"Nonna, perché gli americani hanno sganciato due bombe atomiche sul Giappone?"
"Perché ne avevano solo due"
Sono le 11.02 del 9 agosto 1945 quando gli Stati Uniti - tre giorni dopo aver annientato Hiroshima e 140.000 persone con la prima bomba atomica - sganciano la seconda su Nagasaki, causando altre 74.000 vittime e chiudendo di fatto la Seconda Guerra mondiale.
Leggere questo libro in concomitanza con l'80° anniversario non è stato casuale e per questo, esclusivamente dal punto di vista storico, è stato parzialmente deludente: il volume ha una struttura particolare, è una sorta di raccolta che racchiude i primi cinque romanzi (brevi) pubblicati dall'autrice (nata in Giappone nel 1954 e trasferitasi in Canada più di quarant'anni fa) fra il 1999 e il 2005; ognuno svela la storia di uno dei personaggi e sono proprio loro a raccontare le loro vite in prima persona, facendo - non solo della guerra e delle atomiche, ma anche della colonizzazione della Corea avvenuta nel 1910 e del devastante terremoto che colpì il Giappone nel 1923 - un contorno alle vicende personali, mentre un narratore esterno avrebbe permesso approfondimenti maggiori.
La bomba si ridurrebbe all'incipit (comunque di grande impatto: una donna morta da tre settimane ha lasciato una lettera alla figlia nella quale confessa che tre ore prima dello scoppio della bomba aveva ucciso il padre avvelenandolo) se non fosse per le descrizioni del fungo atomico e della situazione al suolo subito dopo l'impatto.
Di sicuro mi aspettavo una maggiore condanna verso gli americani: solo dopo aver descritto le atrocità compiute dai militari giapponesi nelle colonie asiatiche viene detto che "tutto questo non giustifica il ricorso alle bombe atomiche. Non era affatto necessario. Gli americani avrebbero potuto evitare quella catastrofe".
Un po' poco.
C'è maggior biasimo per gli eccidi dei giapponesi in Corea e in Manciuria, per la discriminazione contro i coreani, per il loro massacro avvenuto dopo il terremoto.
Ma, nonostante il focus si sia rivelato diverso da quello che mi aspettavo, questo è un bellissimo libro.
La ricostruzione delle vite dei personaggi viene fatta avanzando con la lettura e copre diverse generazioni. I dettagli ricordano più che mai le tessere di un puzzle, a volte solo dopo diverse pagine si capisce che la persona che sta raccontando è quella già comparsa in un episodio precedente, non come protagonista, ma come semplice personaggio. Si costruiscono i legami, familiari e non, si forma la giusta cronologia degli eventi. E ci si immerge in una cultura molto diversa dalla nostra attraverso una narrazione piacevole e appagante.
Leggere questo libro in concomitanza con l'80° anniversario non è stato casuale e per questo, esclusivamente dal punto di vista storico, è stato parzialmente deludente: il volume ha una struttura particolare, è una sorta di raccolta che racchiude i primi cinque romanzi (brevi) pubblicati dall'autrice (nata in Giappone nel 1954 e trasferitasi in Canada più di quarant'anni fa) fra il 1999 e il 2005; ognuno svela la storia di uno dei personaggi e sono proprio loro a raccontare le loro vite in prima persona, facendo - non solo della guerra e delle atomiche, ma anche della colonizzazione della Corea avvenuta nel 1910 e del devastante terremoto che colpì il Giappone nel 1923 - un contorno alle vicende personali, mentre un narratore esterno avrebbe permesso approfondimenti maggiori.
La bomba si ridurrebbe all'incipit (comunque di grande impatto: una donna morta da tre settimane ha lasciato una lettera alla figlia nella quale confessa che tre ore prima dello scoppio della bomba aveva ucciso il padre avvelenandolo) se non fosse per le descrizioni del fungo atomico e della situazione al suolo subito dopo l'impatto.
Di sicuro mi aspettavo una maggiore condanna verso gli americani: solo dopo aver descritto le atrocità compiute dai militari giapponesi nelle colonie asiatiche viene detto che "tutto questo non giustifica il ricorso alle bombe atomiche. Non era affatto necessario. Gli americani avrebbero potuto evitare quella catastrofe".
Un po' poco.
C'è maggior biasimo per gli eccidi dei giapponesi in Corea e in Manciuria, per la discriminazione contro i coreani, per il loro massacro avvenuto dopo il terremoto.
Ma, nonostante il focus si sia rivelato diverso da quello che mi aspettavo, questo è un bellissimo libro.
La ricostruzione delle vite dei personaggi viene fatta avanzando con la lettura e copre diverse generazioni. I dettagli ricordano più che mai le tessere di un puzzle, a volte solo dopo diverse pagine si capisce che la persona che sta raccontando è quella già comparsa in un episodio precedente, non come protagonista, ma come semplice personaggio. Si costruiscono i legami, familiari e non, si forma la giusta cronologia degli eventi. E ci si immerge in una cultura molto diversa dalla nostra attraverso una narrazione piacevole e appagante.
Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, estate: estate
