno di un anno non precisato. Un pacchetto di Celtique recapitato a casa di sua madre è sufficiente per far capire a Mariani chi glielo ha mandato: Luigi Mannini, che gli aveva affibbiato quel soprannome ai tempi della sua prima indagine genovese, tanti anni prima. Il commissario accetta di incontrarlo, sentendosi rivolgere una proposta netta: se troverà le prove dell'innocenza della sua compagna, accusata dell'omicidio di un industriale di Carrara, Mannini - latitante ricercato per rapina a mano armata - si costituirà. Mariani accetta, insospettito dalla velocità con cui i colleghi toscani hanno chiuso il caso. La stessa rapidità che viene richiesta a lui per archiviare l'omicidio di un senegalese, perché se un uomo di colore finisce accoltellato nel centro storico deve sicuramente trattarsi di un banale regolamento fra spacciatori. Ma Ahmed Baldé in realtà era perfettamente integrato, stimato ragioniere in una ditta di spedizioni e insegnante di italiano per altri immigrati come lui.

Investigativo

E' trascorso un mese dalla fine della precedente indagine ("Recita per Mariani") e per me meno tempo ancora da quella lettura. Mi piace il ritmo che ho preso con i libri della Masella, ma questo mi rende più difficile parlarne, non solo per il rischio spoiler (ad esempio l'apertura di questo dà risposta alla frase conclusiva del precedente, cosa che in questa serie succede spesso), ma soprattutto perché mi rendo conto di ripetere le stesse considerazioni. Deve essere un problema riscontrato anche dall'editore perché le sinossi sono sempre più brevi ^^

Questa è la dodicesima puntata, scritta nel 2012, collegata alle vicende di "Primo", il prequel della serie, unicamente perché ritorna il personaggio di Mannini, ma con una storia gialla che non riguarda i fatti precedenti.

Sia il caso dell'omicidio del carrarese sia quello del senegalese innescano trame poliziesche un po' datate, con indagini vecchia maniera, ma molto piacevoli da seguire.

Francesca, la moglie di Mariani, si rende di nuovo determinante con le sue imbeccate che poi portano il commissario e la sua squadra a trovare prove schiaccianti: escamotage improbabili che in principio mi irritavano, ma a cui ormai mi sono rassegnata.

E questa volta non solo viene citato il mio quartiere di nascita, ma compare anche la via dove ho abitato per i miei primi 28 anni di vita ♥

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di giugno: città

lunedì 9 giugno 2025

"Omicidio a Whitehall", Sarah Pinborough

 

Londra, 2 ottobre 1888. Sono trascorsi due giorni dagli omicidi di Elizabeth Stride e di Catherine Eddowes, entrambi rivendicati dall'uomo che firma le sue missive con il nome di Jack lo Squartatore, quando nel sotterraneo della nuova centrale di polizia in fase di costruzione viene rinvenuto un torso di donna. Nei giorni successivi il prodigioso segugio Smoker trova una gamba recisa sotto al ginocchio, poi un braccio. Niente testa. Un caso del tutto analogo a un altro ancora irrisolto risalente all'anno precedente. 
Il dottor Thomas Bond, chirurgo di Scotland Yard, non ha dubbi, questi omicidi non sono opera di Jack lo Squartatore, a Londra si aggirano ben due serial killer.
Si sbaglia: la città è in balia di un qualcosa di ben più orribile.

Grottesco

Sarah Pinborough, inglese classe 1972, ha all'attivo una trentina di titoli di vario genere (anche pubblicati con lo pseudonimo di Sarah Silverwood), ma solo di cinque esiste la traduzione italiana e questo è stato il primo.
Scritto nel 2013, titolo originale "Mayhem", ricordo il gran successo che ebbe al momento dell'uscita, ma nella mia testa lo avevo associato soltanto a Jack lo Squartatore ed ero convinta che fosse il protagonista. Dovrei smetterla di non leggere (o rileggere) le sinossi per paura degli spoiler, lì si parla chiaramente di "un'entità sovrannaturale". Non avendolo fatto mentre leggevo "Il bosco degli innocenti" mi sono ritrovata alle prese con un'altra lettura molto diversa da quello che immaginavo. In questo caso non un giallo storico puro, bensì contaminato da risvolti demoniaci che possono senz'altro entusiasmare gli amanti del genere, ma non me.

La base è solida e realistica: l'autrice ha preso alcune persone realmente esistite e degli omicidi (mai risolti) realmente avvenuti, inserendo anche gli articoli apparsi all'epoca sui quotidiani. Poi ci ha aggiunto la sua fantasia e, per quello che è il mio gusto, ha rovinato tutto.

