sabato 17 febbraio 2018

"La propria strada", Monica Schianchi


Finalmente ho finito anche questo, vale a dire il prequel di "Incontri in maschera". 

Siamo sempre a Torino, nel 2024, quindi sei anni prima. Questa volta il protagonista è un uomo, il 25enne Lorenzo, ricco di famiglia, laureato in economia, che sceglie di vivere senza l'aiuto del padre. Il suo stipendio da impiegato gli basta perchè comunque il suo solo interesse è quello di portarsi a letto quante più ragazze possibile. Finchè una (che già "conosciamo") gli fa perdere la testa portandolo a pensare  che non ci sia nulla di sbagliato nella monogamia e ispirandogli anche un diverso futuro lavorativo.

Romanzo erotico, come l'altro, ma la storia è piatta e Lorenzo un personaggio davvero banale. Inoltre, se in "Incontri in maschera" avevo apprezzato il modo in cui venivano raccontate le scene hot, in questo sono praticamente tutte uguali e con scivoloni di una ingenuità disarmante.

Ma i problemi del libro sono ben altri e qui torno a puntare il dito sulle ripetizioni, di nuovo tante, troppe e davvero fastidiose.

L'autrice (mi domando come abbia potuto non rendersene conto) è riuscita a battere il record dei mordicchiamenti di labbra di "Incontri in maschera": se nel primo libro lo aveva ripetuto 10 volte in 218 pagine, qua è arrivata a 18 in 250! In un capitolo (breve!) lo ha scritto addirittura quattro volte (e meno male che la fantasia è alla base del buon sesso, per altro!!)!
Ma il mordicchiamento del labbro viene battuto dalle 22 volte in cui la Schianchi fa alzare/sollevare/inarcare le sopracciglia ai personaggi, mentre le braccia vengono incrociate sul petto o sotto al seno "soltanto" 11 volte e potrei citare molti altri esempi perchè il libro è tutto una ripetizione e questo, oltre ad essere irritante, penalizza moltissimo la qualità della scrittura.

Mi dispiace per il giudizio impietoso, soprattutto perchè l'autrice è giovane e ha tutta la vita davanti per migliorare, ma ancora non ci siamo.
Leggendola ho pensato che è proprio vero quel che si dice, cioè che noi italiani siamo tutti cantanti, tutti allenatori di calcio e adesso, a causa della facilità con cui ci si può autopubblicare, siamo diventati anche tutti scrittori.
Peccato: leggere è bello e alla portata di tutti, ma scrivere un libro è tutto un altro discorso.

Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro erotico" (numero 50 degli indizi difficili).