Kálfshamarsnes (Islanda), 20 dicembre 2012. Ásta Káradóttir torna sulla penisola di Skagi dopo moltissimi anni: ne aveva soltanto sette quando il padre l'aveva mandata via, affidandola alla zia. Era successo dopo che la sorellina minore era morta precipitando dall'imponente scogliera, la stessa sorte che due anni prima era toccata anche alla loro mamma.
Due buoni motivi per decidere di non tornare mai più in quella inospitale lingua di terra. E, invece, eccola lì, circondata dal ghiaccio e dalle sole quattro persone ancora in vita fra quelle presenti ai tempi delle due tragedie. C'è un motivo se ha preso questa decisione, ma quando due giorni dopo il suo corpo viene rinvenuto alla base della scogliera sembra logico pensare che la donna sia tornata per farla finita allo stesso modo della madre e della sorella. Una deduzione che, però, non collima con i segni ritrovati sul collo di Ásta né con le tracce di sangue rilevate dalla scientifica all'interno del faro.
Il giallo, scritto nel 2013, titolo originale "Andköf" (ansimare), è la quarta puntata della serie Misteri d'Islanda che segue a "L'angelo di neve", "I giorni del vulcano" e "Fuori dal mondo".
Una serie pacata, ma coinvolgente, vicende che riescono sempre ad appassionarmi nonostante non ami la letteratura nordica.
Due buoni motivi per decidere di non tornare mai più in quella inospitale lingua di terra. E, invece, eccola lì, circondata dal ghiaccio e dalle sole quattro persone ancora in vita fra quelle presenti ai tempi delle due tragedie. C'è un motivo se ha preso questa decisione, ma quando due giorni dopo il suo corpo viene rinvenuto alla base della scogliera sembra logico pensare che la donna sia tornata per farla finita allo stesso modo della madre e della sorella. Una deduzione che, però, non collima con i segni ritrovati sul collo di Ásta né con le tracce di sangue rilevate dalla scientifica all'interno del faro.
Positivamente ambiguo
Il giallo, scritto nel 2013, titolo originale "Andköf" (ansimare), è la quarta puntata della serie Misteri d'Islanda che segue a "L'angelo di neve", "I giorni del vulcano" e "Fuori dal mondo".
Una serie pacata, ma coinvolgente, vicende che riescono sempre ad appassionarmi nonostante non ami la letteratura nordica.
Un protagonista, Ari Þór, a cui Jonasson ha dato molte insicurezze, aspetto che lo rende più vero (e piacevole) di quelli che sembrano usciti dai fumetti dei supereroi.
Un'Islanda dicembrina coperta da ghiaccio e neve dove però qualcuno dorme con la finestra aperta apprezzando "l'aria fresca" e dove qualcun altro nuota in mare anche in quella stagione.
Una storia ben costruita, che si sviluppa fra passato e presente, con un buon colpo di scena finale, non facilissimo da imbastire quando i personaggi si contano sulle dita della mano.
In conclusione un bel libro che ruota attorno al faro più brutto che abbia mai visto!
Un'Islanda dicembrina coperta da ghiaccio e neve dove però qualcuno dorme con la finestra aperta apprezzando "l'aria fresca" e dove qualcun altro nuota in mare anche in quella stagione.
Una storia ben costruita, che si sviluppa fra passato e presente, con un buon colpo di scena finale, non facilissimo da imbastire quando i personaggi si contano sulle dita della mano.
In conclusione un bel libro che ruota attorno al faro più brutto che abbia mai visto!

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