Dettaglio disturbante: in due circostanze la Pinborough mette in bocca ai suoi personaggi del 1888 la parola "smog" che in realtà venne usata per la prima volta in un articolo del 1905 (nata dalla fusione fra smoke e fog).

Bella comunque l'ambientazione che contrappone l'agiatezza e il benessere di pochi con la miseria della maggior parte delle persone ("Chi alloggiava a Bluegate Fields non firmava contratti d’affitto annuali: non aveva alcuna garanzia che la propria vita sarebbe durata tanto a lungo").

Pessima la costruzione delle prime due parti del libro (tre in totale) dove le sottotrame si mescolano in maniera confusa, un metodo che forse mira a nascondere la debolezza della storia.

Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, primavera: tinozza

venerdì 6 giugno 2025

"Il bosco degli innocenti", Allison Gunn

 

Dahlmouth, Virginia, giorni nostri. Rachel e Finn Kennan non sono mai stati accettati dagli abitanti di quella piccola cittadina montana dove si sono trasferiti tre anni prima. Tutta colpa di Finn, giornalista e scrittore, che nel suo blog non perde occasione per sparare a zero sulla popolazione locale. E da bifolchi, quali effettivamente sono, non riescono a tollerare di avere come capo della polizia una donna, per giunta lesbica: poco importa che sia sposata, le vecchie foto sui social parlano chiaro, a Rachel piacciono le donne!
L'odio verso la coppia non si è mitigato neppure quando un anno prima il loro bambino di otto anni, Aidan, è stato trascinato via dal fiume. Un lutto che ha trasformato il loro legame in un matrimonio di facciata, nel disperato tentativo di non peggiorare il trauma delle due figlie rimaste. E se la piccola Lucy sembra aver ritrovato un po' della spensieratezza dei suoi sei anni, con Charlie - in piena fase adolescenziale - tutto è diventato una lotta.
Fino al giorno in cui torna a casa dopo aver trascorso il pomeriggio nel bosco con le sue amiche del cuore e Lucy guardandola capisce che quella cosa, quella Non-Charlie, non è più sua sorella.

"A haunting family saga and a disquieting horror debut, Nowhere draws from Appalachian folklore to caution us that true terror is what we bury in our own hearts."

Così viene descritto il romanzo nel sito dell'autrice: horror! Decisamente horror!! Non thriller come invece è stato assurdamente classificato da Amazon, IBS, eccetera...

Lo avrei comprato se il genere fosse stato corretto? Forse, perché non disdegno gli horror, ma di sicuro non mi è piaciuto ritrovarmi a leggere qualcosa di molto diverso da quello che mi aspettavo.

Opera prima, fresca di stampa, dell'americana Allison Gunn - ricercatrice, scrittrice e docente appassionata di folklore e occulto (altra cosa che ignoravo prima dell'acquisto) - che nelle note spiega come abbia sperimentato in prima persona molte delle dinamiche che ha riversato sulla sua protagonista: l'omosessualità inaccettabile per i pregiudizi religiosi in mezzo ai quali è cresciuta in quanto figlia di un pastore fondamentalista, la depressione, gli atteggiamenti autodistruttivi in cerca di una redenzione, il tentativo di rifugiarsi in un matrimonio canonico diventato inevitabilmente tossico...

Il risultato di tanti tormenti è un horror in piena regola, che leggendolo non mi ha fatto alzare neppure un peletto, ma la cui eventuale trasposizione cinematografica - ne sono sicura - mi farebbe fare più di un salto sulla sedia perché sfrutta tutte le situazioni che in video, con la complicità di suoni e rumori improvvisi, riescono sempre a spaventarmi: le cantilene dei bambini, l'oscurità del bosco, porte lasciate chiuse e ritrovate aperte, qualcuno che fissa qualcun altro attraverso il riflesso di uno specchio e via via tutti i cliché della fiction che mira a terrorizzare, compresa una scena rubata a "The Walking Dead" e un paio a "The Ring" (ma in versione ragazzina bionda).

Una storia che, pur mancando di originalità, riesce a trovare una propria dimensione.
Letteralmente ^^

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane

domenica 1 giugno 2025

Reading Challenge: tracce di giugno

      

Tracce generiche:
  • libri con il taglio delle pagine colorato
  • libri con dei rampicanti in copertina

Traccia cascata di lettere:
  • Città: Celtique. Mariani, il passato ritorna, Maria Masella (2 punti)
  • Ditta: Mariani allo specchio, Maria Masella (2 punti)

Traccia rebus:


Traccia dadi:
  • Jill, Philip Larkin (3 punti)

Traccia stagionale crucipuzzle, primavera: 
  • Americana, Don DeLillo (4 punti)
  • Pallida Mors, Danila Comastri Montanari (3 punti)
  • Omicidio a Whitehall, Sarah Pinborough (3 punti)


I miei punti di giugno: 17