mercoledì 29 ottobre 2025

"Misterioso omicidio a Tokyo", Tetsuya Honda

 

Tokyo, inizio dicembre di un anno non precisato. Sono passati solo quattro mesi da quando le alte sfere della polizia di Tokyo avevano obbligato le squadre 5 e 10 a lavorare insieme al caso del Mazumoto Park e tutto ricomincia: durante la notte un furgone intestato a una piccola impresa edile viene multato per sosta vietata lungo l'argine di un fiume. Alle prime luci dell'alba il giovane dipendente della stessa ditta segnala alla polizia il ritrovamento di una grossa pozza di sangue all'interno del garage sede dell'impresa. Il titolare, Kenichi Takaoka, risulta irrintracciabile. Almeno finché non viene aperto il furgone: all'interno c'è una mano mozzata, le impronte sono quelle di Takaoka e le analisi appurano che anche il sangue nel garage è suo, ma è così tanto che la sua morte viene data per certa.

Caotico

Scritto nel 2007 (ma arrivato in Italia solo a febbraio dello scorso anno) è il secondo titolo (di otto) della serie con protagonista l'ispettrice Reiko Himekawa; l'anno scorso avevo letto il primo, "Omicidio a Mizumoto Park" e ora potrei ripetere parola per parola la mia opinione.

Anche questa volta la storia gialla è discreta, ma diversi aspetti mi hanno rovinato la lettura, tanto da farmi abbandonare definitivamente l'idea di proseguire la serie (e forse lo hanno pensato anche quelli di Piemme, visto che sono passati quasi due anni e non è stato tradotto altro).

Personaggi odiosi (spesso odiosi perché stupidi, cosa che fa salire la mia irritazione a vette altissime), fastidiosa rivalità fra colleghi, atteggiamenti da movimento MeToo e dialoghi debolissimi.

Ma lo scoglio maggiore per me sono stati i nomi: sono tanti; tanti sono simili fra loro; tutti vengono elencati più e più volte senza che ve ne sia bisogno. Per il caso viene creata una task force che comprende oltre cinquanta persone fra agenti e superiori di vario livello (cosa che definirei inverosimile, ma non ho idea se la polizia in Giappone lavori proprio così) e ai nomi propri si aggiungono quelli di varie imprese edili. E poi date, orari, intervalli di tempo...

Alla fine mi è rimasto un dubbio, neppure piccolo: quando mi succede torno indietro e rileggo, cercando di capire cosa mi è sfuggito, ma questa volta ho lasciato perdere e questo rende l'idea di quanto lo stile di Honda mi abbia sfinita.

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